Dopo la narcosi

Dopo la narcosi Dopo la narcosi Mi_ toccò_ entrare in clinica Alcuni giorni tono per un piccolo atto operatorio. Mentre affannosamente uscivo dall'orribile notte dell'etere e cominciavo a intravedere le ombre di coloro che mi stavano chini sopra come levatrici mute e mi aiutavano m quella rinascita mostruosa, giuro che te ricordai, o Anassimene. figlio di Euristrato e terzo dei ■ grandi milesii ; a te pensai poiché a mie epese stavo sperimentando il fondamento della tua sapienza, cioè a dire ohe dall'aria, ossia dall'aer^ si forma ■ ciò che era, ciò che è .ciò che sarà *. Ma che razza di «aeri mi avevano fatto respirare I Poi come l'ubriacatura del «principio primordiale* si fu dissipata, e io mi ritrovai lucida mente e corpo supino su un tumulo di enormi guanciali, simile a un gigante coricato a riposo sulla vetta di una montagna'che guarda il cielo con innocente indifferenza ; trassi a poco a poco a me il libro, con movimenti lentissimi della mano, che mi ero portato appresso perchè mi fosse compagno in quelle ore senza mo vimento, e che era il primo vo lume della Storia della filosofia antica di Teodoro Gomperz. Quanto necessario, quanto essenziale, quanto prezioso diventa in certi momenti il minimo gesto! Con quanta severità noi giudichiamo, « allora », i gesti inutili ! . E quanto inutili ci appaiono da sopra il tumulo dei •-guanciali i gesti degli uomini sani che si agitano intorno a noi! E come tutta la vita ci appare dispersa, sciupata, sprecata in una tempesta di gesti inutili!... Ecco alcune osservazioni tratte dal caso di quella lettura fatta a lunghe eoste e a brevi riprese, come la respirazione stessa di .un'anima, profondamente nutriente e vivificante, fatta ad aspirazioni brevi e a lunghe espirazioni. Un tale, editore di libri di alta cultura, profondamente si meravigliò quando gli d^si che i fiumi non sono acqua del mare che s'incanala su per la terra, e va in giro per valli e pianure. Questa straordinaria ignoranza potrebbe essere giustificata col pensare che costui condivideva l'opinione di quei filosofi anti chi i quali credevano che tutte • le sorgenti e tutte le fonti sono alimentate dal mare. Questa opinione era di Diogene di Apollonia, di Metrodoro di Lampsa co) di Archelao, di Ippone e degli airi filosofi,eclettici i quali erano così sensibili alla vita dèlia natura, che « sentivano l'erba spuntare». Non si creda però che questa squisita sensibilità sia morta assieme con Diogene di Apollonia e con gli al tri filosofi qui sopra citati. Un giorno mi trovai a un pranzo accanto alla scrittrice Colette, la quale mi disse che la notte pri ma non' aveva chiuso occhio,, perchè sentiva lo sforzo che facevano i suoi tulipani sul terrazzino per spuntare dalla terra L'amica dei tulipani si era feri ta a un dito della destra, e mai tre essa mi parlava della sua squisita insonnia, un lembo della benda che le fasciava il dito offeso pendeva nel piatto, e si bagnava nella salsa al latte che accompagnava certi saporitissimi cuori di carciofo. I suddetti filosofi ebbero il loro Aristofane nel poeta comico Cràtino, amico devoto della bottiglia, < meglio del cratere, il quale pi gliò in giro le loro teorie in una sua commedia intitolata l'ano pt ai, cioè a dire Coloro che vedono tutto. Colette fiorì trop po tardi, anzi fiorisce tuttora altrimenti essa pure sarebbe an data a far parte dei panoptai Ambiziosi progetti di riforme che curiosamente precorrono le teorie del collettivismo moderno e dell'anticapitalismo, furono ideati nella Grecia della seconda • metà del V secolo. Falea di Cai cedonia prc pugnava la perequa zione dei patrimoni e la statizza zione del lavoro industriale, i quale doveva essere eseguito da schiavi appartenenti allo Stato Per parte sua l'architetto Ippodamo di Mileto voleva che le strade della città fossero tutte rettilinee e s'incrociassero ad an golo retto, e proponeva la divi siane dei cittadini in tre catego rie: artigiani, agricoltori, sol dati. Solo un terzo della terra rimaneva alla proprietà privata il secondo terzo andava al servi zio dei culti e il terzo al mantenimento dei soldati. E' curioso notare come in mezzo a tanto razionalismo, la fede nella magia dei numeri conservava intatto il suo fascino, e che oltre alla divisione dei cittadini in « 3 » categorie, anche il codice penale doveva essere diviso in « 3 » sezioni : reati contro la vita, reati contro l'onore, reati contro la proprietà ; e in <3i gruppi pure doveva essere diviso il codice degli affari amministrativi : affari riguardanti i cittadini, affari riguardanti gli orfani, affari, riguardanti gli stranieri. La città doveva noverare diecimila cittadini, e questo pure per ragioni di magia numerale, perchè la decade, secondo i Pitagorici, contiene in sè l'intera serie dei numeri e rappresenta dunque la perfezione. Ma come conciliare la perfezione del 10 con i nove pianeti contati nel cielo} I Pitagorici'inventarono perciò un decimo pianeta che chiamarono Anti t'erra. La < santità » del 3 si tro va già in Omero, e ritorna quante volte un eroe riunisce in una 6tessa invocazione una trinità di dei, come Zeus, Atena e Apollo. Il culto degli antenati onorava per parte sua il padre, il nonno e il bisnonno nel nome dei trito patores o trinità dei padri. Ri troviamo il sacro 3 e il suo qua drato 9 nel numero delle vitti me espiatorie, delle libazioni, delle cerimonie funebri, delle Grazie, delle Parche, delle Muse ; nè c'è bisogno di ricordare il Trimurti indiano, trinità di Brama, Viscnu c Siva, o la trinità delle essenze primordiali degli oafifiscstutdmCmdntlmevtnflgltrmadnPaicqn1zfbprdd7clziqtadaiIsbsacGgcblqcnmssem orfici e di Ferecide. I Pitagorici attribuivano la santità del 3 al fatto che questo numero contiene in sè il principio il mezzo é la fine, il quale argomento impressionò anche una mente superiore come Aristotele (De coelo).- Più strano àncora, la fede nella potenza dei numeri si perpetua in uomiui di mente altissima e molto più vicini a noi, come Giordano Bruno (De; monade, numero et figura), come Augusto Compto (Politique positive), come Lorenzo Oken (Zehcrbuch der Nataralphilosophie). Altri numeri «santi» erano per i Pi-; tagorici il 7: numero della salute; l'8. che rappresentava l'amore e 1 amicizia, perchè amore e amicizia hanno il proprio equivalente nell'armonia, la quale trova la sua espressione perfetta nell'ottava. Aggiurigo che le riforme sociali propugnate da Falca di Calcedonia ricordano l'or^ ganizzazione dello Stato degli luca. In questo Stato modello tutti i cittadini avevano il dovere di lavorare, e i vecchi cui mancava possibilità di lavori più attivi; passavano la giornata seduti-in mezzo a un campo seminato, a fare da spaventapassaii. Perfettamente organizzato era anche l'esercito inca, il che non impedì tuttavia che questo esercito esemplare e forte di cinquantamila uomini, fosse sgominato nello spazio di poche ore da 150 spagnoli comandati da Pizarro, laceri e dissugati dalla febbre. In questa memorabile battaglia non ci furono morti da parte spagnola, ma un sólo ferito, il quale si ferì per isbaglio da se stesso. Analogia tra il VII secolo C. in Grecia e la fine del me dio evo in Europa. Intorno a) 700 a. C. un nuovo strumento è creato in Grecia e nelle sue colonie, di grandissima importanza per gli scambi commerciali: il denaro coniato dallo Stato, il quale viene a sostituire le pentole e i trepiedi in rame che fino allora erano stati gli strumenti di acquisto e vendita, e i quali a loro tempo avevano sostituito i buoi degli antichissimi tempi. Il nobile metallo subentra a questi ausiliarii grossolani e ingombranti. Quale nuovo strumento subentrerà nel nostro prossimo avvenire all'ormai decaduto e compromesso « nobile metallo » ? Già da assai tempo l'oro e l'ar-' gcuto erano stati recati sui mer; cati della Grecia dai mercanti babilonesi ed egizii in forma di lingotti e di anelli; e il primo di questi popoli certamente, il secondo probabilmente stampavano già su questi metalli un segno ufficiale che ne garantiva il peso e il titolo. Questa importante invenzione, che gli Ionii di Focea riprendono ai Lidii intorno al 700, facilita i commerci e li sviluppa in misura non meno grande, di quanto doveva farlo verso la-fine, del ■ medio evo la lettera di cambio, introdotta in Europa dai mercanti lombardi. Come si vede, la nobiltà dell'affarismo milanese è di vecchia data. Nel 1350 i mercanti di Milano avevano già una propria sede presso l'attuale via Antiorari, e la chiamavano la Casa dei Banchieri. Raggiunta la massima potcnzR finanziaria in sede, i banchieri di Milano passarono a trattare con gli Stati esteri, e Lombard Street documenta oggi ancora i prestiti che i milanesi facevano ad Arrigo IV d'Inghilterra, come la via_ de Ins Milaneses ricorda tuttavia a Madrid gli affari che i banchieri milanesi trattavano con la corte di Spagna. Primi successi.del metodo spe rimontale. Erodico di Selimbria medico di Cnido e autore supposto del libro intitolato Del regime, può essere considerato jl padre deU'igienismo, perchè prescriveva gli esercizii ginnastici e la dieta alimentare. Passando nel campo sperimentale, Erodico aveva escogitato un sistema originale per diagnosticare le affezioni dispeptiche, provocando il vomito del paziente dopo un abbondante pasto, ed esaminando il grado di digestibilità dei vari alimenti ingeriti. Alberto Savinio