I MAESTRI

I MAESTRI I MAESTRI = (come sono e come li vedono i bimbi) Per i bimbi i maestri sono dei •personaggi molto importanti, dai ì aitali si sono avute — e si possono i ancora attendere — grandi rivelaìzioni. Quali siano le rivelazioni, noi adulti ce lo siamo ormai quasi l dimenticato; bisogna cercare in Ufondo al materiale raccolto dalla t nostra memoria, ecco un paesag\ gio dipinto sulla lavagna con ges i si colorati, una cantilena scolasti ca che cessava e rinasceva per un solo cenno, una carta geografica vicino alla quale la maestra in piedi spiegava una cosa stranissima e prodigiosa, che cioè l'Italia ha la forma di uno stivale, ha prima volta che lo si sente dire si torna a casa ansiosi di raccontarlo a tutti, quel bufassimo paragone che ha fatto la maestra. « La maestra ha detto... ». Tutti i giorni c'è una rivelatimi nuova. Così nasce il mito per le fantasie infantili. Il merito non è tutto dei maestri, ce lo lasceranno dire: i loro piccoli amici prendono per scoperte nuovissime anche le frasi fatte, e li scambiano per dei creatori infaticabili. Per gli adibiti, cioè insomma per la gente, i maestri sono una cosa più modesta. Anzi, se i bimbi eccedono in un senso, gli adulti eccedono nel senso opposto: forse per la solita mania ai rappresentare le varie attività umane secondo un assurdo ordine ascendente, elementari ginnasio licèo università accademia d Italia; che cosa volete che sia quella povera maestrina che insegna a fare le aste, Non pensano che lei dei piccoli miti riesce a crearli, mentre molti accademici fanno lo stesso tentativo in grande, e via... lasciamo andare! Meriterebbero, tutti i maestri, di essere molto più tenuti in considerazione. Il mondo è jatto così: vede che sono pagati maluccio, che un maestro si e no diventa cavaliere dopo quarant'anni di 'lavoro, e in tutu i casi finisce — quanto a onorificenze — dove gli altri cominciano; la conclusione è Che per la gente a dire maestro non si dice una gran cosa, soprattutto non si dice quella grande cosa che tutti i maestri sono. Bono degli educatori: persone serie, oneste, volonterose, che hanno una fede e la professano. Non è dire poco; non sappiamo di chi si possa dire di più. Un po' òhìuM, come tutti coloro che hanno in se qualche cosa da chiudere; r,:nlesti, come tutti coloro che hanno da nascondere .un grande orgoglio. Onorano il culto della di scxpHna; prima di imporla ai ra gazzi se la impongono, e cornati dando ubbidiscono. L'ubbidienza per loro non riguarda soltanto le cosidette « circolari », è gente che crede in una « regola ». Insomma i maestri, se non giungono ad essere quello che credono i bimbi, sono molto più di quello che pensano gli adulti. Tra Poltro poi non sono affatto, oome si crede, persone che fuori dell'aula scolastica non sanno nemmeno trovare l'aria per respirare. Molti si dedicano, dopo la scuola, ad altre attività; e non cosi, tanto per fare, ma con ottimi risultati. Quel che è meraviglioso è che sovente non smettono l'insegnamento anche quando l'attività aggiunta a quella scolastica offre loro compensi maggiori. Diciamola, questa verità incredibile: c'è ancora della gente che disprezza il denaro. Maestri che amano, più di tutto, la loro professione; per i quali la vita non avrebbe senso senza quei diavoli di ragazzi. Maestri veri, che nel rapporto educativo non danno soltanto, ma ricevono; e confessano che i ragazzi potrebbero fare a meno di loro, ma loro no, non potrebbero, va bene scrivere libri o comporre musica, ma tutte le mattine-alle otto e mezzo debbono essere in aula a fare l'appello. Ahimè, chi di noi — ingegneri, medici, avvocati, aiornalisti — può, prima di accingersi al lavoro, chiamare per nome quaranta estrosi ispiratori 1 C'è da invidiarli. E per chi non crede, ecco qui qualche cenno del lavoro extrascolastico dei maestri di Torino. Ci vorrebbe una pagina per dire tutto di tutti. Tralasceremo l'attività scientifica nel campo della pedagogia; attività nella quale pure si segnalano l'ispettore scolastico Dal Piaz, la direttrice Molino, i direttori Ferrerò, Pastorini, Pogliani, Spina. Moltissimi hanno dato il loro contributo alla letteratura per ragazzi: tra i direttori didattici la Casalcqno, il Chiara, il Guglielminotti, ancora la Molino, lo Zuccarelli; tra gli insegnanti il Casale, la Guerreschi Bongioanni, la Monet, la Noie, la Rosingana Passio, la Torretta Marroncini. Ci è impossibile citare i titoli dei volumi, che sono la gioia di tanti bimbi. Autori di pubblicazioni di carattere storico, o letterario, o politico sono la direttrice Garrone Balbis, i direttori Rocco e Sessi, gli insegnanti Airola, teologo Carpano Vercéllone, Cart era, Graverò, Tigano, Turco, Villani. Ma c'è dell'altro. Pittori sono Bencivénghi Bignotti, Germano, Pautasso, Rissi; Mennyey è xilografo molto noto e apprezzato; don Bertolo è musicisti e direttore di cori; altro musicista è Gervasio; Radicati di Primeglio dirige da quattordici anni un'orchestra di alunni; Baroglia è autore di romanze e bozzetti musicali. Per tacere dei numerosissimi autori di testi scolastici, ricorderemo il maestro Cerchio, che fa anche il medico, e il Ruffini, che passò — nientemeno — a insegnare lingua romena in una regia Università. Vogliamo infine citare il direttore Stuardi, decorato della medaglia d'oro al merito della redtAzione sociale per l'opera prestata a favore dei minorenni derelitti; e la maestra Perrot Lucchetti, che da vent'anni da la sua collaborazione appassionata al Comitato di difesa dei fanciulli, e tratta problemi sociali su giornali e riviste, e per aiutare i fanciulli persino dipinge e vende a loro favore delle ceramiche di pregio. Un'altra bellissima figura vanta Torino: il direttore Goitre, ora a riposo, decorato di ben due meda glie d'oro al merito dell'educazio ne nazionale. Ci siano perdonate le omissioni, considerando la nostra pazientissima diligenza e buona volontà. Ci aiuti a farcele perdonare una maestra che mettiamo qui per ultima, tanto ci ha colpito il suo nome: si chiama Violetta. Al battesimo Felicina. Pensate un po': PeHcina Violetta, attualmente a riposo. Quand'era in servizio tutte le ore libere dalla scuola le dava gfieFmstprrttccpalasds1 ltnPtpCft{tnsnrdpÈatsvcncvmncG§prmndlcsttcp al Comitato di difesa dei fanciulli. Ora è una vecchina piccola piccola. Ci sembra che meriterebbe un articolo tutto per sè. Il titolo sarebbe beli'e pronto: nome e cognome; poi sotto, tra parentesi, con un bel corsivo, t maestra a riposo ». Afa ci sembrerebbe, caro Mosca, di rubarti un argomento. D'alti a parte ormai la colonna è già piena. Se ti serve, ti regaliamo l'idea. gio. moc.

Luoghi citati: Italia, Mosca, Torino