Dieci giorni di fuoco attorno a Poventsa

Dieci giorni di fuoco attorno a Poventsa FINE DI CINQUE DIVISIONI SOVIETICHE Dieci giorni di fuoco attorno a Poventsa * Helsinki, 22 gennaio. Interessanti precisazioni sulla fallita offensiva sovietica sferrata dai 1° al 10 gennaio nel settore meridionale del fronte della Carena orientale, vengono forniti da prigionieri di alto grado militare e politico catturati tn questi giorni sui fronte di Pietroburgo. Il comando supremo sovietico, dietro insistenti pressioni britanniche e nord americane, dovette decidersi, dopo l'enorme sforzo operato su Tichvin, e nella zona di Valdai, a trasferire da tale fronte truppe siberiane che erano rimaste fino allora di rincalzo, inviandole in tutta fretta sul fronte finnico ove si ritenevano molto più idonei alla tipica guerra di foresta che si può definire il naturale elemento del soldato finlandese. Erano dunque cinque divisioni fresche e particolarmente allenate, quelle con le quali il comando rosso contava, una volta sfondato il fronte dell'Onega, di realizzale successi decisivi resi facili, come assicuravano i competenti organi anglosassoni informatissimi « della demoralizzazione dello stanchissimo combattente finnico, cui facevano riscontro l'abbattimento e la sfiducia della popolazione all'interno del Paese ». Nessun mezzo fu tralasciato dal comando rosso onde conseguire il rapido sperato successo. Sotto la traettoria infernale di un fuoco di tutti i calibri, il mattino del X« gennaio le fanterie sovietiche iniziarono l'attacco. Tre divisioni puntavano a nord di Poventsa, sul canale Stalin, mentre altre due divisioni, attraverso i ghiacci dell'Onega, si attestavano sulle penisolette dell'ansa nord di tale lago. Aveva cosi inizio la manovra di accerchiamento da Poventsa, chiw& dell'Onega, stretta per alcuni giorni ia nord-est e da sud da una disperata massa di urto, che sembrò per una breve fase dovesse riuscire nell'intento di farsi strada verso la ferrovia di Murmansk e l'importantissimo nodo di Karhumaki, solidamente tenuti dai finnici. Per un paio di giorni .anzi, Poventsa potè dirsi completamente accerchiata resistendo con forze non ingenti all'incessante martellamento delle artiglierie e dei bombardamenti aerei, che ebbero fine soltanto allorquando la geniale^ manovra della controffensiva finnica operando a largo raggio sulle ali e quindi con rapidissima decisa manovra verso ù tergo avversano, chiudeva, a sua volta, la massima, parte delle in- fere forze sovietiche attaccanti tra due pericolose agilissime branche a tenaglia, costituite da battaglioni di sciatori ottimamente armati delle migliori armi d'assalto distribuite con grande larghezza. Quasi cinque divisioni sovietiche venivano cosi inopinatamente accerchiate, mentre accerchiavano a loro volta l'eroico presidio di Poventsa. L'epilogo della brillantissima contromanovra finnica è noto. Una volta creato 'il « motti » ovvero la t. sacca », qualunque ' siane la estensione,, il soldato finnico conor sce il fatto suo nel liquidarla infallibilmente. ■ I prigionieri russi di ogni grado sono furibondi contro il comando russo che, come affermano, li ha inviati bestialmente a fare la ennesima brutta figura su un fronte ove le doti naturali del sol dato finnico, la natura del terreno e la stagione contribuiscono a fare del difensore il più sicuro dei padroni di casa. A questo si aggiunga che i finlandesi detengono ormai tutte le posizioni strategiche carenane quali. Syvaeri, Petroskoj, Kontupohia, Karhunaeki, Paatene che un tempo costituivano una minaccia per U territorio nazionale. All'eroico ■presidio di Poventsa, rimasta inviolata durante dieci giorni di asprissime battaglie, va oggi la riconoscenza dell'intero paese combattente teso verso la vittoria.

Persone citate: Stalin

Luoghi citati: Helsinki, Murmansk, Pietroburgo