DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Quantità e quantità - Il filone del romanzo - All'insegna del film muto e è o a e l o i a i i. a /I nostro cinema è oggi alle prese con un formidabile problema quantitativo. Deve costringere al massimo sforzo ogni sua energia perché dai quaranta-cinquanta film ali anno si giunga in breve ai cento, centoventi. Per fortuna le. attrezzature tecniche, e particolarmente quelle di Cinecittà, erano state predisposte con molta larghezza; altrimenti oggi la risoluzione pratica del problema (sfornare più film che si può) sarebbe gravemente compromessa dal dover prima creare i necessari impianti. Perché ora la prima necessità è quella di fornire all'esercizio il « prodotto r>-ftlm. Di fronte a questa perentoria esigenza, dalla quale dipendono tra l'altro il lavoro che sostenta parecchie migliaia di famiglie e la attività di alcuni miliardi capitale (che tanti sono «investiti» nelle oltre tremila sale di spettacolo esistenti in Italia, e negli studi di produzione, e nelle industrie che direttamente vi si connettono), di fronte a questa necessità indi scutibile si ccgvdpdtrmcdscsrmiptltbdsss, comprendono i colpi d'acceleratore daìi in crescendo al ritmo. della produzione, spinta cosi talvolta al limite. Be questi sono i Iati meno positivi della si tt-auiorie, e possono indispettire gli impazienti o i super-difficili (è discretamente ridicolo lo snob che nel filmetto di secondo piano vorrebbe trovare almeno un capolavoro); se malgrado tali aspetti il pubblico vasto, al quale si rivolge il prodotto-film, dimostra di gradire ciò che in media gli viene offerto; sì dovrà però riconoscere tutto un lato positivo, e imponente. Oggi si lavora. Abolito ogni indugio, cancellata ogni incertezza, tentativi un po' rischiosi che ieri potevano apparire dubbi vengono ora affionfati decisamente; e talvolta' il risultato ripaga chi ebbe quella piccola audacia. Ma soprattutto si fa largo a nomi nuovi. La soggettistica, la regia e l'interpretazione non sono più piccoli domìni, riservati a pochi o a pochissimi; e dal moltiplicarsi dei tentativi e delle esperienze è assai probabile che si abbiano le nuove durature affermazioni. Intanto, per chi voglia scorgere sintomi diversi, c'è umseqno evidente e importante. Dopo tanto teatro filmato, pare giunto il momento del romanzo filmato. Piccolo mondo antico e I promessi sposi, Le confessioni di un ottuagenario e Demetrio Pianelli, I Malavoglia e II mulino del Po, Giovanni Episcopo e Malombra, sono anche titoli di film, già apparsi o in preparazione. Dalla leva in massa che il nostro cinema, in questi eccezionali momenti, ha fatto di se stesso, si è tra l'altro avuta la conseguenza di una quasi mobilitazione del nostro romanzo come fornitore di spunti, ca¬ ratteri e vicende. A ptó nobile e utile espediente non si poteva ri- correre. Ciò significa che il no- stro cinema, lontano dall'essere cinema fin quando si era limitato a essere teatro (limato, ora tende a filmare più il capitolo che l'atto o la scena; ed' è assai probabile che per questa -via abbia ad essere un po' più cinema, possa mettersi in grado di trovare presto una sua fisionomia, specialmente se vorrà accostarsi ai capolavori letterari il meno che gli sarà possibile, e sceglierà invece i suoi soggetti in quelle medie regioni letterarie che meglio possono rispondere alle esigenze del film, e lasciargli una sua au tonomia. Oggi quella del romanzo appare una via maestra, battuta da molti produttori ansiosi di assi curarsi soggetti non banali; può darsi che si riveli domani una scorciatoia, per la quale il nostro cinema sarà giunto a trovare se stesso. Tra film, e romanzo la pa rentela è infatti assai stretta, co me struttura, ritmi, modulazioni, incastri; si impara di più a compone un film seguendo la tessi tura di un romanzo che non quel la di una commedia; e alcuni motivi di nostre tradizioni è probabile che dai sedicesimi abbiano a dare qualche suggerimento alla sequenza e all'inquadratura. Poi, speriamolo, verrà l'ora del film per il film; e alla figura dello scrittore, defunto o vivente, gran- *J ° ™s» «"*' J"£f£6rA,aXi?™ W5\ a,?f*a!fcpJ" mS^S^J^ «»T ty,'S&li"h}}^J'er*cS?iu 2™'f, \™&a_1P*rn,a ^J!l?n W' le i b o i a li e ni e o o a o e o i I , , , a o ¬ b-etti fornire ai suoi registi '' * * Anche Cent'anni, 11 romanzo di Rovani, diventerà, un film. — Ur* felice trovata ha ispirato lo spunto del «.oggetto de La fabbrica dell'imprevisto: dedicato all'ambiente cinematografico del nostri studi ai tempi de! emuto», e più Srecisamente nel 1911. Regia dil acopo Comin, fra gli Interpreti Maurizio D'Ancora e Nerlo Bernardi. — Felicità in pericolo, soggetto di Luigi Zampa, avrà la regìa dello atesso Zampa, con Ruby D'Alma, Jone Morino, Elvira Betrone e Nino Crisman. — Nei nostri studi sono attualmente al montaggio venticinque film e in lavorazione ventitré. — In Slovacchia, in Isvizzcra e in Romania 11 film italiano ha una diffusione sempre più crescente, grazie anche all'attività della «Nastup » di Bratislava, della « Seri > di Zurigo e dell'Ufficio Nazionale Cinematografico di Bukarest. * * Walter Jerven ha presentato a Berlino un film che gli è costato molta fatica e molte ricerche, senza dover girare un solo metro di follicela. Più che un film il suo un'antologia dei brani migliori del cinema muto e sonoro, disposti naturalmente in ordine cronologico; e l'interesse ne è tanto evidente da non comprendere come iniziative del genere rimangano poi nell'ambito di curiosi o di «spedalizzati», e non siano in vece, magari opportunamente adattate, poste dinanzi a un vero e proprio pubblico. Per quel che ci risulta, nè a suo tempo Vanto logia composta dalla « Cinema RMe thèque Francaise'h, né poi quella - composta dal nostro Centro Spe- rimentale hanno infatti avuto la e diffusione che si meritavano, o m. g. Cl

Luoghi citati: Berlino, Bratislava, Bukarest, Italia, Romania, Slovacchia, Zurigo