LE QUINDICI

LE QUINDICI LE QUINDICI L'ora delle domestiche. La domenica, alle quindici, le domestiche sciamano dalle case e corrono, vestite di giallo di rosso di verde d'azzurro e di viola, a popolare i parchi i giardini e % ^ustioni, dove le tre ore di libera uscita impiegano, o radunate a crocchio intorno a uno di quei grandi fogli che vendono i girovaghi, a cantar canzonette; o passeggiando m lunghe righe, a braccetto, a parlare del paese o d'Amore; o acquattate in luoghi riposti e segreti ad amare intensamente varie classi di giovani lavoratori. Ho scritto Amore con Va maiuscola, perchè l'amore delle domestiche è proprio il figlio di Venere, il piccolo dio mitologico, con arco e faretra, e chi ben sappia guardare il cielo può scorgerlo, la domenica, nei giardini o° ai bastioni, volare sul colorato e sussurrante sciame delle domestiche, e scagliar frecce contro un enorme cuore rosao, mentre intorno ai sentono misteriose voci sussurrare: « Mia maliarda » « Mia divina » « Sei tutta mia » < Dal primo giorno che. v'incontrai, signorina... » < Senza di te non posso vivere » « Ti regalo- quest'orologio perchè anche quando sarai lontano tu possa sentire i battiti del mio cuore ». Dal cuore trafitto cadono gocce di rosso liquido che non è sangue, benché gli amori delle domestiche non sono mai tragici, ma anilina; e inaieme alle gocce cadono pezzetti d'azzurro di cielo, di viola di tramonto, di verde di foglia, insieme a gialli i temoli dell'Amore: ed è perciò che i vestiti delle domestiche sono cosi vivacemente colorati. Essendo loro proibito l'amore dalle padrone, che lo praticano su vasta scala e non .sempre pulitamente, ma lo ritengono delitto nelle domestiche, queste, la domenica, lo celebrano con l'intensità e la passione dv. perseguitati celebranti riti vietati dalla legge. Non sono poche le domestiche che riescono a dedicarsi, nelle tre ore di libertà, a quattro, a cinque, e tavolta palino a sei giovani di seguito, i Suali, per lo più, sono garzoni i macellaio, di droghiere, di salumiere, ordinariamente non alti e sottili, ma bassi, tarchiati, dalle braccia corte e le gambe arcuate, la fronte molto bassa e i capelli a spazzola. Sulla guancia sinistra hanno nei con peli lunghissimi, duri come setole. Notevole la circonferenza dei loro polsi, ricoperti, specie nei garzoni di macellaio, di fitti peli rossicci. A questi giovani, forse a causa della fronte molto bassa (taluni hanno i capelli che partono addirittura dalle sopracciglia », vengono d'ordinario attribuite scarse doti di sensibilità e di fantasia. E' un errore. Chi di noi, di fronte a ,una domestica dalle dita tozze, corte (1), rosse e gonfie, dallo sguardo assolutamente inespressivo, i capelli unti di uno speciale grasso in cui l'odore di violetta inutilmente combatte contro quello di grasso rancido, le gambe a colonna prive di caviglia, riuscirebbe, inginocchiato, avvertendo dell'enorme peso di quelle mani nient'altro che il peso d'un fiore o d'un'ala di farfalla, a dire convinto, chiudendo gli occhi per l'estasi: « Mia maliarda, mia divina, mia signora e regina, sei tutta la mia vita » t Nessuno. Ma i garzoni sì. C'è eh* li paragona a Don Chisciotte che in Aldonza Lorenzo vedeva la Principessa Dulcinea del Toboso. Secondo me sono superiori al meraviglioso pazzo, il quale, oltre che pazzo, era furbo, e c'era molto ragionamento nella sua fantasia. I garzoni, invece, sentono solo l'odor di viole quando baciano i capelli delle domestiche, e i geloni 3on rubini quando ne baciano le mani. Tra domestiche e garzoni si usa ancora il « lei », appunto per quel suo senso di esagerato rispetto. Generose domestiche! Sono le sole donne che nell'Amore non pensino al matrimonio. Non calcolo o interesse le spinge tra le braccia dei garzoni, ma l'Amore, per il quale volentieri, rassegnate, sacrificano spesso quel celebre Onore, che nelle categorie più elevate è d'ordinario materia di processi e beghe giudiziarie. Generose domestiche che regalano ai fidanzati dai capelli a spazzola, sigarette, carta da lettere, fazzolettini ricamati e, quando essi partono, orologetti da polso. Spesso i garzoni fingono di partire per avere un orologetto da polso. Quale delitto ingannarle, poverette! Per mesi e mesi risparmiano sul salario, e finalmente intorno al polso dell'amato che parte mettono l'orologetto. « Ti regalo quest' orologio perchè anche quando sarai lontano tu possa sentire i battiti del mio cuore...» (2). Oh cuore delle domestiche, che riteniamo grosso e rozzo, e il suo battito, invece, è lieve come il tic tac d'un orologetto da polso! Garzone, quando sarai lontano, te Io metterai spesso all'orecchio v orologetto, secondo quanto hai giurato, oppure ti scorderai d'ascoltarlo, dimentico di colei che, china sui pavimenti, Zi lucida, li lucida, e suda, e suda, e manda odore di greggi, ma il suo cuore è lieve come un tic tac* Oh garzoni, ve ne prego, non ingannate le domestiche. Mosca (1) Si ritiene Rinatamente r-tie le ititi* delle domestiche ahhi.ino tinu filmine menu. (2) Il cuore delle iMnéttirtkl lm sessanta battiti al minuto.

Persone citate: Don Chisciotte, Garzone

Luoghi citati: Mosca