Il panno rosso davanti al toro

Il panno rosso davanti al toro L'IMPERO BRITANNICO IN GIUOCO Il panno rosso davanti al toro L'inglese è il tipo classico' dell'ostinato che per ripicco si riduce sulla paglia. Allorché Carlo Dickens pronunziava in Bleah House la sua furiosa requisitoria sulla Gran Cancelleria e sul procedimenti giudiziari che durano generazioni egli non avrebbe dovuto prendersela soltanto coi magistrati e coi causidici ma anche e soprattutto coi clienti dei medesimi. Dipingere nell'Inglese che sta in giudizio una tenera vittima trascinata al macello dalla nequizia togata e im- {jarruccata infestante gli studi egali del quartiere del Tempie non è esatto. In Inghilterra primo a voler lunga la lite è il litigante. Mediterraneo e Pacifico E' questo il paese dove per una questione di muro divisorio, per una servitù di passaggio, per un diritto d'acque la gente sacrificherebbe con entusiasmo sino all'ultimo pernii/. Virginia Woolf, tra le tante buàggini di quel pretensioso film a episodi che è Orlando, romanzo famoso nei due emisferi e credo anche presso gli esteromani intellettuali di un paese di mia conoscenza, disse una cosa giusta: « Wighs e tories, laburisti e liberali si battono per ragioni di prestigio. Non è l'amore del vero bensì li furore di aver ragione che spinge una provincia contro l'altra, una parrocchia contro l'altra e che fa applaudire alla rovina di entrambe. Tutti aspirano all'asservimenti del prossimo anziché al trio no della verità e all'esaltazione della virtù ». Verissimo. Il carattere litigioso degli Anglosassoni, del quale il cinematografo di lingua Inglese coi suol pugilati a getto continuo ha ormai istruito anche i più ignari, si manifesta infatti di preferenza nel maneggio degli affari politici. Quale processo privato procurerebbe a un attaccabrighe le soddisfazioni che gli è lecito attendersi da una contesa pubblica? Si immola volentieri un patrimonio per rovinare un vicino o diseredare un parente, ma quanto più vo¬ lentieri per scalzare un avversario politico, battere un partito, rovesciare un governo! Figuriamoci quando l'avversario è un paese straniero e quando il patrimonio da immolare non ci appartiene! E' il caso della guerra che gli Inglesi combattono contro malia. Provocata per dispetto, impostata per ripicco, essa continua ?er amor proprio e finirà con obbligare John Bull a deporre i bilanci. Chi vorrebbe mal porre a paro il valore rappresentato per l'Impero britannico dal possesso di Hong-Kong, di Singapore e dell'altre sue basi asiatiche con quello rappresentato dall'acquisto delle colonie italiane-d'Africa? Eppure gli In- Slesi stanno giocandosi la prima elle due poste pur di non rinunziare alla secondasi è detto che dal tentativo di cacciare l'Italia dalle sponde libiche dipende per Londra il recupero della sicurezza in Egit}° J* Mediterraneo e quindi la facoltà di dedicarsi intera alla guerra in Estremo Oriente. L argomento regge solo sino a un certo punto. Per reggere appieno bisognerebbe poter dimostrare che l'eventuale cacciata delle sue forze dalle rive meridionali del Mediterraneo basti a mettere l'Asse fuori combattimento anche sulle rive settentrionali di questo mare. Blso- fnerebbe, in altri termini, posseere la formula magica per prendere di peso l'Italia, te. Grecia e le isole dell'Arcipelago Jonio, a cominciare da Creta, e trasportarle altrove. In mancanza della lampada di Aladino la padronanza del Mediterraneo non è conseguibile se non occupando militarmente l'uno dopo l'altro tutti i territori che vi si affacciano. Ora basta enunciare un slmile assunto per misurarne il carattere spropositato. L'Asse non è stato espulso, fin qui, nemmeno dall'Africa! Dopo un anno e mezzo di lotta e di sacrifici, 1 varii CunnIngham e Auchinleck sono ancora al primo capitolo dell'opera necessaria all'eliminazione dell'Italia dal teatro della guerra. E dico al primo capitolo perchè nel bilancio strategico del conflitto l'occupazione dell'Etiopia non conta. Si è occupata l'Etiopia per dar soddisfazione al ripicchi di Eden, riportare in trionfo 11 Negus ad Addis Abeba e umiliare le ambizioni imperiali degli Italiani, ma l'utilità militare dell'impresa è nulla. Militarmente, sarebbe bastato agli Inglesi affondare 1 nostri sottomarini del Mar Rosso — quei sottomarini di cui viceversa più d'uno tornò sano e salvo in patria — e tagliare le comunicazioni marittime di Massaua e di Assab: prive di rifornimenti e ridotte alla difensiva, le forze del duca d'Aosta potevano benissimo restare dov'erano senza che l'economia generale della guerra ne risultasse seriamente alterata. Risentimento e ripicco Militarmente, l'azione da svolgere era un'altra: concentrare contro la Libia sin dal principio del conflitto le ingenti forze scioccamente impegnate in A.O. Per aver voluto anteporre il risentimento alla logica, si lasciò invece all'Asse 11 tempo di occupare la Grecia e le isole, il che significava permettergli di neutralizzare anticipatamente ogni eventuale successo britannico sulle sponde meridionali del Mediterraneo. Selassiè è ad Addis Abeba, dove procura già agli Alleati non pochi fastidi, ma il Mediterraneo, dopo tutti i sacrifici sostenuti, resta tutt'altro che un lago inglese. E chi oserebbe escludere a priori che una eventuale occupazione integrale della Libia, fortunatamente tuttora ipotetica, sgravando l'Asse dal peso d'una campagna oltremarina non si tradurrebbe domani per esso, tutto sommato, in un Incremento di libertà d'azione e di efficienza navale e multare? La soluzione radicale della guerra iteV'ana implica, Insomma, oggi come nel 1940, una serie di azioni marittime e terrestri di complessità e di durata Incalcolabili. Intanto, le posizlo- aio senso essa fa pensare alla ai vitali dell' Inghilterra In Estremo Oriente vacillano. Ma polche il risentimento, ripeto, è la base delle reazioni psicologiche di questo popolo e il risentimento contro l'Italia è maggiore che non quello contro 11 Giappone, dato che l'insurrezione italiana offende la superbia britannica molto di più che non l'insurrezione nipponica (nel jap, per quanto disprezzato, essendosi sempre veduto un rivale e un antagonista laddove nell'italiano non s'era mai voluto vedere se non un vassallo), vadano pure a rotoli gli interessi asiatici dell'Impero, e l'Australia tremi, e la temperatura dell'India si elevi, a patto che la guerra contro di noi segua il suo corso senza intoppi. Slmile al litigante caparbio, l'Inghilterra si giocherà contro l'Italia anche la camicia. In quo¬ Francia. La Francia depose le armi e si rassegnò all'armistizio per impedire a noi di giungere al Varo. L'Inghilterra compromette i propri! interessi imperiali per vendicarsi di noi. Per ambedue i paesi l'odio dell'Italia è stato come il panno rosso che acceca il toro nell'arena. Se l'Asse ebbe un torto — ma come prevedere gli errori altrui? — esso fu di non rendersi subito conto che, dal momento che l'Italia era costretta a battersi, i fronti italiani erano destinati a diventare, in omaggio a quel morboso fattore sentimentale, i fronti principali della guerra. C. P.

Persone citate: Carlo Dickens, John Bull, Negus, Selassiè, Virginia Woolf