La «I Sinfonia» di Martucci al Teatro di Torino

La «I Sinfonia» di Martucci al Teatro di Torino Concerti e Teatri La «I Sinfonia» di Martucci al Teatro di Torino a e o , a l o i e . L'udizione della prima sinfonia di Giuseppe MartuccI fa ripensare allo stato della composizione per orchestra in Ttalia c in Europa sulla Mne del secolo scorso, e il ripensamento conduce alla più schietta e riconoscente ammirazione per lui, che con la moralità della vita sociale e con la devozione all'arte resta esemplare nella vita musicale italiana. La data: 1895. L'operistica nostra, dopo 11 «Falstaff», declinava, ma ne durava In tutto il popolo il miraggio. Pochi e non fra i maggiori, avevano collaborato alla rinascita che il gran moto del concerti popolari a Torino, a Napoli, a Bologna, e la diffusione del sinfonistno tedesco sette-ottocentesco e della sinfonia nel dramma di Wagner, propiziavano. MartuccI, che di quel moto fu, come studioso, un apostolo, e, come direttore, un propagatore, vi concorse anche come compositore. Mentre fuori d'Italia il gusto musicale s'orientava con geniale novità di spiriti e di forme, Debussy e Strauss, egli per cultura e per limitazione di ingegno risaliva a Beethoven, alla Nona sinfonia specialmente, ricercandovi la tecnica, le forme che dovevano assicurare alla risorgente nostra attività sinfonietica la consistenza Ideale e la solidità. Limitazione d'ingegno, abbiamo detto senza velami. Celebrarne l'invenzione la vastità d'un personale mondo .arebbe adulazione. E tuttavia si deve ammettere che In lui si esprimeva più e meglio che In certi epigoni di Beethoven, di Wagner, di Branrns, una sensibilità e una intensità drammatica abbastanza pereonali. Sarebbe alquanto ingiusto preferirgli per esempio il Bruckner delle ultime sinfonie, che, venuto su in un paese tanto riwo •dd tradizioni slnipnlche, negligeva talvolta le grandi qualità,'per cosi dire, classiche. Lo sforzo del Martu-ccl fu nobilissimo. La meta, che s'era prefissa, venne raggiunta con quella tenacia e modestia che gli erano proprie. La sua prima Blnfonla è magistrale e improntata di durevoli e coerenti stati d'animo. In un saggio analitico, che non va dimenticato. Luigi Torchi si affrettò a documentare la compattezza organica e la vita sentimentale dei quattro tempi. E ancora ne appare la sanità e I impulso, pudico e raccolto, analogo perciò al temperamento di lui. La dialettica sostanziosità tematica dell'Allegro in cui la logica non si disgiunge dal pathos, l'espansività dell'Andante affidata soprattutto al violoncello solista e alla ripresa del violini, l'agile brio dell'Allegretto, la complessità del Finale in cui il tema del primo tenvpo riappare: e insieme l'armonia più appropriata all'essenza delle melodie e di per sé eloquente, e l'ietrumentazlone, che bì giova delle risorse ohe furono già beethovenlane e ammodernandosi non strafa, tutto ciò risponde alla data, 1895, e non perciò sa di invecchiato. Gli è che la probità, fondamento dell'arte e della vita dei MartuccI, è una difesa naturale anche contro i tarli del tempo. Quest'opera fu preceduta nel concerto d'Iersera al Torino dalla «ouverture » • tale la denominazione originale - della « Sposa venduta » di Smctana, dalle «Danze di Oalanta» del Kodaly, dalla «Fantasia da concerto» di Franco D'Acchlardl (nato a Livorno nel 1901). E a queste composizioni il maestro Franco Ferrara, che dirigeva l'orchestra dcll'Eiar, diede la giusta dinamica e gli opportuni colori, con una scandita vivacità che e sicuro indizio di musicale temperamento. La sinfonia di Martuoci poi, «alvo qualche veemenza fonica alla quale l'autore non sarebbe stato incline, risultò ottimamente, chiara nel giuoco dei temi, affettuosa, delicata, equilibrata. Ti successo del giovane direttore fu anche stavolta unanime e caloroso. a. d. c.

Persone citate: Beethoven, Bruckner, Debussy, Franco D'acchlardl, Franco Ferrara, Giuseppe Martucci, Kodaly, Martucci, Strauss

Luoghi citati: Bologna, Europa, Italia, Livorno, Napoli, Torino