Cronache del cielo

Cronache del cielo Cronache del cielo Nel corso di un intelligente articolo riguardante la collaborazione aéroterrestre e aeronavale apparso su Le vie dell'Aria, Riccardo Moizo dedica alla ricognizione terrestre e marittima queste parole: « Della ricognizione, a cui fa parte l'importantissimo compito del collegamento aereo, non si parla che ratamente, perchè quasi mai appariscente e perche considerata ormai pacificamente come il presupposto naturale di ogni operazione bellica, nonché insita in ogni operazione aerea. Ma quanta energia fisica e morale, quanta tenace abnegazione e quale tributo di sangue perchè il suo apporto sia reale ed efficace.' Essa costituisce uno degli aspetti caratteristici della collaborazione fra le tre forze armate, il primo, anzi, in ordine.di tempo. Da essa sono nati gli osservatori aerei dell'Esercito e della Marina, le cui funzioni e il cui ordinamento variano ogni tanto nei tentativi di conciliare sempre meglio le esigenze delle forze armate di cui rappresentano l'anello di congiunzirmr. ma che in trent'anni di esistenza hanno suggellato col sangue sparso in comune in innumerevoli gloriosi episodii i vincoli fattivi di fraterna solidarietà che li uniscono ai camerati dell'Aeronautica. < Onore ai gloriosi equipaggi della osservazione aerea! ». Parole giustissime, sacrosante. Raramente si è costretti aparlare degli equipaggi della ricognizione aerea, mentre, a simigliamo del personale dei Servizi aerei speciali, essi svolgono un'opera silente, preziosa, infaticabile, rischiosissima. Opera diuturna e chirurgica. Scrinare il terreno, interpretare le particolarità topografiche che, abilmente contraffatte, lavorano in consulta col nemico, percorrere distese di mare alla ricerca di navi nemiche, controllare l'efficacia di un'azione distruttrice, studiare i movimenti di truppe avversarie, intuirne le possiMiità e le intenzioni; tutto questo sfidando i più gravi, certi pericoli. Jl ricognitore agisce nella solitudine; fida solo in se stesso e verso se stesso non può transigere in quanto troppo gravi 30- no le responsabilità e troppo importanti i compiti che gli sono affidati. Zia ricognizione, simbolo eroico dell'autentica e auspicata collaborazione tra esercito, marina e aviazione, è la condizione per Io svolgimento di ogni piano opeiativo. I piloti, gli ufficiali osservatori, gli specialisti di questa specialità conoscono il privilegio grandissimo d'essere il perno invisibile ma essenziale della vittoria, e * * Sentite questa. E' di marca americana. Fra le misure che il lieto governo statunitense prenderebbe per... salvaguardarsi nella battaglia dell'Atlantico e del Pacifico, vi sarebbe la seguente: l'instatlazione di apparecchi da caccia a bordo di piroscafi mercantili facenti parte di convogli transatlantici. Questi aerei da caccia dovrebbero essere pronti a decollare non appena fossero avvistati aeroplani nemici, ■ Sì domanda: come decolleranno questi caccia dai ponti delle normali navi mercantili se si esclude la catapulta?... Forse sgattaiolando furbescamente tra ponti scalette e comignoli t Ammettendo pure il prestigioso de~ collo dove atterrerà l'apparecchio ad azione ultimata f Alla prima domanda nessuno risponde. Forse il decollo è considerato di scarsa importanza. Al secondo intei-rogattvo gli americani rispondono invece con assoluta precisione: l'aereo dopo l'azione, raggiungerà la più vicina base terrestre o, in mancanza di un'isola a portata di mano, dovrà ammarare, alla meglio, nell'immediata prossimità del convoglio. L'equipaggio verrà ripescato (salvo incidenti!) e l'aeroplano abbandonato al suo destino. L'intelligenza di questa iniziativa è degna degli americani. I fogli inglesi sono diventati la sede pubblicitaria dell'aereo americano Aircobra. Più volte, in queste stesse cronache, avevamo seguito la nascita, poi l'infanzia ed infine la sufficiente giovinezza di un curioso caccia americano: VAircobra, monoplano da caccia triciclo. Gli inglesi per lungo tempo furono costretti a polemizzare vivacemente perchè l'America non trovava mai abbastanza opportuno il momento per fornire al paese alleato una serie di nuovi caccia. Finalmente qualche rarissimo Aircobra ha solcato i cieli di Albione. E allora l'avvenimento tanto atteso è. divenuto la ragione di una grande campagna pubblicitaria. L'Aircobra è un buon apparecchio: la sua caratteristica principale è l'installazione del motore nell'interno della fusoliera dietro il posto del pilota. E' certamente una'novità: la realizzazione è stata resa possibile dalla ntccia a punto del prolungamento d'nll'asse dell'elica, in modo da poter trasmettere, dal motore, il movimento all'elica piazzata sulla punta della fusoliera profilatissima. I vantaggi di una simile realizzazione appaiono i seguenti: linea aerodinamica spinta all'eccesso, visibilità eccellente al pilota, grande manovrabilità (in quanto il maggior peso è vicino al centro di gravità del velivolo). II carrello a triciclo (una ruota posta sotto la prua) presenta questi vantaggi: eliminazione di salti e diminuzione del rullaggio per la perdita di abbrivo nell'atterraggio, sufficiente manovrabilità, a tvrra, con presenza anche di t.entt laterali, decollo più rapido. L'armamento è ottimo; un cannone (attraverso il mozzo dell'elica), 4 mitragliatrici alari 7,7, 2 frontali 1.2,7. La velocità massima dell'apparecchio supera i 500 chilometri all'ora, velocità di crociera iSO km. ora, autonomia normale km. 1098, motore Allison (12 cilindri da 1150 Cv.). L'apparecchio è brillante, ma non raggiunge le caratteristiche dei nostri caccia. Tutta l'aeronautica americana sarà fornita dalla Curtlss con gran numero di questi nuovi aerei; ma gli entusiasmi e gli alleluia debbono essere assai diminuiti d'intensità con l'apparizione, nei cieli nemici, dei nostri caccia formidabili. .Ancor più basso appare il barometro dell'entusiasmo in Inghilterra ove VAircobra se è apparso trionfalmente (in pochissimi esemplari), con lo scoppio delle ostilità nel Pacifico diraderà certamente, e in modo definitivo dato l'andamento delle operazioni, le sue auspicatissime visite. * * Tecnici stranieri si logorano nella ricerca del pioniere del volo in picchiata. Nessuno, o pochissimi, parlano dell' Italia. Nessuno ricorda il maggiore alessandrino Pietro Minetti. Minetti dopo aver frequentato un corso in Francia, se ne ritornò in Italia, nel 1912, con un «Bleriot » acquistato per 24.000 lire dal famoso Pegoud. Nel dicembre del 1912 • il maggiore Minetti iniziò importanti-esperienze (nei capannoni di Gabardini) per la realizzazione della discesa verticale; disegnò piani di profondità speciali da applicarsi ai timoni in modo da poter rendere possibile la caduta, su di una traiettoria pressoché verticale, dell'apparecchio. n 13 di agosto 1913, nel cielo della piazza d'armi di Baggio, Minetti tentava la prova in pubblico. L'apparecchio si levò sino a 1500 metri e da quella quota si lasciò cadere, sibilando, verticalmente. Urla del pubblico, emozioni indescrivibili. La folla.non nutriva eccessiva fiducia nell'esperimento! A cinquanta metri dal suolo, V apparecchio, come per miracolo, si riconduceva, su manovra elegante, in linea di volo e, planando, atterrava in un brevissimo tratto di terreno. Fu questo uno dei primissimi esperimenti autentici di volo in picchiata. E, naturalmente, di .marca italiana. Maner Lualdi I gloriosi equipaggi della ricognizione-Aeroplani da caccia sulle navi mercantili?. -. L'Aircobra: jeaccia americano, speranza inglese - Primi esperimenti di "volo in picchiata,,

Persone citate: Baggio, Bleriot, Maner Lualdi I, Minetti, Pietro Minetti, Riccardo Moizo

Luoghi citati: America, Inghilterra, Italia