I turchi sentono la guerra

I turchi sentono la guerra OMBRE SULLE OASI NEUTRE I turchi sentono la guerra Difficoltà a tavola, negli affari, nei commerci - Pane e patate ■ Poca roba giunge da lontano: i fornitori pensano ai casi propri, le comunicazioni sono difficili e lente - La crisi dei trasporti per mancanza di gomma ISTANBUL, gennaio. Ho accompagnato dal sarto un amico che andava a fare l'ultima prova e ho sentito il sarto raccogliere ringraziamenti a iosa per aver terminato l'abito in un mese appena. Ha detto il sarto, con l'aria d'uno che sapeva che 1 ringraziamenti gli erano dovuti: « Ordinazioni nuove per un mese io non ne accetto addirittura, e quando ricomincerò ad accettarne, la clientela sarà servita secondo un turno inviolabile. Io so benissimo quello che c'è nella guardaroba dei miei clienti e a quelli che hanno trenta o quaranta vestiti adesso, se si presentano, rispondo gentilmente picche. Questo il guaio, caro signore, questo il guaio: chi s'accontentava di un vestito oggi ne vuole due, e Invece d'un paio di scarpe se ne ordinano quattro. Per giunta non c'è mano d'opera: i lavoranti sono nelle caserme ». II castigo di Murad (V Siamo dunque « a questo punto » anche qui. E' vero: i calzolai sono peggio dei sarti e le sarte per signora peggio degli uni e degli altri. Prime ombre sull'oasi di benessere turca, inizi di discesa del sipario sul paradiso indigeno dove, fino a poco tempo addietro si trovava, sebbene non sempre a buon mercato, tutto. Alla fine di novembre il vali d'Istanbul smentì le voci di prossimo razionamento del pane, generate dalla distribuzione di schede per un censimento della popolazione, ma mentre io scrivo 11 razionamento è alle porte e quando voi leggerete sarà forse già venuto, almeno nei maggiori centri: Istanbul, Ankara, Smirne. Il criterio adottato è il solito: più pane a chi fa lavori pesanti. E il pane è salito di prezzo. La denunzia delle scorte di riso è diventata obbligatoria. Per ridurre il consumo delle vivande considerate di lusso, è allo studio un progetto per limitare il numero dei piatti che potranno essere serviti onei ristoranti. Si parla di quattro: carne, pesce, legumi e dolci. Sono però già tre settimane che certi dolci e certa roba confezionata con la farina sono scomparsi dalle botteghe e dalle tavole: addio paste, pasticcini e biscotti, addio baklava e addio beurek, deliziosa frittella al formaggio cotta nell'olio, molto nota anche anche nell'Italia .meridionale, della quale si usava quasi fare indigestione prima ancora del pasto. Togliere ai turchi 1 beurek significa castigarli in maniera severissima; togliere anche il dolce baklava significa volere proprio inasprire la pena. A riprova vi dirò che trecento anni addietro Murad IV si valse proprio di tali castighi per punire i giannizzeri i quali non volevano saperne di partecipare alla campagna di Bagdad. Per calmare la capricciosa soldatesca il sultano le fece • sapere che non avrebbe dovuto andare in guerra, ma senti poi che i giannizzeri esultanti- banchettavano a base di beurek e dolciumi. Murad perde allora la pazienza e ragionò, pur essendo in età giovanissima, in maniera irreprensibile: che farà questa gente quando io sarò strpptzslontano, se mentre io sto per par-ltlre per il fronte (località che a a o a a e a a e a quel tempi si raggiungeva adagio e con mezzi non troppo comodi) gozzoviglia? Ci pensò un poco sopra, indi proibì con apposito firmano la confezione del baklava e dei beurek e siccome il firmano che revocò il divieto bisognò aspettarlo un pezzo, i venditori di questi articoli, per non morire di fame, si diedero ad altri commerci, gli uni trasformando le botteghe In caffè o ristoranti — come sta avvenendo anche oggi — gli altri, e fu mutamento più radicale, trasformandosi in venditori di carbone e di legna. Però ignoro come reagirono i giannizzeri: appena avrò tempo, farò ricerche in qualche biblioteca. arcdbdzdvgmatvngsptczgdnzsac , o e a . ò d i i . e a e Il Governo turco adotta le misure" restrittive con evidente riluttanza, ma è chiaro che il carattere < mondiale », nel uenso più ampio della parola, assunto dalla presente conflagrazione, l'ha spinto, negli ultimi giorni, a non dilazionare ulteriormente misure che sembrano inevitabili. a o o e e i , i n e e ò e La trovata del conte Csaky • Pochi mesi. fa veniva spiegato al popolo l'effetto della guerra di riportare le distanze fra paesi e continenti alle proporzioni del Medio Evo e la conseguente imposslbilità di completare, con l'aiuto dell'estero, l'iniziata industrializzazione e di colmare le deficienze della produzione. La crisi che travolge il mondo, ha scritto in argomento Vlkdam, ha costretto molte nazioni a curarsi solo degli affari propri! e i venditori che un tempo restavano tenaci dietro la vostra porta oggi non rispondono neppure se li chiamate. Col propagarsi della guerra europea all'Estremo Oriente e all'America, la posizione della Turchia è diventata ancora più difficile, essendo cresciuti gli ostacoli alle sue relazioni internazionali (essendosi aggravate, ha detto il Vafcit, le condizioni della sua siourezza esterna), col risultato che siccome la zona nella quale si svolgevano gli scambi turchi è arena di conflitto, al paese non rimane altro da fare che contare unicamente sulle prò prie risorse economiche. Sino alla vigilia delle ostilità fra Giappone e America, esìsteva la speranza di coprire con importazioni il deficit nella produzione granaria, e alle Importazioni il Governo voleva effettivamente ricorrere: oggi prudenza elementare impone di considerare tale speranza svanita e di provvedere ai bisogni più essenziali. Tale ormai è l'estensione del conflitto, che i neutri sono tenuti a vivere esattamente come i belligeranti, « essendovi spietate leggi, di natura alle quali nessuno può sottrarsi ». Insomma la nuova fase preoccupa in modo palese la Turchia che, tanto per rimanere nel campo dell'approvvigionamento, deve per primo portare al massimo possibile la sua produzione di grano, in pari tempo riducendo al massimo il consumo. I tecnici invocano un programma di produzione, ma le semine d'autunno sono già fatte e, se mai, ora si può pensare a coltivare più granturco, più avena o più patate, per quanto la patata in Turchia la si coltivi poco e solo nella regione di Adapagar. Ma si deciderà il turco, di campagna e di città, a riconoscere anche alla patata un altissimo potere nutritivo? In Ungheria, altro paese fortemente agricolo, la coltura della patata, a suo tempo, ebbe diffusione grazie ad un trucco — si racconta — ideato da un conte Csaky, il quale per stimolare i contadini ad imitarlo pensò di suscitarne curiosità ed invidia facendo sorvegliare con rigore 11 suo campo di patate da guardiani che al momento opportuno sapevano di dover voltar le spalle: e sera per sera 1 guardiani riferivano al conte che c'erano stati dieci, venti, trenta curiosi e alla fine saltò fuori che dei curiosi parecchi s'erano messi a coltivare patate anche loro. I primi però confessarono ai guardiani che la minestra fatta con quelle foglie non sapeva di nulla. « O scemi, risposero i guardiani sottovoce; il nostro padrone non mangia mica le foglie. Il conte mangia quello che sta sottoterra ». E cosi la patata s'affermò in Ungheria. Se il sistema sia applicabile dovunque, e anche in guerra, non so. Importazioni e speculazioni Rincaro e razionamento del pane sono stati accolti dal popolo con calma e fiducia, tutti sapendo che se il Governo ricorre a provvedimenti del genere si trova nell'assoluta necessità di farlo. Pure si aspetta di vedere in cbmnfllatdelaIDaclgugvnègddsztmvggGgmripd i l i ò a o r n o n e e a a a o i e a e i e i o e o a l ò che modo verrà regolata la distribuzione del té e di certi prodotti manufatti compresi in una lista non ancora nota. Prodotti manufatti stranieri ne arrivavano dall'America per la via di Bassora e la ferrovia di Bagdad, dall'Inghilterra, nella misura consentita, dalla situazione nel Mediterraneo e dalle disponibilità del tonnellaggio turco, attraverso i porti di Istanbul, Alessandrctta e Smirne. Dall'Europa centrale da mesi non arriva più nulla, a parte la merce tanto pregiata da giustificare l'ingente spesa del traspòrto in grossi autocarri fra Svilengrad, ultima stazione ferroviaria bulgara, e la prima stazione ferroviaria su territorio turco: com'è noto, la linea dell'Orlent Express è diventata inutilizzàbile in seguito alla distruzione, effettuata dai turchi nello scorso aprile, di due ponti, e di questi ponti uno è stato già rifatto dall'organizzazione tedesca Todt, mentre l'altro, se il tempo e le piene lo permetteranno, potrà essere finito verso l'aprile. Quanto alla navigazione nel Mar Nere, lo stato di guerra l'ha ridotta al minimo e il Governo turco permette di navigare solo alle piccole navi con motore ausiliario di stazza inferiore alle trecento tonnellate, che possono tenersi nelle vicinanze della costa. La faticosa ricerca di soluzioni e di mezzi è continua, come contlnuo il crescere degli ostacoli. Un piccolo esempio (che poi non tanto piccolo): la sola Istanbul avrebbe bisogno per le vetture di piazza — le macchine del privati sono eliminate dalla circolazione — di duemila .pneumatici nuovi la più recente assegnazione è stata invece di soli 120 pezzi. Si dice che nel porto di Bassora siano giacenti altri quattromila pezzi provenienti d'oltremare, ma le ferrovie irachiane non hanno vagoni disponibili per tali trasporti e i pneumatici arriveranno in Turchia solo se i turchi manderanno a Bassora materiale rotabile. Esiste una speculazione? Senza dubbio: e tanto forte, che la Grande Assemblea Nazionale modifica la legge per la difesa della nazione appunto per aggravare le pene a carico degli speculatori pene fra le quali si vorrebbe in eludere la capitale. Per eludere le disposizioni che impediscono di vendere la merce esposta nelle vetrine maggiorando i prezzi, 1 negozianti mettevano vicino agli oggetti cartelli con la scritta: « Venduto »; questi cartelli sono stati proibiti, e ne sono comparsi altri con la dicitura: « Su ordinazione ». La polizia va alla ricerca della merce nascosta in attesa di prezzi migliori e i tribunali affibbiano due e tre anni di confino e forti ammende ai responsabili di questo delitto, confiscando al tempo stesso la merce. Nuove, misure, abbiamo detto, verranno. La necessità per il neutrale di sottoporsl a sua volta all'economia ed al regime di guerra è ormai diventata, la caratteristica del conflitto che investe continenti. : jItalo Zìngarelli

Persone citate: Csaky, Murad, Murad Iv, Pure, Todt