l turchi di Russia

l turchi di Russia l turchi di Russia Oltre ventidue milioni di individui divisi in varie regioni, in vari gruppi, da decine di anni tentano invano di affermare la loro nazionalità (Dal nostro inviato) IISTANBUL, gennaio, jDopo alcuni articoli pubblicati, | nell'estate scorsa, dal Tasvirb Bfkar, attorno ai turchi di Russia qui s'è rifatto il silenzio: pensarci sempre, pare sia il motto, e non parlarne mai. Ma è rimasto ben poco, in vetrina, il libro di Gerhard von Mende sulla lotta nazionale del turchi di Russia, che per essere stato pubblicato a Berlino nel 1936 nemmeno può apparire ispirato da una propaganda molto attuale: attuale è viceversa sembrata al libraio la questione e le copie ordinate, infatti, han trovato compratori alla svelta. Scomparse la Monarchia absburgica e la Turchia sultaniale, la Confederazione sovietica è l'unico grande Stato di nazionalità che esista al mondo, e chi si occupa delle vicende e della sorte delle minoranze viventi nell'elefantesco organismo s'accorge che i bolscevichi battono la stessa strada del regime Earista: siano pur cambiate le definizioni, e con esse i metodi, identico è l'obiettivo — russificare — identica l'Intolleranza nel raggiungerlo. I metodi si sono raffinati in quanto in teoria si proclamano principi d'uguaglianza e fraternità; la pratica si dimostra più spietata, perchè un appello a questi principi! si fa presto a definirlo attentato all'unità dello Stato. Tentativi sotto gli Zar I due maggiori gruppi etnici viventi nella confederazione affianco, o sotto, ai russi sono gli ucraini, che 1 censimenti sovietici fanno ascendere a 32 milioni, ed i turchi, che sarebbero in 17 milioni . appena; in Turchia, coloro che si interessano del problema parlano del doppio all'incirca; chi voglia tenersi nel giusto mezzo può comunque calcolare che 1 turchi delle varie stirpi ammontino a 22 mi' lioni e qualche cosa. Gli ucraini hanno il vantaggio di abitare riu niti, per i due terzi, nel sud, 1 turchi sono invece dispersi in varli territorii ed il frazionamento offre modo ai governanti di fomentare le scissioni ed impedire ogni uni ficazione culturale e linguistica. Se fra questi turchi esiste solidarietà 10 si deve all'Islam, il quale non da ieri, bensì da secoli, si rivela l'unica forza o barriera contro la massa russa. Da religioso che era 11 vincolo s'è fatto nazionale, e senza l'Islam è certo che le persecuzioni compiute ai tempi di Pietro il grande e di Elisabetta avrebbero, russificando e cristianizzando, soppresso tradizioni, cultura e lingua di un popolo che, per giunta, non sa verso quale centro nazionale di attrazione rivolgere 11 suo sguardo. In Europa, tutti i movimenti irredentistici hanno ricavato calore e luce da focolari e da fari che si trovavano oltre frontiera, ed i Governi nella cui giuri Edizione i focolari ed 1 fari sorge vano concessero sempre un ap poggio per lo meno tacito: ma al tempo degli Zar i turchi-di Russia invano avrebbero sperato sostegno dall'Impero ottomano, la cui im potenza politica era troppo nota a Pietroburgo e all'universo intero, e quanto alla Turchia kema lista neppur essa — come vedremo — ha mal preso iniziative; al contrario (11 che non impedisce che tutti qui sanno essere l'Aserbaigian, conquistato dagli esercì ti zaristi nel 1814, la naturile continuazione della Turchia) Divisi, dal punto di vista dell'agglomeramento, in quattro grandi gruppi — turchi dell'Asia centrale, che sono poi 1 meno sensibili all'idea nazionale, casachi, turchi del Volga e turchi dell'Aserbaigian — i turchi di Russia hanno dato le maggiori prove della loro coscienza nazionale nel periodo che va dagl'inizi del secolo fino alla rivoluzione bolscevica, e anche dopo, appunto perchè in questo spazio di tempo si sono verificati fatti 1 quali potevano infondere in essi la fede in radicali mutamenti. Quando al 17 di aprile del 1905 un rescritto imperiale proclamò la tolleranza di tutte le religioni, e quando ai 17 di ottobre dello stesso anno un massaggio dello Zar, annunziando le elezioni alla Duma, lasciò credere poste le basi della libertà civile, anche 1 turchi poterono esprimere attraverso la stampa 1 loro desiderata e poterono, avendo alla Duma un gruppo sia pure piccolo di deputati, far sentire la loro voce. La reazione del 1909 I molti periodici, le molte case editrici ebbero poi, grazie alla rivincita della censura, vita breve, ma la fiamma era accesa. I musulmani avevano fino allora vissuto in un tale stato d'inferiorità, che erano esclusi, o quasi, dalle università e dall'esercizio dell'avvocatura, non potevano raggiungere le più alte cariche dell'amministrazione statale e come ufficiali dovevano concludere la carriera col grado di colonnelli, perciò lagnanze ce n'erano da formulare, e molte, In quell'epoca, nel 1905, l'illusione di un rinnovamento della Russia ebbe l'effetto di stimolare i turchi a riunirsi per poter meglio affrontare l'elemento slavo e li riempi di un sentimento di sicurezza nelle proprie forze che fini col fare apparire superflua la ricerca di appoggi nell'Impero ottomano, che del resto nicchiava, tutto quel movimento sembrandogli un peso per la sua politica interna ed estera, A conclusioni analoghe, partendo da premesse opposte, arrivò aifche Pietroburgo, specialmente all'indomani della vittoria, a Costantinopoli, del comitato Unione e progresso e della successiva prò clamazlone della costituzione turca (della presidenza dell'Unione e progresso fu pure^tmmeBSo a far parte un turco del Caucaso, quindi suddito russo, Ali Hussein Zade) : Pietroburgo interpretò come pericoloso panislamismo ogni ten denza progressista turca e vide i suoi soggetti all'opera per fondare, quando a Dio fosse piaciuto, una repubblica panturca, sicché la polizia mise gli occhi bene addosso al fautori deH autonomia na- zionale dei musulmani, inscenar- lS^£WfiKiSbin „ in soccorso della madrepatria arruolandosi come volontari, elargendo danaro alla Mezzaluna rossa, o prestando servizio negli ospedali, e alla stessa epoca risale la fondazione del primo Turk Oglak, o focolare turco, che segnò per 1. patrioti il primo giorno « della rinascita nazionale e religiosa dei popoli turco e tartaro >. La lotta con i bolscevichi Data non meno importante fu il febbraio del 1917: scoppia, durante la guerra, la prima rivoluzione, e i turchi di Russia si credono in presenza d'una nuova occasione per tradurre in realtà vecchie speranze, che per taluni si spingevano all'autonomia territoriale entro l'ambito d'una federazione russa. La rivoluzione sbandierava un programma di lotta alle oppressioni di carattere sia sociale che nazionale, quindi era necessario aderire. Ma entro l'anno, e durante la successiva guerra civile, mano mano che i bolscevichi andarono prendendo piede, ogni e qualsiasi istituzione turca basata sul principio dell'autonomia nazionale — culturale politica militare — fu travolta e distrutta, e le velleità di resistenza maomettane ai nuovi padroni, velleità che avrebbero potuto spingerli a schierarsi dalla parte dei bianchi, si spensero anche perchè l'ammiraglio Kolciak, commettendo, in materia di nazionalità gli stessi errori di Denikin, privò i turchi di tutte le conquiste realizzate, dichiarando per lui valide le vecchie leggi. La lotta fra bolscevichi e nazionalisti turchi fu sanguinosissima nell'Aserbaigian, che s'era pronunciato per la formula del legame territoriale-federale: al rifiuto di consegnare le armi, 1 bolscevichi scagliarono contro i maomettani reggimenti armeni, che nella sola giornata del 18 marzo 1918 massacrarono dodicimila lì ^ bEnver Kà- rarlcatc;da! Governo sovietico di recarsi nel Turkestan per cercare di comporre una rivolta scoppiata pure 11, si schierò dalla parte dei ribelli, contro le truppe rosse. Uno dopo l'altro, 1 gruppi etnici turchi sono stati tutti bolscevizzati, e non uno ha potuto staccarsi dall'organismo statale sostituitosi allo zarista. H bolscevismo si proclama « nazionale nella forma e socialista nel contenuto »: ma 11 bolscevismo non permette alle minoranze nazionali viventi entro i suol confini di gravitare spiritualmente verso i ceppi al di là delle frontiere: per non dargli ombra e non apparire in contrasto con questo principio gelosamente difeso, la Turchia kemalista non ha più fatto accogliere turchi di Russia nel Turk Oglak, ha invitato i capi degli emigrati politici a trasferirsi altrove ed ha proibito la pubblicazione di periodici che riguardavano il movimento irredentista. Abbandonati alle loro forze ed alla fede nell'Islam, che è la sola a sorreggerli — dicevamo — 1 turchi di Russia fanno esperienze agli antipodi con quelle promesse da un programma che rinnegava la nazionalità per 1 russi come per 1 non russi: per 11 numero prevalente, per la maggiore diffusione della loro cultura e della loro lingua, i russi sono e saranno sempre i padroni, e la russificazione agognata dallo zarismo non subisce soste. I principii enunciati in materia di nazionalità dal partite comunista ai 2 di novembre del 1917 se ne sono andati a carte quarantanove: chi voglia conoscerli deve andarli a scovare in archivio. Per aver sostenuto l'idea d'uno stato turanico entro l'Unione sovietica, nel 1929 Sultangalieff, un tartaro di Kazan, è finito sulla forca assieme ai suoi seguaci, e la nazione turca ha cosi perso quasi tutti i suoi capi, colpevoli di aver creduto nella libertà elargita dal bolscevismo. In nessun luogo le amministrazioni locali possono essere dette nazionali, perchè nelle alte cari che seggono russi mandati dr.lla centrale, e in tutte le amministrazioni si parla russo. La latinizzazione ha poi dato al dialetti delle varie stirpi turche un alfabeto proprio e questo ha reso ai turchi i,i-rr„-i„ >M„f„„,i„„„i „„_ , più difficile l'intendersi per iscrit- to e l'addivenire ad una unifica-1 ' zlono della lingua. Ibrahimoff, oppostosi a tale riforma — « Io temo, dichiarò al primo congresso turcologo di Baku, nel '26, che se dico essere la scrittura latina un grave pericolo sarò accusato di panturchismo » — ha dovuto andare in esilio. Nella vita quotidiana, nelle fabbriche e nelle campagne, se turchi e russi lavorano insieme, i proletari russi non considerano i turchi degli uguali, e tipico è il malcontento manifestato dai russi allorchè nel 1933, nell'Asia centrale, del turchi vennero adibiti ai trasporti. In simile atmosfera è ormai destino che ogni comunista turco si trasformi suo malgrado in un nazionalista, ma è destino di tutti i turchi di Russia subire la situazióne odierna fino al giorno in cui l'Unione sovietica non risenta di gravi scosse. Italo Zingarellì

Persone citate: Ali Hussein Zade, Denikin, Gerhard Von Mende, Italo Zingarellì, Kazan, Mezzaluna, Turk