I GIAPPONESI ALLE PORTE e la sfiducia negli alleati

I GIAPPONESI ALLE PORTE e la sfiducia negli alleati LA CRISI AUSTRALIANA I GIAPPONESI ALLE PORTE e la sfiducia negli alleati Vivace requisitoria contro la politica accentratrice di Chur chili - Un esperto militare inviato da Canberra a Washington Lisbona, 6 gennaio. E' molto curioso che, in questo momento, l'australiano che ha preso più a cuore la difesa del lealismo britannico contro lo stesso capo del governo Curtin, sia il vecchio W. M. Hughes, che fu a sua volta primo ministro australiano durante la prima guerra mondiale. W. H. Hughes si guadagnò a Versailles un'enorme popolarità, soprattutto per il fatto di essere sordo come una campana e di porgere ai suoi interlocutori l'imboccatura di uh elaborato cornetto acustico. Hughes era già anziano allora. Deve ora essere decrepito al punto di aver perduto buona parte della sua memoria insieme col resto del suo udito. Altrimenti, potrebbe forse ricordarsi che la frase: «Io saluto con gioia ogni nave da guerra degli Stati Uniti che viene varata nel Pacifico » fu pronunciata una ventina di anni fa proprio da lui: W. H. Hughes. Disaccordo cronico Noi lo credevamo proprio morto. Sentir la sua voce è stata una vera sorpresa. L'Australia ha sempre guardato agli Stati Uniti. Il Canada ha sempre guardato agli Stati Uniti. Non è un mistero per nessuno che l'Australia e il Canada furono antigiapponesi, insieme agli Stati Uniti, mentre l'Inghilterra era amica ed alleata del Giappone, a partire dalla prima grossa avventura giapponese in Manciuria e a Ciapei, nel 1931 e nel 1932. Allora flnghilterra per l'ultima volta cercò di andare d'accordo con tutti. Un anno dopo, nel 1933, a Londra, dovette decidersi tra gli Stati Uniti e i Domini!. E' un fatto che la vecchia Inghilterra sempre predilesse il Giappone come elemento della sua politica antirussa e antiamericana, nell'Estremo Oriente. E' stata l'Inghilterra delle sanzioni e degli aiuti alla Spagna che assaggio la prima umiliazione de) giapponesi di Scìangai. Si può dire che ad un certo punto l'Inghilterra, si decise per gli Stati Uniti, contro il Giappone. E', perciò, per lo meno esagerata tutta questa indignazione perchè oggi tanto i canadesi che gli australiani si siano decisi per gli Stati Uniti. I canadesi sono stati i primi a sentire l'artiglio della guerra in Estremo Oriente; la quasi totalità della guarnigione di Hong Kong era canadese. Il fatto che Churchill nei suoi discorsi e nelle sue interviste di Ottawa non abbia risparmiato gli elogi a questa guarnigione, per fi fatto di avere resistito sette giorni nella difesa di una fortezza che si reputava potesse e dovesse resistere almeno un mese, e cioè fino all'arrivo dei rinforzi, non è certamente bastato a toglier dalla mente dei canadesi l'idea che quel la guarnigione fu sacrificata inutilmente-e che tutto è stato vano perchè ancora una volta le forze britanniche non sono arrivate in tempo, e neppure partite. La tesi di Churchill che i sette giorni di Hong Kong sono serviti a far guadagnare tempo, non si capisce davvero. Hong Kong è stata presa di assalto da un corpo spedizionario. Non un solo uomo di que sta forza è stato trasportato nella penisola malacca. L'esercito giapponese, che operando contro la Cina ha occupato Xang-Xà in que ste giornate, non ha niente da spartire con il corpo di spedizione della Malacca e niente con le truppe che operano indipendentemente. Un dubbio affare di Ciang Kai Scek E' un fatto che mentre Wavell si è ridotto a elemosinare truppe da Ciang Kai Scek, le migliori divisioni indiane si trovano in questo momento in Libia,, in Africa, nel Med'o Oriente e nel Caucaso. Ci si domanda quali truppe Ciang Kai Scek può aver messo a disposizione di Wavell. E' abbastanza facile rispondere che si tratta di una aliquota dello stesso esercito cinese che durante quattro anni ha combattuto di ritirata in riti rata, contro il corpo spedizionario giapponese in Cina. Dal momento che l'esercito giap ponese in Cina non è stato toccato, è abbastanza facile concludere che, indebolendo il suo esercito, Ciang Kai Scek ha fatto un buon affare fino ad un certo punto. E' noto che i giapponesi si battevano in Cina in proporzioni di un uomo contro cinque; se Ciang Kai Scek ha accettato la tesi anglo-americana, che sostiene che la guerra continentale in Estremo Oriente è tutta opera delle fantasie cinesi, tanto peggio per lui. Non potrà più difendere la Cina e i suoi soldati dovranno salvare l'India. Ma, torniamo all'Australia. La stampa inglese è occupata in questi giorni a dimostrare al signor Curtin che lui è un indelicato che ha suscitato un vespaio e farebbe meglio a starsene zitto. Mentre gli inglesi continuano a trattare gli australiani con le buone maniere, celando a stento il proprio disappunto di essere costretti a discutere con dei coloniali maleducati, la miglior divisione austra liana che si trovava a difendere Singapore è stata distrutta dai giapponesi. E' un fatto che gli australiani non si sentono tran quilli con i giappone») non molto lontani dalle porte di casa. Che cosa vogliono dunque gli austra liani? Sostanzialmente tre cose: vederci chiaro nella direzione generale della guerra britannica, che fino a questo momento, da Dunkerque in poi, è nelle mani di un uomo solo. Quindi, gli australiani, reclamano la costituzione di un Consiglio di Guerra imperiale, e un posto a sedere, con diritto di parlare e di esporre il proprio punto di vista. La seconda ambizione degli au-1 a o e i i o e straliani è di vedere tornare a casa gli anzacs dal Medio Oriente. Il corpo spedizionario australiano non è enorme, ma è tutto quello che l'Australia possiede di meglio. Siccome gli inglesi nicchiano, gli australiani ricorrono a tutti ì mezzi in loro potere per convincere Churchill a rimpatriare quei soldati con le buone. « Gli australiani debbono confi dare solo in se stessi, e non aspettare che altri paesi li difendano mentre loro se ne stanno confortevolmente seduti », ha detto il luogotenente generale Sir Ivan Me. Kay, comandante dell'esercito territoriale australiano. Me. Kay è uno dei generali australiani che un anno fa si trovavano in Libia; adesso è in Australia. Un altro sistema' escogitato dagli australiani è quello di richiamare a casa i migliori sottufficiali australiani del Medio Oriente, al lo scopo di affidar loro l'istruzio ne delle nuove reclute. Un altro procedimento è quello di promuo vere gli ufficiali di più alti ranghi attualmente nel Medio Oriente, al grado immediatamente superiore, con destinazipne a un comando australiano. Altri provvedimenti allo studio: la fine del volontariato e la sostituzione di questo col servizio militare obbligatorio. Già sin dall'inizio del conflitto nel Pacifico si pose fine alla consuetudine di permettere alle reclute di esprimere il desiderio di essere destinate nel Medio Oriente. Può essere benissimo che l'Australia si prepari a chiudere le stalle quando ormai i buoi sono scappati, ma è certo che Curtin pensa a riorganizzare l'intera industria di uerra australiana, secondo un piano di stretta difesa continen tale. Terzo dei desiderata australiani, ma forse primo, in ordine di urgenza e di necessità, è quello di ottenere dagli Stati Uniti una specie di garanzia. Curtin ha chiesto questa garanzia direttamente a Roosevelt, e certo ci è voluta tutta l'abilità di Churchill e tutto il suo prestigio personale perchè la risposta a Curtin fosse affidata allo stesso Churchill. Questa risposta, a quanto pare, contiene una duplice garanzia, inglese ed americana. Che valore una garanzia di questo genere possa avere alla luce degli avvenimenti è un altro affare, i La musica deve cambiare In questi giorni si trova a Londra un giornalista australiano di qualche reputazione: sir Keitle Mordoch. Passa per uno degli esponenti del lealismo australiano alla causa britannica. Ma il lealismo australiano ha un carattere proprio. Vediamone insieme il colore. « Credo che se noi (britannici) saremo cacciati da Singapore — egli scrive —, il governo camblera {N.d.R. il governo di Churchill); in ogni caso ritengo che i Dominions debbono esercitare una pressione in vista di cambiare il sistema della direzione della guer ra; meglio ancora se sarà l'Inghil terra o il signor Churchill a ini ziare questa riforma informandone i Domini. La conoscenza inglese del punto di vista dei Domini, è diventata, per l'Australia una necessità ed e più che desiderabile per quel che riguarda l'Inghilterra. Tutto questo non sarà gradito a certi ambienti del governo, ma sarà graditissimo dalla enorme massa del pubblico che ha una coscienza dei problemi del Pacifico più viva dello stesso governo. La mia esperienza personale mi suggerisce che l'inclusisone dei Domini nei più segreti consigli di guerra sarebbe enormemente popolare. Ho più volte ripetuto che l'Inghilterra si assumerebbe una tremenda responsabilità, in ogni modo, poco saggia, e forse massacrante se dovesse decidere delle sorti di tutta la popolazione britannica, ivi inclusi i nove milioni di bianchi nel Pacifico sud-occidentale lontani di qui 12.000 miglia; e que sto per tutto quel che riguarda la strategia e la condotta della guerra. E' soprattutto una questione che riguarda il signor Churchill. Egli è uno studioso, ed una perso na cortese; ascolta ogni rappresentante dei Domini presta una attenzione sincera alle loro idee e ne discute ogni particolare. E' un grande uomo con un potere enorme su i suoi collaboratori ed un enorme prestigio sul pubblico. Ha un così grande potere che finisce per dominare troppo tutti quelli che stanno intorno. Questo e bene, ma ha anche qualche effetto meno felice perchè finisce per affidare uno sforzo eccessivo ad una sola mente che può essere naturalmente capace di cattivi come di buoni giudizi. L'influenza del Primo Ministro, sulla strategia della guerra è stata senza dubbio profonda, perchè egli si dedica a questa causa ed ha una enorme fiducia in se stesso. I capi dei servizi militari sono esemplari, di splendido carattere, tutti di un pezzo, ma è il signor Churchill che decide. « Un altro indiscutibile risultato del predominio churchilliano è la preferenza, forse su scala limitata ma talvolta con interferenze verso cariche molto importanti, per coloro le cui qualità sono inadeguate all'ufficio, scrive Mordoch. Di enorme importanza per l'Australia è la direzione suprema della strategia. Il signor Churchill non potrebbe certamente ammettere ai avere soprattutto una mentalità atlantica. Ma la sua vita intera, per quanto grande sia stata, mostra un vuoto innegabile in tanta compattezza e nessun può sostenere che egli abbia avuto una mano felice, trattando con i Do mini, nè che egli abbia verso i Do mini dimostrato grandi simpatie dal momento che nel gabinetto di nèqndpdèEppnfzn«latnPd1guerra i rappresentanti dei Domi- ni non figurano. Indubbiamente si è verificato un gran progresso in questo senso, e si vedono già i lineamenti di una politica in virtù della quale i Domini non verranno più mantenuti lontani dalla tavola delle conferenze. Questo sviluppo è già in progresso, a Washington. Ed arriverà sino a Londra », conclude non senza ironia il giornalista australiano. Bisogna aggiungere a questo punto che gli australiani hanno per conto loro provveduto a mandare a Washington un esperto di cose militari. Per srtudiare la questione degli aiuti, naturalmente. Ma, forse, è partito troppo tardi. G. G. Napolitano Un soldato spagnolo della Divisione azzurra con l'uniforme Un soldato spagnolo della Divisione azzurra con l'uniforme mimetica adattta ai paesaggi nevosi. (Foto Becke - Atlantic)