La mistica valletta di Filippo Burzio

La mistica valletta La mistica valletta Piccola ruga, increspatura del la terra, infima fra le mille chp solcano il globo, la mistica valletta a cui mi sono, in questi ultimi anni, affezionato, sfocia nel Po col suo modesto torrentello, senza intermezzo di pianura, direttamente da Superba: la cui, mole, sinistramente splendida, imminente e tutta bianca a sommo della verde o bruna collina — come una luna immensa, in procinto d'investire bellamente la terra, rapida per gli spazi interstellari — quasi spaura il viandante, che la vede improvvisa avventarglisi incontro ad una svolta; ma qui, allo sbocco della mia valletta, dal dolce estuario ove il ruscello diventa fiume, l'apparizione si fa poi benigna a rimirarla, e inoffensiva, quasi rientrasse nei ranghi delle cose abituali, riassorbite dallo sfondo immoto di un paesaggio, che intorno a noi si anima tutto di mosse frondi e di veloci acque : gorghi « flutti parlottanti infaticati, mentre un ritmo li travolge alla fooe. Sdraiato sulla rena, quasi a filo della corrente, immerso in una sorta di atmosfera equorea, che l'inganno di una sinuosa e pigra ansa fa apparir sconfinata, da gran fiume equatoriale, tu vedi la città sorger dall'acque, finamente dentata, all'orizzonte: col campanile di san Giovanni, e con le torri di Palazzo Reale, come se fosse ancor cinta di mura ; e dall'alto del Gran Baluardo, o del bastione della Consolata — • erti sulle « basse di Dora » — cannocchiali sabaudi, frugando il terreno ci spiassero, ansiosi che ingegneri del duca di La Feuillade facciano scavar trincee e sorger quelle opere di approccio e controvallazione, che tanto mancarono ai Francesi da queste parti, all'epoca del famoso assedio. La Fàjada, guardi bin i lassróma pa pie Turiti. Càn le vostre canària fei pa pur a le masnà. Àrde improvviso il sopito, da tanti anni, estro strategico, a quella vista, a quei pensieri: e il veicolo acqueo, questo golfo celato, l'insidia di una flottiglia che, appiattatavi, potrebbe poi notturna, risalire il corso della corrente, approdando a Porta Marmorea, lo fa fremer tutto di audaci combinazioni... Ahimè, ahimè, troppo tardi nella mia vita 6iete arrivati, o bell'estuario, o caro fiume, perchè io possa ancora con frutto utilizzarvi in bellicose fantasie d'infanzia! Lontano, sugli arsi colli del Monferrato, © nell'intrico dei gioghi alpini, mancò il dono del l'acque, il respiro fluviale ed oceanico — guerra di corsa, pirati della Malesia all'arrembaggio — a una finzione ostinatamente terrigena, ligia ai suoi soldatini di piombo, alle sue fortezze di'cartonèr Qui invece ai tri fanoiulli, ed altri giochi, in altri tempi... Remote estati di vacanzo: e usciti da chi sa quali amene ville, qui tutt'intorno sorgenti, di cui non rimane più pietra su pietra (oppure a stento ne ravvisi i tratti in certe cadent case, corno in grinzosa mendicante i resti di un'antica bellezza), convenivano qui i paggi in liete frotte, quando sull'opposta riva verdeggiavano ancora i boschetti del Regio Parco, al cui rezzo un giorno, ospiti degli Emanuelli, Torquato Tasso e il cavalier Marino avevano errato pensando ai loro poemi. La Fàjada, guardi bin • i lassràma pa pie Turin... cantavano la filastrocca, facevano il girotondo, come nelle radure dei boschi fanno i leprotti al lume della luna, quei futuri ministri, e ambasciatori del ro di Sardegna, gettando in aria, con grida di gioia, i loro piccoli cappelli a tricorno ; poi cadevano a terra, vinti dal sonno, e tutto era silenzio. L'ajo, in un cantuccio, leggeva Rousseau. Oii sont Ics ncìges d'antan? dov'è finito tutto questo? in quale arcano museo del creato quelle apparenze si conservano ancora, in quali dischi quel!* voci defunte giacciono incise e prigioniere; in quale ordine ascoso si compone l'intrico dello spazio e del tempo, se agli approd della stella Sirio, solo oggi il treno degli anni-luce arrivando, agli occhi che da quelle sponde si compiacciono guardar l'umile terra, solo oggi quell'antico spet tacolo è presente? E quelle madri che aspettavano i figli nelle loro ville, serene, che l'avvenire (giovani madri !) era per loro ; tutta quell'immensa mole di affetti, mariti e spose, madri e figli, teneramente avvinti a far difesa contro l'onda del tempo ; per tanti anni uniti e vincitori, e oggi fredde ossa disgiunte nei sepolcri abbandonati. Donna Olimpia Savio scendeva al tramonto-dalia sua villa Millerose, seguita dal corteggio degli amici (Millerose - villa Savio, avverte ancor oggi, sulla strada, un'erma muscosa); caldi cuori, alto menti erano quelli, alle congiure s'intrecciavan gli amori, l'Italia era da fare; tanta nobile vita era in quei petti, tanta passione li colmava, ed oggi... cresciuti sono gli alberi intorno alla tua casa, Olimpia Savio, < un fitto bosco ora la cela, cela i tuo tornare, mite fantasma in crinoline, belle au bois dormant di questa oscura fiaba ch'è la storia umana. Un'altra forma dell'ambigua vita usurpa questi luoghi a te cari; scende al fiume, sale al colle, guarda Superga, immutata ed immota, come già tu la guardasti, e quasi come in uno specchio in lei s'affisa per cercarvi il tuo volto, i tuoi pensieri; fin che a volte, errando e ripensando, ed insistendo con sacrilego ardire a sollevar quei veli che il tempo pietosamente aduna, come funebri bende, intorno ai morti, a cancellar le forme e le vicende — a volte, alfine, con un brivido avverte l'antica vita, quel passato defunto, in sè farsi un'altra volta, per mostruoso miracolo, presente. trate gisapopacoluprbuchtivstnotapuCcoocansu(ega cescfolaindm"arccetecsomgvslqntnd , — l e e e Non disturbate le anime dei trapassati, ammonisce saviamente la Chiesa. Fa dunque gli scongiuri del caso, o buon Padre che sali tranquillo su per l'erta, e poi lascia che con te mi accompagni, e teco familiarmente, secondo una consuetudine ormai lunga, io discorra. Discorsi da proprietari hanno da essere, e da buoni vicini, se pure con qualche gustosa diversità di prospettive tu ed io consideriamo i nostri possessi, che quasi confinano; che, se della mistica valletta, a Dio piacendo, io tengo in pugno saldamente le chiavi, la Casa per esercizi spirituali cui cosi degnamente tu presiedi ne occupa il centro ; mentre pili su ancora — là dove i prati e i còlti, sui fianchi che si fanno impervi (e ricordano quei quadratini gialli di segala così commoventi, a luglio, sulle immense Alpi), cedono il campo al vecchio bosco, e il torrentello scroscia per forre che san già di dirupo — lassù altri Padri più misteriosi e inaccessibili, religiosi stranieri di un Ordine meno mondano e men dotto del tuo, presiedoi" a "avori agricoli in un immenso e ronzante alveare, specie di rustico Gral protetto dalla selva, di cui giungono al basso mirabilia; e richiamano, in questo profano tempo e mite luogo, i giorni eroi ci, quando — ora et labora — un san Bonifacio, o san Bernardo, o san Bruno, aprivano, coi loro monaci, le prime Tadure nella gran selva d'Europa. E' un via vai discreto di vesti talari, uno sciamar di nere api su e giù per la mistica valletta ; e a certe ore, quando il trenino di mezzogiorno sbarca il suo contingente cittadino, o la sera, che la campanella de\Y Angelus, tin tin facendo con sì dolce suono, chiama le pie comari al Vespro o alla casa, l'addensamento clericale è così visibile, da far impallidire dal SbdtparcracelFlnqqptqmcetm e , ì l furore Angelo Brofferio, e strappargli dalla faretra voltcriana chi sa quali nuovi dardi avvelenati, se. Dio ne guardi, frequentasse ancora Villa Savio, e dovesse constatare che, nò la legge Siccardi, nè l'incameramento dei beni ecclesiastici valsero a impedire un così minaccioso concentramento di forze gesuitiche proprio alle porte di Torino. Giace in Arabia una valletta amena... così dolce di linee, serena di orizzonti, temperata di clima, per certi zefiri che vi spirano amabilmente dal bosco ; avrebbe potuto essere un cantuccio di Arcadia, caro alle Ninfe e agli Amorini, e alle greggi belanti condottevi al pascolo da Filli e da Clori, questa mia valletta: un bucn retiro per umanista ritrattovisi (come in Arquà messer Francesco), a collo quio coi terreni savi di Grecia, per contar l'ore del suo tramonto sul quadrante solare di una qualche meridiana, nobilitata da motti di latina, epicurea o stoica saggezza. E inveca no, lo spirito di Dio ha voluto soffiarvi ; e un arguto destino, un caso troppo propìzio per non essere un po' provvidenziale, ha voluto farmi trovar quella che verosimilmente sarà la mia ultima dimora, in un ambiente tutto permeato di Cielo ; ha voluto che il gusto (anzi furore) contadino della proprietà — che ancor oggi domina-il mio istinto — si tempe rasse in questi esempi e vicinanze pie, dove i frutti della terra, non concupiti ma consacrati e benedetti, sono offerti a Dio. Dall'imo della sua valletta, dal primo gradino di questa terra, ch'egli insegna a trasfigurare lietamente nel magico di un sogno perenne, di un'incorruttibile poesia, il buon demiurgo guarda su per le pendici, al cui vertice sta l'alta Basilica, come al purgatorio di una qualche allegoria medievale, cosparso di eremitaggi, popolato di penitenti ; in attesa di ascendere, anche lui peccatore, sull'ali di una speranza ineffabile, al Paradiso dei santi. Filippo Burzio

Luoghi citati: Arabia, Europa, Grecia, Italia, Malesia, Monferrato, San Bonifacio, Sardegna, Torino