I gravi infortuni della strategia britannica

I gravi infortuni della strategia britannica Da El Alamein al fronte italiano I gravi infortuni della strategia britannica a e i i . i a e Berlino, 24 dicembre. .C'è un altro mito nel campo degli alleati di cui bisogna registrare la fine, ed è la trategia inglese. Essa parve occare i vertici più alti con a < marcia vittoriosa » da El Alamein a Palermo, coronata dall'avvenimento del 25 luglio, quando Montgomery fu portato alle stelle come uno dei più grandi • generali, se non proprio della storia, per o meno della guerra odierna. L'invasione dell'Italia e 11 conseguente attacco alla Germania anche con uno sbarco nell'Europa occidentale per l'autunno di quest'anno, erano presentati allora come fatti inevitabili. Ma si trattava di un enorme bluf, de terminato da successi mo mentane!, il cui retroscena non ha tardato a venire in luce. Non è stato certamente un brillante successo della strategia inglese far capitolare Badoglio; fu invece il tradimento di questi preparato da lungo tempo, che rese possibile i successi anglo-americani. Sul valore del nostri soldati caduti a fianco del camerati tedeschi, a nessuno è permesso di elevare dubbi ilcui oltraggio ricadrebbe sugli ignobili calunniatori; è tuttavia incontestabile che da El Alamein fino a Palermo e a Salerno — rilevano le Informazioni per la stampa — la avanzata anglo - americana non sarebbe stata possibile senza l'Ignominiosa esitazione o il tradimento consapevole del Comandi italiani: è bastato, secondo recenti pubbli cazioni avvenute in Gemia nia, che gli americani e gli Inglesi si trovassero di fronte soltanto ad un compatto esercito tedesco, perchè tutto mutasse. Nessuno nel Relch nega che in un primo momento il voltafaccia di Badoglio non abbia messo i tedeschi In una situazione piuttosto difficile. Era necessario proteggere il più presto l'ala sud e sud-est, m parte scoperta e gravemente minacciata; erano necessarie nuove divisioni che dovevano giungere da oriente dove invece mancavano. I punti che meglio si prestavano a uno sfondamento in ItaMa e nei Balcani non eruno ancora sbarrati dalle divisioni tedesche. Senonchè invece-di sfruttare l'occasione e inserirsi con un colpo decisivo nelle «deboli posizioni del nemico, 11 Comando inglese continuò nel gioco del suo complotto con Badoglio per tagliar fuori e circondare tutte le truppe tedesche che si trovavano nell'Italia meridionale e centrale. H gioco era abile, ma richiedeva tempo e il fattore tempo fu sfruttato dai tedeschi. L'8 settembre, invece di un trionfo, fu per gli inglesi una mezza catastrofe, grazie alla fulminea azione del Comando germanico, le cui conseguenze sono note. Ma anche più tardi gli inglesi avrebbero potuto sfruttare altre possibilità. Ottimi porti delle coste dalmate rimanevano nelle mani del serbi, mentre nelle isole Italiane dell'Egeo si trovavano truppe agli ordini di Badoglio. Un comando britannico che avesse saputo sfruttare queste possibilità favorevoli con l'ausilio della riconosciuta superiorità della sua flotta e delle sue riserve per un attacco contro i porci dell'Adriatico, avrebbe potuto ottenere in quell'epoca successi memorabili. Forse un tentativo di sbarco si sarebbe arenato, ma data la temporanea e soverchiante superiorità dell'attaccante, era possibile correre l'alea. Non ne fecero niente; ed oggi queste possibilità sono tramontate. Era pertanto fatale che la strategia britannica ne ricevesse un fierissimo colpo. Nel volgere di pochi mesi il suo prestigio e rapidamente disceso e 1 opinione pubblica del Regno Unito delusa e con es¬saCzzfogcoril'dgmstGslinrcmdpsnSlvdczdddktnrHsdaSfHlcbmctIpm sa i critici militari trattano il Comando supremo delle Forze armate con tanto disprezzo da rendere evidente la profonda crisi apertasi tanto riguardo al governo quanto nel confronti dei Comandi militari. Più significativo ancora è l'effetto prodotto all'estero. La diminuita stima per la strategia inglese si è subito trasformata in diminuzione del prestigio e della potenza politica. Gli inglesi non sarebbero costretti a sempre nuove umiliazioni da parte del Soviet! e non avrebbero bisogno di arretrare continuamente nel campo delle forze politiche mondiali dinanzi al «colosso dell'Oriente », se non avessero perso tanti punti nel giuoco strategico del fronte meridionale. Tra l'arresto al fiume Sangro, la sconfitta di Lero e la sconfitta politica a Teheran vi sono strettissimi legami. Quale differenza con 11 quadro degli avvenimenti dei secoli passati, allorché la potenza navale inglese era in grado di colpire le comunicazioni del nemico e decideva con ciò delle sorti delle guerre! Abukir e Trafalgar sono oggi lontani ricordi. E dove sono -generali paragonabili a Marlborough, a Wellington, a Douglas Haig? Oggi non si scorgono sulla scena che degli Alexander, e del Montgomery. Pigmei all'ombra storica di giganti. Se sullo sfondo appare poi la figura del maresciallo dell'aria Harris,- uomo senza un'briciolo di vera capacità strategica, assassino di donne e bambini, barbaro distruttore di monumenti della millenaria coltura europea, si può senz'altro affermare che la strategia Inglese manca di uomini e di piani. E l'avvenire ne documenterà sempre più il tragico fallimento.

Persone citate: Badoglio, Douglas Haig