CHE SUCCEDE A LONDRA? di Enzo Arnaldi

CHE SUCCEDE A LONDRA? Stirane e pericolose verità CHE SUCCEDE A LONDRA? Che succede a Londra? Quale situazione politico-militare interna ed Inter-alleata si è venuta creando, perchè, nel breve spazio di tre giorni, Churchill, Smuts e Attlee siano Incappati in tre manifestazioni cosi pericolose per la propaganda come la firma sotto il comunicato del Cairo, il discorso all'Associazione parlamentare dell'Impero* la dichiarazione alla Camera dei Comuni? Vediamo un po' le tre manifestazioni e le ripercussioni che possono produrre e che, anzi; in molti settori, già hanno prodotto. t a o u 11 n ò è e e a di d a i il a Al Cairo Churchill ha firmato con Roosevelt e Ciang Rai Scek, un documento in cui si dichiara che «è intenzione degli alleati di eliminare il Giappone da tutte le isole del Pacifico dallo stesso conquistate od occupate dall'Inizio della prima guerra" mondiale e da tutti 1 territori tolti dal Giappone al cinesi, come la Manciuria, Formosa, ecc., che verranno ritornati alla Repubblica della Cina. La Corea dovrà essere costituita, a suo tempo, in Stato libero >. Ripercussione in Giappone: risatelle ed irrigidimento della volontà di lottare fino all'ultima goccia di sangue per vincere. Risatelle, perchè non può che suscitare un sorriso ironico chi afferma di voler ridurre in polvere il suo avversario proprio mentre le sta buscando di santa ragione, come gli attuali avvenimenti del Pacifico dimostrano. Inasprimento della decisione di vincere," perchè, quando un popolo di 74 milioni di anime e che si è conquistato col sangue e col lavoro una funzione direttiva in un vitale settore del mondo apprende essere « intenzione > del nemico di ridurlo a vivere su 382 mila'Kmq. di isole senza risorse- naturali, non può non attaccarsi disperatamente all'antico dilemma del vincere o morire. Ripercussione sui popoli dell'Asia Orientale e degli arcipelaghi del Pacifico: repulsione e delusione. » Il documento parla di restituzione alla Repubblica della Cina della Manciuria, di Formosa e di tutti i territori tolti dal Giappone al cinesi. Intanto, di quale Repubblica della Cina si parla? Di quella di Ciang Kai Scek a Ciung King 0 del Governo nazionale di Uang Cing Uei a Nanchino? 1 milioni di cinesi che sotto Uang Cing Uei hanno riavuto pace, ordine, rispetto e lavoro dopo decanni di guerre civili e di sciagure, non possono che pregare ardentemente Budda e Confucio affinchè facciano fallire tutti i propositi del Cairo, secondo i quali essi dovrebbero tornare sotto la famiglia Soong e lo sfruttamento anglo-americano. E la stessa preghiera devono rivolgere al cielo i mancesi cne, staccatisi finalmente dalla sciagurata amministrazione cinese, hanno ricostituito il loro Impero, riavuta la loro millenaria dinastia di saggi regnanti, vista arricchita la loro terra per. lo sfruttamento delle miniere, l'apertura di strade e ferrovie e la ripresa del lavoro, assicurata la pace e l'indipendenza dall'insidia mongolica e comunista. Il documento del Cairo, poi, non fa cenno della sorte che toccherebbe agli altri popoli dell'Asia Orientale. I filippini ed i birmani, che dal Giappone hanno avuto la tanto sospirata indipendenza, vedono, quindi, riapparire lo spettro dello sfruttamento americano ed inglese, mentre per la Malacca si riaffaccia, il terrore del ripristino del regime degli « Strait's Settlements ». E delle Indie Olandesi che si vuole fare? L'ex-regina Guglielmina e il suo governo fantasma avranno cercato, invano, al pari dei loro ex-sudditi, un accenno al' loro avvenire, nel documento. E lo stesso dicasi, per non parlare dell'India ribollente di ansiti di indipendenza, per la Tailandia e l'Indocina francese. E tutto questo mentre il Sol Levante contrappone ad un pezzo di carta reazionario e pieno di lacune la messa in atto del suo superbo .« programma di prosperità » per la « più grande Asia Orientale ». * * Il generale Smuts nel suo discorso londinese ha, tra l'altro, dichiaralo che, realizzata la vittoria delle Nazioni Unite (un giochetto da bambini!) l'organizzazione, la direzione e la responsabilità del mondo dovranno restare accentrate nelle mani della Gran Bretagna, della Russia e degli Stati Uniti; che l'Italia, la Germania e' la Francia dovranno sparire dal novero delle Potenze; che la Russia diverrà « padrone del continente europeo »; che l'Inghilterra, pur restando in dipendenza dei suol alleati, perchè «nazione povera ». veglierà sull'occidente d'Europa; che il « Commonwealth » dovrà staccarsi dalla Corona inglese; che, per molti anni dopo il termine del conflitto, dovrà restare in vigore il regime d'armistizio; che per i neutrali non c'è posto In questa guerra e nella sistemazione del dopoguerra. Ripercussione: disastrosa in tutto il mondo, fatta eccezione, forse, per la Russia e per gli Stati Uniti. In Gran-Bretagna ci si deve chiedere perchè si è fattoi la- guerra, visto che, nel caso di vittoria, la prospettiva è tale da equivalere ad una sconfitta: sudditanza economica agli alleati, perdita del * Dominions », predominio politico su un'Europa occidenta¬ letcdcd<pilpcsdsatccdbnulatainvcppvtlCsdanczeSttcgtvssbhsgbslzdI a i a i g i ? o e è i o E , a o o i a e a , e i i , o o e E i o o e i l d le povera notoriamente di materie prime in .cambio della cessione delle principali fonti di ricchezza finora possedute. In Francia nessuno può certo essere lieto di sentirsi dire che il proprio, paese < sparirà » e tanto meno lo possono essere De Gaulle ed il suo Stato Maggiore che proclamano di essersi messi con gli anglo-americani per salvare la Patria e per ridarle l'antica potenza. In -Italia ed in Germania simili propositi non possono avere che una reazione identica a quella che può provocare in Giappone il comunicato del Cairo: irrigidimento della volontà di vittoria e di battersi fino alla morte. In Spagna, Svezia, Turchia non si può che pensare ad un'unica prospettiva: annullate le garanzie della neutralità, resta la sudditanza al bolscevismo o all'inglese. In tutti i Paesi d'Europa, infine, le conseguenze dell'annuncio d'un avvenire di servaggio e dell'lmpossibiltà di concludere dei trattati 'di pace non può non suseiteire paura ed avversione per una vittoria degli « alleati », mentre* nel « Commonwealth > l'apprendere il distacco dalla Corona inglese equivale alla sentenza .di cadere sotto la dominazione economica nordamericana. * * ' Attlee, In una dichiarazione al Comuni, ha affermato che con la vittoria delle Nazioni Unite non dovranno più esistere in Europa « piccoli Stati sovrani ». Quale « piccolo Stato » potrà ancora auspicare una vittoria che, mentre ancora si combatte incertamente la guerra, gli è già preannunciata come apportatrice di schiavitù e come negatrice- delle sue legittime aspirazioni di sovranità nazionale e di liberta politica? E tutto ciò, mentre l'Asse ha posto a fondamento dei suoi programmi per il dopoguerra la riorganizzazione su basi di indipendenza, di prosperità e di partecipazione allo sfruttamento delle ricchezze mondiali di tutti i popoli della Nuova Europa. * * Non stiamo facendo . dalla propaganda. Abbiamo citato dal testo integrale comunicato dalle fonti inglesi delle parole firmate o pronunciate da Churchill, da Smuts e da Attlee e ne abbiamo esaminato le inevitabili principali ripercussioni nel mondo. Dopodiché è più che mai logico tornaroa chiedersi: «Che succede a Londra ?" Perchè Churchill, attraverso un documento da lui stesse* firmato e attraverso le parole del suo fedele ex-capo boero é dell'ex-« leader » laburista, ha voluto far improvvisamente conoscere al popolo inglese certe dure, anche se indiscutibili, verità (la Gran Bretagna perderà sicuramente la guerra anche se dovesse vincerla) ed ha voluto togliersi la maschera del benefattore e del liberatore dinanzi ai popoli d'Europa e di Asia, per mostrare nudamente la vera grinta dell'oppressore? ». Vien fatto di pensare che realmente qualcosa, anzi molte cose, non vadano per il loro verso in campo nemico e che dalla Conferenza di Tabriz (a proposito: e il comunicato conclusivo quando sarà finalmente compilato?) Churchill debba tornare con amare notizie, anche se, con abili trucchi, cercherà di camuffarle in annunci di succes. so. Forse £he l'inglese, trovandosi a passi politicamente assai difficili, vuol cominciare a dire tristi verità al suo popolo Iper metterlo gradualmente al corrente di come stanno le cose in realtà, e vuol mostrare la « faccia feroce » al mondo per tentar di non perdere l'antico prestigio? Non sappiamo. Per certo le manifestazioni di Churchill, Smuts e Attlee, oltre a costituire delle autentiche «gaffes» propagandistiche, non lasciano indovinare troppa tranquillità e sicurezza nell'animo dei governanti inglesi. Enzo Arnaldi