Urto di interessi di Enzo Arnaldi

Urto di interessi Urto di interessi comuncaoconcusvoecinque giorni di colloqui fra Roosevelt, Churchill e Ciang Kai Scek al Cairo è quanto mai rivelatore sulle cause e sui temi dfell' Iniziata conferenza di Teheran o di Tabriz in cui, per la prima volta, Stalin slede allo stesso tavolo con i capi delle altre cosiddette « Nazioni unite ». Tale comunicato è interamente ed esclusivamente dedicato alla guerra contro il Giappone ed il fatto che americani, inglesi e cinesi l'abbiano emesso proprio alia vigilia del tanto sospirato e piatito incontro con l'uomo del Cremlino vuol dire chiaramente che essi intendono parlare molto, anzi specialmente, della guerra contro il Giappone. Perchè questo pubblico annuncio, diremmo quasi ostentazione, da parte di tre dei quattro partecipanti alla conferenza, senza preoccuparsi se l'argomento può essere gradito al quarto? I perchè sono parecchi e riguardano diretta.' mente ed intimamente ed ur. gentemente più Roosevelt e Clang Kai Scek che non Cbur chili. Retroscena americano Roosevelt ha imposto bruscamente, in testa all'ordine del giorno della conferenza, l'argomento perchè non ne ha potuto far a meno. Glielo hanno consigliato i suoi interessi, glielo hanno imposto con pressante urgenza la opinione pubblica nord-ameri, cana ed australiana e gli ultimi avvenimenti bellici del Pacifico. Perchè il popolo steituniterrse ha accettato l'intervento In guerra? Non certo per amore dei cugini di Gran Bre. lagna, o per correre in aiuto dei tanto avversati comunisti di Russia. Per amore dei pri mi era. più che sufficiente il contratto del « presta e af fitta > che, trei l'altro, assi curava ottimi affari; nei riguardi dei secondi, poi, è difficile stabilire se negli Stati Uniti erano in maggioranza 1 « tifosi > d'una vittoria nazionalsocialista o quelli d'un trionfo bolscevico. No, gli amerioani hanno accettato, anche se assai di malavoglia, V avventura dell' intervento, perchè sapevano che e«a 11 avrebbe condotti all'urto col Giappone e perchè speravano ebe l'urto si sarebbe concluso on lo schiacciamento rapido e definitivo del Sol Levante, oro grande rivale nello sfrutamento dell'Estremo Oriente e nel dominio del Pacifico. Perchè il popolo statunitense ha accettato che intere ar- na^-ttntfgl\aCTan^rdÌ stellata, carri armeni, aerei gg£ g^anSf^onT ^ 1,Atlanti0° per venire a far la guerra nel Mediterraneo ? Principalmente perchè gli fu detto e ripetuto che tutte queste truppe e tutti questi mezzi avrebbero concorso a provocare 11 crollo rapido, se non addirittura - immediato, della Germania e dei suoi alleati; cosicché, dopo poco tempo, tutto il peso della potenza militare delle Nazioni unite si sarebbe rovesciato, schiacciandolo, sul Giappone. Qual'è oggi lo stato. d'animo del popolo statunitènse di fronte alle vicende della guerra ? Disastroso. Necessità vitale Gli americani capiscono ora, infatti, che il tanto promesso atterramento della Germania « per k.o. eil primo round » è ben lungi dal verificarsi. Intanto, mentre- Elsenhower fa la guerra nel Mediterraneo, i giapponesi infliggono colpi tremendi, forse irreparabili, alla flotta nordamericana in quel settore del Pacifico meridionale ove il Sol Levante s'è installato senza troppa fatica e di dove Mac Arthur non riesce a sloggiarlo, pur pagando disastrosamente il tentativo di compiere l'impresa. Le forze armate nord-americeme non hanno iniziato il contrattacco nelle Salomone, in Nuova Guinea, nelle Gilbert per fare dello sport, ma per la necessità vitale di proteggere l'Australia e di riaprire alle loro navi le indispensabili rotte del Mar dei Coralli. Ore»' il tentativo costa tremendamente caro, come sappiamo dai Bollettini nipponici e dalle caute ammissioni di Knox, e può essere fatale alla flotta battente il drappo a stelle. Di fronte a questa situazione, l'opinione pubblica americana, come fanno fede i quotidiani estratti dei giornali e dei discorsi di uomini politici di laggiù, è in fermento, protesta, reclama dal Governo e dal suo Presidente che le forze, tutte le forze, della potenza militare statunitense siano impiegate nell'unica guerra che interessa gli Stati Uniti: quella contro 11 Giappo ne. Perchè dobbiamo mantenere Eisenhower e le sue truppe in Europa, mentre il Giappone ci sferza a sangue con le più dure sconfitte? Perchè dobbiamo aiutare Inghilterra e Russia in Europa, quando esse non ci aiutano nel Pacifico? Questo il movimento dell'opinione pubblica americana. E non deve essere un movimento da poco, se lord Halifax si è indotto ad elevare un. monito pubblico contro quei molti che propugnano una « pace negoziata in Europa ». Roosevelt già presentiva questo movimento, quando, a Quebec, volle che largo posto fosse riservato, nel comunicato conclusivo dei suoi.colloqui con Churchill, alla guerra contro 11 Giappone. Ma oggi, dopo gli eventi di Bougainville e delle Gilbert, il Presidente sente che non bastano più delle affermazioni platoniche per placare la sua opinione pubblica, ma che urgono, dei fatti, che è necessario immediatamente un atteggiamento bellico effica.ee ed evidente jper migliorare la situazione fflel Pacifico. Roosevelt non è lontano dalle elezioni e non può tenere in non cale quanto fli interessi e le aspirazioni el suo Paese esigono. Di qui la precipitosa conferenza in Persia (che. per il fatto solo di svolgersi a soli tre mesi dal convegno di Que- blmzsqCgoCspcpd«cUoU . i o i bec e ad un solo mese da quella di Mosca, denuncia apertamente la necessità per le Nazioni-Unite di troppe discussioni per... trovarsi unite), di qui l'accodamento del povero Ciang Kai Scek e gentile signora, di qui l'imposizione a Churchill del tema estremoorientale e del comunicato del Cairo. Con quest'esplosiva cartella sotto 11 braccio Roosevelt si è presentato al primo incontro con Stalin. In essa, con ogni probabilità, ci sono scartoffie che recano scritti ben chiari due punti: 1) Apertura d'un « pocondo fronte » nel Pacifici :on' la cessione agli Stati Uniti di basi aeree in Siberia onde poter bombardare le città delle isole giapponesi; 2) Riesame della posizione di Mosca nei riguardi di Tokio. Un'autentica bomba sotto 11 seggio di Stalin che in casa non vuole nessuno, nè nemici nè amici, e che ha già sufficienti preoccupazioni sul Ni. prò con i tedeschi senza bisogno di cercarsene altre con 1 giapponesi In Cina, in Mongolia ed a Vladivostock. Bomba per bómba Ma, bomba per bomba, Stalin si è presentato ai colloqui con propositi non meno dinamitardi. Se Roosevelt vuole :1 « secondo fronte » nel Pacifico, ir dittatore moscovita attende ancor ora l'apertura di quel « secondo fronte » in Europa che Eden ha quasi promesso a Molotov un mese fa e ctiè 1 capi militari angloamericani' pare già abbiano nuovamente silurato. Se Roosevelt è alle prese con 1 giapponesi in Melanesia. Stalin è alle prese con i tedeschi sul Nipro ed 1 colpi che subiscono ; suoi generali nella loro controffensiva non sono, forse, minóri di quelli che sta prendendo Mac Arthur nel suo contrattacco. La disputa sui due « secondi fronti » è quasi certamente l'argomento principale (le questioni delle frontiere europee e dei Balcani non interessano troppo il dittatore rosso che sa già di averle vinte in tasca da tempo) della Conferenza. E non è certo una di sputa che si possa facilmente comporre. Ci sono di mezzo la intera condotta della guerra mondiale, gli interessi vitali della Russia e degli Stati Uniti. il prestigio personale di fronte ai loro soldati e al loro popoli, di Stalin e ' d! Roosevelt. Forse, ancora una volta, Churchill si sta provando a far da mediatore. Non sappiamo con quale fortuna Ciang Kai Scek, che è in lotta con i suoi generali comunisti, si attaccherà alla giacca di Roosevelt e cercherà di far qualcosa per aiutare l'alleato e se stesso, sempre che Stalin lo abbia lasciato presenziar» all'incontro. Il che pare assai improbabile. La conferenza, ad ogni modo, è nata e si svolge sotto un cielo procelloso. Per la prima volta che l'uomo del Cremlino e quello della Casa Bianca si incontrano devono affrontarsi. Per arrivare ad un accordo, l'atteggiarsi ad un duello non è la miglior partenza. Enzo Arnaldi