Quattrocentomila lire di preziosi rubati e venduti per nulla

Quattrocentomila lire di preziosi rubati e venduti per nulla Quattrocentomila lire di preziosi rubati e venduti per nulla Un anno addietro fra—i tanti che lasciarono la città peFtrovare un poco di tranquillità altrove vi furono l'avvocato ttiuseppe Pia 0 l'impiegata ventiseienne Kmerina Soyu. Abit-avano nella stessa casa, in via Prìncipe Amedeo ventisette e si accordarono di affittare, per entrambe le proprie famiglie, una villetta a Piscina, nel Pinerolese. In rruestl tempi non 6 raro il caso di amici 0 di conoscenti che si accordino per far vita in comune pur di trovar modo di allogarsi fuori città convenientemente. E cosi fu. L'avverato, fra l'altre cose recate con sè, sì portò via un cofanetto contenente preziosi e biglietti dì banca. Ne: complesso quottrocentoniila lire. La sorella dell'avvocato lo teneva riposto in un armadio a muro; ella fu quindi dolorosamente sorpresa quando un mese fa dovette constatare la scomparsa non già del contenente, ohe fu rispettato, bensì, e questo più importa, del prezioso contenuto. Fu sporta regolare denuncia alla Squadra Mobile della nostra citta e le indagini vennero assunte dal dottor Locchi, il quale iniziò il suo lavoro passando in rassegna le persone che potevano aver avu-to facilità di accostarsi allarmn-dio senza destar sospetto. I dubbi del funzionario si polarizzarono sulla Soya, la qunla in queste ultime settimane aveva acquistato una vistosa pelliccia e che pur aveva fatto altre spese spropor- zionate ai suoi redditi di modesta impiegata A riceverla a Portariuoya, ali arrivo del treno con cui la giovane era solita al mat- tino far ritorno in città fu lo stesso dott. Locchi, il quale nco-nosciutala l'invitò a seguirlo in Questura. Fra singhiozzi e lacrime la signorina confessava la grave colpa commessa, poi dichiarava di avere venduto i preziosi ad amiche e conoscenti con j quali normalmente trascorreva le serate rissa aveva loro affermato che i gioielli le erano stati lasciati dal nonni. All'operaio Ullgio Giochino fu Giuseppe, residente a Monca lieri, avev SlÌ"-dÌ-.lìh U?*Z\"H ul'Z,"J ceno valore, e costui li aveva giàrivenduti con un buon utile Altri acquirenti .tutti però in uuona fede. ìisultarono essere le sorelle Paola e Piera Plassa fu Michele e Giuseppina e Virginia Viotto di Giovanni nonché la pettinatrice Maria Carena fu Giovanni, -residenti a Piscina. In realtà la Soya vi venduto nw nnohp de.ire OMottfri^ d'oro di ,„ire Oggettlni doro di lin non aveva temuto di svendere: un paio di orecchini con brlllantlni erano stati fatti fuori per cinquecento ijre mentre ne valevano almeno cinquemila-, un anello con brillanto del valore di cinquanta mila lire fu venduto per novemila. La Soya è stata denunciata, in istato di arresto per furto continuato ed aggravato, di oggetti d'oro e per commercio clandestino dj preziosi; il Oiachino, in istato di arresto, per rii-ettazione e commercio clandestino di oggetti preziosi; le sorelle Flassa e Viotto e la Carena, a piede Ubero, per ricettazione templi.-?.

Persone citate: Locchi, Piera Plassa, Viotto

Luoghi citati: Piscina