Troppi sfollati di qualità

Troppi sfollati di qualità Troppi sfollati di qualità Ci sono troppi sfollati; vogliamo dire troppi sfollati « di qualità ». Presidenti, direttori, segretari generali, capi in genere (nel senso più vasto della parola) che alla sera pigliano su e se ne vanno, ce ne sono parecchi; e non ce ne dovrebbero essere. Al sabato magari approfittano per un po' di riposo; e fino al lunedi non si trova più nessuno. Orbene: lo sfollamento non è un diritto che compete a tutti. Chi ha più responsabilità e più retribuzione è naturale abbia anche in grado maggiore l'impegno della presenza. Può sfollare chi svolge un lavoro determinato, entro limiti di tempo certi: caso tipico quello dell'operaio, che dopo otto ore di fatica ha un periodo dì riposo, per ritemprarsi; e non può nel frattempo essere chiamato nuovamente al lavoro. Cosi l'impiegato; così tutti coloro che, non svolgendo compiti direttivi, non possono essere necessari tutto a un tratto, per una decisione da prendere o per una direttiva da fissare. I cosidetti dirigenti, invece, farebbero molto bene a stare in città anche la notte. Possono magari avere la casa distrutta; ma una branda nel loro ufficio si fa presto a metterla. Altre difficoltà non ce ne possono essere; nè si può tirar fuori il pericolo di bombardamenti, perchè allora basta ricordare che in guerra ognuno deve affrontare gli eventuali pericoli che il suo posto comporta. I soldati di fronte al nemico; e noi tutti non meno dei soldati, se occorre. Certo, sfollare è comodo (a parte il viaggio, ma a tutto c'è rimedio). Tuttavia non è certo distinguendosi per amore delle comodità che si deve diventare — o restare — presidenti e direttori..