E' possibile che la Russia si accordi con la Germania?

E' possibile che la Russia si accordi con la Germania? Uno sguardo al mondo di domani E' possibile che la Russia si accordi con la Germania? ,- «tesne avesse subito rileva f Nel pubbli rare (tue*t'i»rticr>lo del nostro valoroso collaboratore Mai-c'Aiitonió lt ni «aditi, ci preme avvertire il lettore fin; esso non è — come iiotrcbbt lippa i-ite a una prima lettura — mi <-oiiti"i*l<lmoiie con ciuaitto sullo HtesHii argomento scriveva di recente''il nostro eori-ispoud-entc romano, Massimo Caputo. Questi poneva In luce l'irrilevanza ilei contrasti tra ru.s.ii e anglosassoni ai fini della guerra attuale, nella, fittale bolscevismo e democrazie sì trovano strettamente associati dall'obiettivo comune, che è quello di abbattere il comune nemico, la Germania nazional socialista; mentre il Brairadin proietta la sua visione dei contrasti che. oppongono russi i antrlo-omei-irani sul piano del mondo postbellico, il quale, nel caso di una vittoria della potente trimurti nemica, sarà dominato dalla rivalità tra bolscevismo e democrazia capitalistica. Benché la gran parte della stampa italiana, prima della conferenza di Quebec, fosse di contrario avviso, i fatti hanno dato conferma alle nostre previsioni, che il tema principale delle conversazioni anglo-americane sarebbe stato quello dei rapporti con la Russia: e lo è tuttora, perchè la questione è tuttora ben lungi dall'essere risolta. Il comunicato di chiusura della conferenza di Quebec aveva fatto il possibile per distrarre l'attenzione dalla questione essenziale, e molti infatti si sono lasciati ingannare dalla giustificazione che la Russia non poteva intervenire a una conferenza, in cui si discutevano' piani di guerra contro il Giappone, ber>2hè lo stesso Ti- o ta l'inconsistenza. Poco alla volta, però, la verità s'è fatta strada, e ormai i giornali anglo-americani non fanno mistero sulla gravità del problema russo, nonostante gli armeggi Eden-Maisky o le iniezioni di fiducia della stampa inglese filosovietica. Lo. stesso discorso di Churchill, del resto, spo gliato delle esaltazioni retoriche sul valore militare e sui sacrifici russi (che peraltro a Mosca sono cadute nel vuoto) ci sembra assai istruttivo. Perchè, da un lato, l'oratore si scagiona — come già nel comunicato di Quebec — da ogni eventuale accusa di cattiva volontà verso la Russia, proclamando il vivo desiderio di un accordo e il vantaggio che risulterebbe se si potesse raggiungere una completa intesa; dall'altro, respinge con parole relativamente dure l'insistenza russa per l'apertura di un fronte nordeuropeo, giungendo ad affermare — con una frase quanto mai indicativa — che nessuna considerazione « politica » potrà indurlo a una intempestiva azione militare. Tra i sistemi politici e le ideologie sociali delle due parti esiste un profondissimo abisso, il quale tuttavia potrebbe essere accolto, come difatti è, secondo il principio teorico dell' indipendenza dei regimi interni degli Stati da quanto riguarda la loro politica estera. Ma tra russi e anglosassoni il vero incolmabile abisso, ora che l'Unione Sovietica ha rivelato al mondo la sua potenza, la sua vitalità e le sue mire egemoniche, sta nel campo della delimitazione delle rispettive sfere di dominio e influenza politica. Non bisogna dimenticare che la Russia si affaccia a ponente verso il bastione scandinavo, verso il cuore dell'Europa, verso i Balcani; a sud si protende con sempre più palese avidità sul Medio Oriente, verso il Golfo Persico e l'India, scrigno dell'impero britannico; a levante si affaccia in Cina, sul Pacifico e si avvicina bsaeurcdlbapiù che ogni altra terra al continente americano. Su ogni punto dell'orizzonte, quindi, la Russia gravita, verso zone e territori in cui gli anglo-americani — soprattutto gii inglesi — hanno interessi immensi, sotto i più vari aspetti. Finché la Russia era un gigante dai piedi di creta, gli inglesi potevano dormile tranquilli. Oggi non più. Oggi sono afflitti dalle più gravi preoccupazioni, precisamente pensando a quel che potrebbe essere domani. Particolarmente gli inglesi, e qui va rilevata la sensibile differenza di attitudine di fronte al problema russo tra inglesi e americani, che chiaramente traspare dai rispettivi giornali Ma c'è un terzo abisso che si sta scavando per il dopoguerra tra russi e angloamericani, che non è stato ancora rilevato da alcuno. La guerra ha profondamente trasformato la Russia anche nella sua fisionomia economica; l'Unione Sovietica attraverso la valorizza zione delle sue immense ri-gorse — è ormaliassorta "lrango di grande pofenza in-dustriale. Quando lo sforzo o o o e r — a a a a e a i e a e e n à l ; , a bellico sarà cessato, la Russia diverrà una formidabile antagonista della egemonia economica anglo-americana, una temibilissima avversaria nella conquista dei principali mercati mondiali. In definitiva, ovunque si volga l'attenzione, è fatale che il blocco russo e quello angLoamericano, specialmente britannico, debbano essere nemici. Ci si può chiedere allora perchè la Russia si sia messa in guerra con la Germania: lo abbiamo chiarito in un nostro precedente articolo, in cui rilevammo come tra il blocco sovietico e quello anglo-americano non si possa davvero parlare di alleanza ma solo di temporanea «concomitanza» di obiettivi. Tra Russia e Germania vi sono numerose affinità sotto diversi aspetti, mentre tra russi e angloamericani si può parlare solo di transitorie coincidenze di interessi politico-militari. La Russia è entrata in guerra contro la Germania soltanto per la necessità di impedire che questa venisse a dominare completamente la carta europea: necessità che si affievolirebbe gradualmente con il perdurare della guerra. Potrebbe, dunque, venire il momento in cui quella causa si annullasse; e forse non è così lontano come può sembrare. Si potrebbe arrivare allora alla conseguenza clamorosa, ma, in base a quanto abbiamo detto, non sorprendente, di una paco russo-tedesca: e chissà, se alcune pregiudiziali fossero rimosse, addirittura ad unaccordo militare. La Russia, d'altronde, ha saputo abilmente sfruttare ogni situazione per mantenersi libera da reali impegni verso i suoi cosiddetti alleati, e ha motivi per giustificare qualunque soluzione che a un certo momento potesse convenirle. L'attitudine sovietica nei riguardi degli anglo-americani, la « impenetrabilità » di Stalin, il disinteresse della stampa di Mosca, e tante apparenti stranezze nelle conferenze, nei discorsi e in tutte le manifestazioni relative in qualche modo alla Russia, se si guardano alla luce di queste nostre considerazioni, si spiegano assai chiaramente. Si ricorda fra l'altro che la Russia, anche nei momenti più drammatici della guerra, non ha mai acconsentito che un anglo-americano giungesse a combattere sul suolo sovietico. . In conclusione riteniamo che l'attuale crisi tra russi e anglo-americani sia motivata da questioni ben più vaste di quella dell'apertura di un fronte in Europa Settentrionale : assillante richiesta russa, che incidentalmente potrebbe anche essere un'abile manovra per far impegnare fortemente gli anglo-americani sul suolo nord-europeo al fine di lungimiranti piani sovietici. La vera questione da risolvere è la ripartizione delle rispettive sfese di egemonia politica ed economica nel dopoguerra: problema che per gli anglosassoni, a questo punto del conflitto, è improrogabile, perchè da esso deve determinarsi la direttrice del futuro sforzo bellico principale, mentre la Russia « loccia nel manico >■• e sornionamente sfrutta la sua vantaggiosa posizione Ciascuna delle due parti, insomma, cerca di stringere un laccio al collo dell'altra. Non ci meraviglieremmo infatti se venissimo a sapere che la Russia appoggi assai vàlidamente la sua richiesta con la minaccia di accordar- l si con la Germania, e, se i i — , n , e e o . a necessario, puntare le armi contro i suoi cosiddetti alleati. Si capisce, allora, perchè Roosevelt e Churchill — anche se hanno di certo numerosi e gravi problemi da trattare —■ abbiano ora tanto da discutere insieme: perchè la minaccia russa è da lungi il problema essenziale, il quale, se non sarà risolto favorevolmente, rischia di annullare gli enormi sforzi che l'Inghilterra e l'America hanno fatto Naturalmente una così vasta crisi non è cosa che si potrà risolvere — qualunque ne sia la soluzione — in un giorno o in un meso: le sue conseguenze lontane potranno abbracciare un ciclo di anni e forse far versare molto sangue all'umanità dolorante. Ma, pur trovandosi oggi la nostra Patria sotto l'impeto di tanti gravi é immediati avvenimenti, crediamo che cuci vasti problemi mondiali non debbano essere ignorati, perchè è solamente guardando li lontani orizzonti che si jpuò- ^ovare Ia rotta meno lperlcolosa Per condurre la 'nave a lamento, Marc'Antonio Bragadin

Persone citate: Bragadin, Churchill, Eden-maisky, Massimo Caputo, Roosevelt, Stalin