Libertà e realtà di Filippo Burzio
Libertà e realtà Libertà e realtà i Sotto questo titolo il nostro illustre amico Luigi Salvatorelli scrive nel Popolo di Roma del 1" corrente un articolo in cui'c'è un periodo che ci riguarda: « Ci è capitato di leggere in questi giorni, uscita dalla penna di uno scrittore torinese, l'espressione: « la parentesi fascista ». Ma ci sembra che in questo caso l'elemento ottimistico incluso nella demiurgia cara a quello scrittore abbia funzionato a scapito di quello pessimistico, e, che più conta, a scapito della realtà. Chiunque parlasse sul serio — e cioè, non per semplice lapsus calami, — di parentesi, a proposito del periodo fascista, si dimostrerebbe radicalmente incapace a comprendere la situazione dell'Italia postfascista ». Ci sembra superfluo (ma comunque forse non inopportuno) far rilevale a uno scrittore politico dell'acume di Luigi Salvatorelli, come tutta la intonazione da noi data all'espressione del nostro pensiero in questi ultimi tempi escluda titilla frase: « parentesi fascista » qualunque faciloneria ottimistica, da parte nostra nell'interpretazione della situazione attuale. Ci busti, infatti, citare quest'altra frase di un nostro articolo del 29 agosto: « A voler essere ottimisti, si potrebbe anzi concludere: per l'Italia, 1 vent'anni di fascismo soho stati una crisi d'immaturità e di crescenza»; frase la quale implica, evidentemente, che tale ottimismo non è da noi condiviso, benché non ci sembri poi di dover cadere addirittura nell'eccesso opposto. Anche nel nostro commento di ieri dal titolo « Nazionalismo e patriottismo » — che il Salvatorelli non poteva naturalmente ancora conoscere — abbinino esposto una visione tutt'altro che facilona e otti mistica sulla profondità e la vastità del guasto morale prò dottosi nelle coscienze degli italiani nel ventennio trascorso. * * Passando a cose meno personali e più importanti, osserviamo che l'articolo del Salvatonelli ha ' un'impostazione garbatamente polemica nei riguardi di Benedetto Croce, e che la sua sostanza può essere riassunta da queste parole: « Il dire che oggi, in Italia, occorre innanzi lutto il ristabilimento "ella libertà, puro e semplice, rischia ^'essere una bella frase, vuota di contenuto. Quale e quanta libertà occorre ristabilire? e da chi deve essere operato il ristabilimento? e in quali istituti esso deve concretarsi? quali garanzie £iurulico-politiene debbono as slcurarne il mantenimento S quali condizioni politico-sociali debbono renderne possibile il funzionamento, a pio di tutto il popolo?... « Bisogna « calare » questo ideale di libertà in una situazione politica concreta... , « Piaccia o no ai « liberali puri »... questa è realtà ». Noi conveniamo perfetta mente col Salvatorelli in questa idea: l'essenziale starà poi nel dare una risposta precisa e costruttiva a quelle sue giuste domande. A tale proposito, e per conto nostro, abbiamo tentato per ora un'affermazione (lo riconosciamo) generalissima e cioè: istituzioni liberali profondamente adattate ai tempi (cioè concilianti la libertà con /'organizzazione). Il Salvatorelli, nel citato articolo, ne~propone un'altra, che ci sembra anch'essa alquanto generica: democrazia effettiva, cioè autodecisione popolare. Evidentemente, bisognerà a suo tempo, cioè a guerra finita, precisare di più, e sui terreno dei fatti, mentre fin d'ora è certamente utile la discussione teorica. Fino a qual punto sarà possibile trovare un terreno d'intesa fra le due forinole, quella liberale e quella social-democratica, nsl che starebbe (cioè in un fronte comune contro eventuali estremismi catastrofici) la fortuna d'Italia ? Innovare, distruggendo il meno possibile, non potrebbe essere il meglio t Filippo Burzio •
Persone citate: Benedetto Croce, Luigi Salvatorelli, Salvatorelli
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