Bai copione al £tlm, veceki ai giovasti

Bai copione al £tlm, veceki ai giovasti Bai copione al £tlm, veceki ai giovasti Eppure, ogni tanto, appariva itti film che giustamente aveva ogni consenso, e che di volta in voltu dava al nostio ciurma provvisorie credenziali. Film come Gli uomini che mascalzoni e 1860, Squadrone bianco e Salvator Rosa, L'assedio dell'Alcazar e Uomini sul fondo, Quattro passi fra le nuvole e Alfa Tau, sono di quelli che coniano. Dirò di più. Dati gli artifici e le strettoie che esistevano attorno al nostro cinema, quei film dimostravano l'esistenza di «omini che dignitosamente avevano saputo destreggiarsi fra quelle difficoltà in modo da poter dire una loro parola. Ma a ciò riuscirono ben pochi. Molti degli altri furono anchilosati da quelle strettoie e da quegli artifici, che ora dovranno sparire. Il peso più evidente e maggiore, se si considera la nostra recente produzione, è nella ceyisura preventiva. Al suo esame deve essere sottoposto ogni progetto di film Soggetto e sceneggiatura; nominativi del regista, degli interpreti, dei tecnici; piano finanziario e di lavorazione. Una verifica a priori del piano finanziario a di lavorazione può certo essera ammissibile, può evitare che inesperti corrano grossolane avventura, economicamente dannose a si e agli altri; ma una censura preventiva artistica ai rivela, come l suoi termini, un assurdo. Una benevola e serena consultazione, più o meno del genere, sai ebbe potuta essere ammessa in un primo tempo, quando le forze del nostro cinema erano poche e disperse, i produttori quasi sbandati; e da quanti, nella Direzione Generale per la Cinematografia, avevano per quel periodo veduto un oigano di consulenza e di assistenza, con il volonteroso e disinteressato contributo dei non molti esperti esistenti in Italia. Avviata poi la nostra produzione su di un suo cammino, l'offerta di quella consulenza sarebbe dovuta diventare sempre più sommessa e discreta; mentre il nuovo organismo avrebbe dovuto dedicare tutte le sue energie ai non pochi problemi amministrativi che il nostro cinema avrebbe automaticamente suscitato (noleggio, esercizio, esportazione). La cosidetta censura preventiva diventa invece ben presto obbligatoria; ed ha pretese... artistiche; ed è esercitata da un funzionario, sia pure solerte e intelligente quanto si vuole; e poiché la nostra produzione giungerà poi persino a sfiorare un centinaio di film all'anno, così quel funzionario, sia pure aiutalo da ignoti collaboratori, dovrà in 7/iedia, e per quel periodo, dare il suo responso, su, di un completo progetto di film, ogni quattro giorni. Un responso, si noti, ohe in seguito alla lettura del soggetto e della sceneggiatura non solo dovrà dare esaurienti pareri a quel proposito, ma accompagnarli ancora con suggerimenti d'ogni genere, riguardanti il tono di un dialogo o il ritmo di un gruppo di sequenze, il presunto stile di un regista o di un interprete, la opportunità di scegliere quel detcrminato opetatore o quella di preferire, per il commento musicale, la collaborazione di un musicista invece di un altro. Vn uomo del genere, se fosse esistito, sarebbe dovuto essere almeno un infallibile e inesaurìbile Erich Pommer, e ancora elevato all'ennesima potenza; e quell'uomo, dopo pochi mesi, sarebbe stato disputato dalle più potenti industrie cinematografiche del mondo. Si comprende perciò come questa quasi impossibile censura preventiva si sia ridotta, per gli elementi potenzialmente artistici del film, a un esame abbastanza sbrigativo; e si sìa invece risolta in una censura degli elementi potenzialmente sociali o politici del film. Una vera e propria polizia politica, addetta alle intenzioni del produttore, del soggettista c dello sceneggiatore; una polizia minuziosa. dE cordiale e inflessibile, ligia a determinati principi!, concretatisi in tutta una casistica, tanto vasta quanto risaputa. Eliminato il delinquente, perchè in Italia non ci sono delinquenti; se delitti hanno da essere rappresentati in un nostro film, si ambienti quel film in un paese straniero, sia pure posticcio e di maniera quanto si voglia. Eliminata la satira, perchè in Italia non c'è nulla di satiìizzabile. Eliminata la visione di qualsiasi vera miseria, perchè in Italia non ci sono miserie. Eliminato lo scontento, sia pure modesto, pei che in Italia non ci sono scontenti. Impossibile porre sullo schei ma km qualsiasi podestà o chi altro volete che abbia compiuto una minimaindelicatezza; perchè in Italia non c'è mai stato un podestà o chi altro volete che abbia compiuto la minima indelicatezza. E cosi via. Tutti bravi, tutti contenti; tutti primi della classe, tutti a braccia conserte. Si ha il perfetto Giannettino cinematografico. Al pensare ai buoni film che si sono ricordati, e alla contemporanea esistenza di queste innumerevoli limitazioni, vaniva da urlare al miracolo; e ti comprende come la fantasia e l'ingegno di molti nostri registi, e dei soggettisti e sceneggiatori che quelli dovevano servire, siano potuti apparire ancora più modesti di quanto forse in realtà non fossero. Si comprende come per molti di essi il solo gradito incentivo fosse quello finanziario; e si comprende come i produttori, per il timore di poter disporre soltanto di temperamenti, trame e spunti ultrudenicotinizzati, di rado ponessero i loro film in ambienti contemporanei, e si rifugiassero invece, e fin troppo volentieri, in film ambientati in epoche diverse, nei cosidetti film in costume. « Là, almeno, te faccio morì, ammazza, impicca chi vogl'io » mi diceva, molto alla spiccia, un produttore; e quel suo criterio non era che la voce di un coro. Si chiamavano film « storici »; ed erano soltanto, come già qui si disse, film travestiti. #*# La censura preventiva deve essere abolita; non devono essere intralciate, a priori, libertà e responsabilità d'intenzioni di produttori e registi. Ciò che sulla carta potrebbe apparire eccessivo, potrà poi invece trovare un U Vivi Gioì in « Turno di notte » suo giusto tono nel ritmo e nel timbro di qwella stessa scena effettivamente « i/irata »; non contano i copioni e le scartoffie, contano i film. Una libertà di temi potrà suscitare emulazioni svariate, il rivelarsi di tempei amenti, un affinarsi del gusto, un imporsi di significati; e soprattutto toglierà a produttori e registi parecchi alibi. La censura preventiva, cosi come è stata esercitata in questi ultimi anni, è forse l'insegna più appariscente del dannoso equivoco nel quale il nostio cinema si è in gran parte dibuttuto. Non un cinema libero; e non un cinema ili Stato. Si comprende come molti dei nostri film dessero l'impressione di una Irreparabile scissura con la vita vissuta. Troppo sovente tutto si ti- solveva in una facile convenzione, in una bassa retorica: personaggi, sentimenti, ambienti; non drammi veri, non dibattiti di idee, non scatti, non caratteri. Gli sforzi dei produttori, bisogna cordialmente riconoscerlo, si rivolgevano allora e per lo più a da re ai loro film una cornice lustra e brillante, persino lussuosa, talvolta accurata, talvolta pacchiana; e a un occhio un po' esigente quelle prodi gate apparenze ancora di più denunciavano l'intimo vuoto Quante volte non si scrisse e non si riscrisse: il film italia no sia italiano, rispecchi la più vera vita del nostro popò lo in tutte le sue classi sociali, tragga i suoi motivi dalle nostre più genuine tradizioni? Parole al vento. A riscorrere quanto si scrisse e si riscrisse in questi ultimi dieci anni, si potrebbe allineare una lunga, quasi monotona sfilza di pareri di Perpetua. Bisogna dare molta aria, al nostro cinema. E non scoraggiarsi se in principio si dovrà rieducarne i polmoni con parecchia respirazione artificiale. Alcuni ottimi elementi ai sono, registi, tecnici, interpreti; le attre»eatur» sono firn troppo rioche; e gU errori dei passato potranno servire. Non è il caso di disperare, rutfaltro; anche per il nostro cinema si tratta, semplicemente, di ricostruire: e con' materiali che quasi tutti già si trovano in loco. Avremo una cinematografìa modesta, ma sana: ci basterà. Allora-, dopo i primi duri passi, si vedrà quanto sia salutare il procedere per una Uum r una stanza nelappartamentino di Dorina, canterina belloccia, naturalmente presuntuosa e vanitosa. Qualche atipo, qualche baule, SCENE T TE M

Persone citate: Alcazar, Erich Pommer, Salvator Rosa

Luoghi citati: Italia