Filippo Amedeo
Filippo Amedeo CRONACA CITTADINA UN ALTRO CHE RITORNA- Filippo Amedeo a o A Torino, fra le masse lavoratrici, l'operaio meccanico torinese Filippo Amedeo, uno dei più noti esponenti del partito socialista, due volte deputato al Parlamento nelle legislature del 1921 e del '24, ha lasciato un vivo ricordo di sè. Perciò con gran de soddisfazione le masse ap prenderanno che proprio nel pomeriggio di ieri Filippo A medeo ha riacquistalo la li berta. Egli era espatriata dande stinamente nel 1927 in Fran eia, dove si era trattenuto fi no a qualche mese fa. Ai pri mi di luglio era stato arrestato e tradotto in Italia, a Torino. Ma soprattutto l'on. Amedeo era ed è un italiano: ha combattuto durante la guerra di Libia e durante la, guerra mondiale. Per il suo valoroso comportamento era stato proposto per due ricompense al valore. Abbiamo parlato ieri sera a lungo con l'on. Amedeo. Semplicemente, pacatamente, nell'intimità della sua casa egli ci ha narrato la vita da lui combattuta — e il termine non è fuori di posto dal giorno dell'esilio fino al qiorno in cui potè rivedere la Patria. Com'è noto, nel 1927, ai deputati dell' opposizione non erano rimaste che due alternative: il confino o l'esilio. E l'on. Amedeo scelse naturalmente la seconda. Fatto segno a persecuzioni, dopo aver visto la sua dimora incendiata e devastata, egli prese la via della Francia. Si stabili a Marsiglia, dove continuò nella sua infaticabile e feconda opera d'organizzatore. «Mi sono particolarmente interessato — ci dichiaro — al movimento sindacale e a tutto il suo complicato processo organizzativo ». Sormontando difficoltà di ogni genere, riuscì a costituire la Federazione socialista sud-est della Fran eia, federazione che superò tutte le altre per importanza e per vastità, tanto da impedire il sorgere e l'affermarsi, nella zona, di nuclei comunisti. A proposito della sua aspra e diuturna battaglia contro il comunismo, egli ci ha narrato alcuni interessanti particolari: tra l'altro, egli reca ancora nella carne, ben visi bili, i segni di ire coltellate in fertegli da elementi estremi sti, a Marsiglia. Spesso la sua fatica quotidiana era amareggiata da notizie che gli giungevano dall'Italia e che lo ferivano nei suoi più cari ed intimi affetti: così seppe che in sua vece il fratello Mario era stato arrestato e assegnato per diverso tempo al confino. Ma a questi dolori il suo animo reagì virilmente: mentre tentativi di spietato ostruzionismo venivano operati contro la sua attività da parte degli elementi fascisti di Marsiglia, egli, per primo, diveniva fautore dell'unità socialista in Francia. Propugnò, con audace spirito battagliero, la sua idea collaborando attivamente al giornale Libertà diretto da Claudio Treves, all'Avariti! diretto da Pietro Nenni e al nuovo quotidiano La voce degli italiani. Con Filippo Amedeo, Bruno Buozzi, Luigi Carmagnola — altro organizzatore di provata competenza e di largo prestigio fra le masse — e Domenico Chiaramello — ex-consigliere provinciale di Cuneo, ex-appartenente al comitato centrale dell'Italia Libera — .la Torino operaia, e non solo quella, ritrova uomini di provata tempra, degli italiani che si propongono, ciascuno nella sua sfera di azione, di collaborare alla normalizzazione, alla ricostruzione del Paese.
Persone citate: Bruno Buozzi, Claudio Treves, Domenico Chiaramello, Filippo Amedeo, Luigi Carmagnola, Pietro Nenni, Spesso
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