Una città di burro tra grano e vigneti

Una città di burro tra grano e vigneti CAMPICOLTURA IN SVIZZERA Una città di burro ra grano e vigneti DAL LAGO DI NEUCHATEL, luglio. Sotto il vento dì tramontana, la bine, il lago ha un aspetto quasi marino. Rammenta l'Alto Adriatico, in vi gptpmbmista alle coste Istriane, quan-1 aI do soffia un po' di bora, e tutto il colore si addensa azzur- io nelle acque, mentre sono; Ipallide le terre e chiarissimo, ili ciclo; qui c'è in più, lonta- > ina, perduta, la cortina delle;1}I Alpi bernesi. Senza una vela.1 dIseóza un battello, sembra as-'Psai vasto il lago/che è quello: >di Neuchatel. Le Alpi gli fan-: Pino, nel giorni chiarì, panora- 1 ma a distanza, ma la riva che sIpiù conta è questa che si ap-1vpoggia da vicino ai dossi com-:opatti e scuri di abeti del Giu-iPr — - ! rra. Stesa sotto un monte che si avanza Ano al lago e ci disegna un arco, Neuchatel può richiamare in piccolo la positura di Napoli sotto 11 Vesuvio: il paragone lusinga la pdatqgente del luogo, ma è un ri- c.chiamo approssimativo, di li- cnee: altro ciclo, altra natura. nquesta più blanda e tuttavia rpiù grave; il Giura, monta- cgna un po' fosca, proietta finjrsul lago le sue fredde ombre lcazzurre. Ma oggi, nell'apertoicsole primaverile, Neuchatel |ngode la placida leggiadria dei ctuoi giardini rifioriti. E' co- llore lei burro, dicono i suoi mabitanti, la città tutta costruì- mta_ di calcare del Giura, pie-1 otra tutfaltro che tenera ma che per la sua tinta d'ocra oarieggia un burro giallo. Evserve bene agli edifici moderni, come è servita al castello antico e a certi palazzetti settecenteschi che danno un tono aristocratico alla cittadina fresca e linda che, prlma d'essere svizzera, ha avuto varietà di vicende. Principato a sé, era passata per eredità al Re di Prussia, del quale aveva mantenuto la lontana prote-,, zione anche dopo essersi con-11federata agli altri cantoni psvizzeri: soltanto nel 1848 sl b\* sciolta da ogni dipendenza i g ' straniera. , chtcmsddctpIa . is! sd! cIntomo a Neuchatel il pae- • rTra il Giura e il Iago |se è agricolo e specialmente1 svitifero. Le pendici soleggiate, Uche costeggiano il lago a mez-, rzogiorno della città sono tutte j a vigneti. Nei tini e nelle bot-jnni tlShe è la prosperità dei vii-do,, ; ai tra ,a riva e , knnnncn rial CI,,,.. T. Iln - i n o e i i o i spalto boscoso del Giura. In nuno di questi, mi accoglie ospl-dtale la casa di vecchi amici af-1 rfezionati all'Italia. Nell'antica I Lcasa festonata di glicine il co-!mstume è semplice e quasi pa- ftriarcale intorno agli avi, gra vi d'anni ma non Ignari del tempo nuovo. Agricoltori proprietari hanno lavorato anche con le loro braccia il loro possesso. Viticultori esperti di ogni nuovo trovato dell'enologia, producono un vino rosso, specialmente pregiato dove 1 vini più facilmente prodotti sono bianchi. E' un vino rosso che rammenta il tipo del Bor gogna — oltre le vallate del Giura sl va a finire nella Bor- gtèobAp gonna — ma ha meno peso e i più grazia. Tutti vini da bót- tiglia che non possono essere prodotti se non ad alto costo ;|ma il vino in Svizzera non è bevanda quotidiana, è per la mensa di festa, per i ritrovi di amxizia Vpnrlpmmin cntfn la nov» Vendemmia SOKO la neve _. , , ... ». Dl questa stagione i vigneti 1}?" s'!no W che caPP disposi in rigorosa simmetria: P".?1 dl leSn.° bruno.s" la >a b£un£ "c"aQd °f"l Pa- ?» stannoapper«_ alzando 1 Pal1' \lU Identici, in sene su}. quf[l sl .QPP°fSerann0.J* 1vltl: ,ch? ofS1 mettono Ipnmi' :occh1'. Andhe ^ando av'an"° iPamPlni e grappoli, le viti sa! ranno tenute bassissime da prendere tutto il calore Irradiato dal terreno; a distanza assomiglieranno a grandi piantate di cavoli. Il clima vuole qui una coltivazione attenta come, una «wicultura, e un calcolo attentissimo nel a ma no ,"'opera: ogni particolare razionalizzato al 'estremo.Poi, come sotto tutti i climi, ci vorjr£ l'assistenza del buon Do lcn,e raanda 'e stagioni propizie ic stagioni contrarie I gior |ni dlMsole saranno benedetti, contati, sommati fino a quel o ln .cu 1 grappoli Analmente maturi saranno vendemmiati ma^ri sotto la Prlma neve dl 1 ott° , i ,, „ „„ 1" .temP° di. guerra, an¬ ohe in Svizzera prima del vino viene il pane. I viticultari non ,, 11 Pratl, Per coltivarli a cereali, posi c è oggi in Svizzera meno bestiame, meno latte e meno i gjgWF»^"dIdrimVnen , cienza di pane. Da.pi ima pen hanno, naturalmente, strappa to gli Impianti, fatica di de cenni e decenni, ma anch'essi mi mostrano come, appena scoppiato il conflitto che chiù- de alla Svizzera le consuete vie di approvvigionamento, l'agri- coltura del paese si sia anda ta trasformando, secondo un piano razionale e controllato. In sostanza si sono sacrificati isavano che questa sarebbe ! stata un'economia transitoria dl guerra; oggi pensano che ! certi Insegnamenti della guer • ra meritano di restare acqui- 1 siti. Hanno visto che una rela- , Uva autosufficienza altmenta, re è una necessità costante, j Campicultura si è chiamata jnel Ticino la trasformazione del pratl In campi. Anche senleggere nelle statistiche. Il, i - -..t: n'occhio nota più campi e ort di una volta nel paese già ca1 ratterizzato da prati e boschi, a I La Svizzera sta diventando -!meno pastorale di quello che - fosse. Un'agricoltura, ch'era l e , 1 i o l già intensiva, è obbligata a In tenslficarsl ancora. La regola è dl sfruttare razionalmente ogni pezzo di terreno sfruttabile, dl non sperperare nulla. Alla regola risponde bene una popolazione già educata a una economia non povera ma attentissima a non disperdere 11 più piccolo bene. In questo si mostra ingegnosissima. L'anno scorso la fioritura del meli — una ricchezza dl questi pae sl freschi — era minacciata da un'invasione di maggiolini dl strutturi. .In ogni frutteto fu organizzata la caccia e cattura dei ronzanti coleotteri, e questi, ammassati a tonnellate, furono macinati e hanno dato una farina organica che è servita come alimento ai suini. E i meli, difesi e assistiti secondo le norme, hanno dato tutte le mele che dovevano; eccone abbondanti su questa mensa. Certo, per curare con tanta attenzione ogni proda, ogni pianta, la mano d'opera non deve difettare. Gli Svizzeri si sono serviti anche degli internati polacchi, rimasti nel paese dopo la rotta della Francia tre anni fa. Anche in questo villaggio ce n'è una squadra, alloggiata in comode baracche, appena sorvegliate. Sta terminando il drenaggio di certe praterie dove le acque scorrevano male. Parziali bonifiche integrano il piano dell'agricoltura di guerra che arterie la Svizzera ha dovuto darsi, con limitazioni di consumi e controlli nella distribuzione: ma gli sforzi e le restrizioni particolari hanno dato risultati che si giudicano soddisfacenti. Vita domestica Di queste cose domestiche sl discorre nel villaggio, tranquillo e lindo, tra il lago placido e lo spalto silvestre del Giura. La vecchia casa laboriosa è più che mal laboriosa. Un esperto di apicultura sta esaminando gli alveari, se le operaie lavorano bene, se le regine sono gradite dagli sciami. M'insegna una cosa che non sapevo: che le operale, quando sono esauste dalla fatica, ab bandonano l'alveare e vanno a morire lontane. Crudeli sono le norme della natura che continuamente produce ma anche continuamente distrugge. Pensieri gravi passano, dentro 1 discorsi tranquilli, in cospetto del lago fattosi calmo verso il tramonto, e il Giura aggrondato di nuvole. Dietro quelle nuvole, oltre quei boschi, passa il confine della Svizzera con la Francia. Oggi mi pare che quel confine tagli come non ha mai tagliato. Una volta, anche durante l'altra guerra, da questa parte si discorreva molto, anche tròppo, delle cose dell'altra parte. Oggi pochissimo. Città o campagna, la Svizzera non comunica più che con se stessa. La sua vita è strettamente domestica, tutta occupata a sorvegliare i suoi compiti quotidiani. Altrove opera 11 destino che è anche suo. Panfilo

Persone citate: Dal Lago, Uche