PARTENZA

PARTENZA PARTENZA Abituato a un lento e mo-lfranotono susseguirsi di giorna- su'te, ad una esistenza modesta Boche trovava decoro e dignità |tosoprattutto nel rispetto de gli scolari, al professor Fabio Arci, quando gli recapitarono la cartolina-precetto, parve che qualcosa di più libero e persino di spregiudicato stesse per entrare sorridendo nella sua vita. Gli parve che fosse giunto inaspettato l'ultimo giorno dell'anno scolastico, e poiché in quel giorno è lecito anche ai professori più severi dimenticare il tono austero e offrire una fraterna dimestichezza agli alunni, così si disse che quella mattina, non appena fosse entrato in aula, sarebbe stato di umor pacifico e avrebbe per donato ogni irrequietezza ed 'esuberanza. Persino le parole 'di quella lezione che avrebbe dovuto ripetere per la cente sima volta se le sentì risonare negli orecchi non più tediose e monotone, ma gli parve che prendessero il volo, e si liberassero, quasi che scorrevoli e facili egli le pronunciasse per un suo nuòvo esame, felicemente superata le e che gli promettesse sorprendenti vacanze. Certo, se avesse riepilogato gli ultimi anni della sua vita, non avrebbe potuto . avere 'molte ragioni di compiacenza. Dopo i primi entusiasmi [ goduti da studente, s'era' doìvuto accorgere di non essere :che un professore qualunque. Aveva fatto il suo dovere, e ' solo conforto era stato quello di obbedire con orgoglio ad una missione che gli dava ■ modo di assolvere con dignità iil suo compito di uomo. Ma .ecco che quella cartolina-precrtto lo ammetteva a una ? nuova prova, gli apriva un ; diverso avvenire, gli propo' neva nuove possibilità e di ri cominciare una seconda giovinezza. Quella cartolina veni va a strapparlo dalla morti ficata malinconia dei suoi giorni senza speranze, tanto più meschini quanto più tranquilli e Dicuri. Se ne rese con tb quando gli entrò in carne ra la padrona della pensione compunta e sorniona più del 'solito. Voleva informarsi e capere tante cose, lei,- ma non ottenne nulla: s'era sentito geloso di quella cartolina come di un segreto o di una fortuna che voleva unicamen te sua. Certo un po' di malinconia la soffriva, se pen sava che non'avrebbe più ri visto quella brutta stanzetta d'affitto dove tuttavia viveva : ormai da dieci anni. Ma'for-, se era causa della pioggia, che s'era messa a scorrere grigia sui vetri della finestra chiusa. Tra poco, quando fosse tornato il sole, non avrebbe più guardato con tederà commozione quel letto angusto e quel cassettone vecchio e odoroso di naftalina e di muffa, e quegli asciugamani che senza riuscire mai ad asciugare aveva visto pendere flosci dal treppiedi della catii nella per tanti anni, Ecco, : già non pioveva più. Una grossa goccia luminosa scivolava sul vetro della finestra. ; Percorreva la lastra ora rapi.da e ora indolente, attraversava un rigagnolo, si soffermavì in una chiazza lucida Pensò che disegnasse la carta geografica del'suo viaggio futuro. O forse voleva rievo. cargli il paesaggio di un pas.sato ormai lontano! .Voleva forse invitarlo a tornare su . quei monti dai quali ci si poteva affacciare sul mare aperlo, è là dove, austera e solitaria, era la ossa dei suoi vecchi sperduta in campi di sole?* Avrebbe dovuto dirle addio prima di partire per la guerra. E avrebbe dovuto dire arldio anche ai suoi ragazzi, anche a quello che gli dava l'affanno quando; in piedi . davanti alla cattedra, lo sentiva annaspare nei ricordi inesatti della lezione mal ap'presa; e anche a quell'altro, tanto alto e grosso che gli vietava, quando veniva •prendere ripetizione, persino la vista di quelTalberoesempr<- verde che, suo-unico conforto, lo invitava a liberare lo sguardo lontano, attraverso il cannocchiale angusto delle case che toglievano \iice e respiro alla sua stanze sempre calda. Sarebbe parti to senza riuscire a' scovarlo quel benedetto albero verde Doveva essere nel giardino del convento laggiù, e l'alto muro doveva proteggerlo dai curiosi. Dalle più alte finestre della casa di fronte forse si sarebbe potuto sorprenderlo, ma chi poteva avere il coraggio di chiedere di entrare in casa altrui- per vedere un albero, un albero nel giardino di un convento? Ne aveva parlato un giorno a quella ragazza, che poi aveva sapu to essere una collega, elle, in contrava spesso in tram e ch< doveva abitare da quelle par ti: ma non gli aveva rispo sto, aveva abbassato gli occh confusa, e anche lui aveva taciuto per timore d'essere spsenpataunpavaLecptetrsoludi« ra nerimvelavaNbrmorstvomtoagteLnunptestlevgnpsendbtivescmaspnmvatvnpsvvdanfaqifTvrvttnAznrssfmsocggd rainteso. Le sue parole « il uo interesse'per quell'albero oa avevano alcun significa- o recondito, non erano o i e pia di nessuna malinconia enza conforto. Ma prima di artire avrebbe dovuto saluare . anche quella ragazza, na brava ragazza, una simatica collega che' invecchiaa nella giovinezza, come lui. Le avrebbe detto arrivederci pn parole semplici e niene affatto romantiche, senza roppa confidenza,. come era olito fare del resto con tutti, ui che un poco si compiaceva i meritare il soprannome di riccio • che gli avevano dato scuola. Non si sarebbe inteerito, e non avrebbe intene ito nessuno. In qualsiasi momento,' sissignore, chi gli aesse guardato attentamente a cornea non l'avrebbe troata più umida del normale. Neanche nel lasciare i suoi libri si sarebbe commosso, come non si sentiva commosso ra che li guardava accatatati in bel disordine sul tavolino, o allineati lungo il muro sul ripieno del cassetone, ora che sorrideva anche agli altri, ai più preziosi, che eneva chiusi nell'armadio. La grande fortuna, la vita nuova, la più bella, era tutta nella-cartolina precetto. Gli piaceva stirarla trai le dita, tentarne il taglio con i polpastrelli, rileggere quelle paro e che lo invitavano a un nuo vo dovere. Si sorprese a leg gere e a rileggere il proprio nome come se lo imparasse per la prima volta, quasi fosse quello di una simpatica, co noscenza, di un nuovo amico, di un collega molto rispetta bile. Quel Fabio Arci Io sentiva staccato da «è, e tuttavia si sentiva orgoglioso di essere quell'uomo. S'impone però di non accondiscendere all'orgoglio come non avrebbe accondisceso alla tenerezza. Decise di ve stirsi, di uscire. E poiché la pioggia era cessata, pensò di non andare a scuola, quella mattina. Il suo bel segreto voleva che per qualche ora almeno fosse e rimanesse sol tanto suo. Scelse il miglior vestito, si annodò la cravatta nuova e scese in istrada compiaciuto di essere lindo e forse anche elegante. Gli piace va passeggiare. Non lo face va ormai da anni, o soltanto di domenica. Dalle finestre aperte gli pareva che qualcu no dovesee ad ogni tratto af facci&rsi per salutarlo. Entrò anche in libreria e si comprò quel libro che da tempo gì' ifaceva gola. Perchè si eenti Tva sicuro di se é' a certe ava rizie, che lo stipendio gli ave va imposte ma che in defini tiva non erano del suo carat tere, non voleva e doveva più nè obbedire nè sottostare Anzi, sarebbe andato subito cercare anche quella ragazza, quella collega alla quale non aveva mai offerto neppu ré il tram. Aveva un'espres siono dolce, doveva essere di screta, e a lei avrebbe con fossato il suo segreto per pri ma. L'aspettò davanti alla scuola, seduto in carrozza bdpArIvddsml'mctbfppnnesildrzdmc2Ia9Quando la vide uscire la ohiamò, l'invitò- a salire accanto a luì, e' le éhìese"di' accompagnarla,, Sottó-il' sole gli parve anche'bella. Le scopriva un affettuoso languore negli occhi, una carezzevole gentilezza nella voce, un modo delicato di muovere le mani. Presto gli parve di non aver-più nulla da dire, ma era bollo percorrere in carrozza quelle stesse . uggiose strado che vedevano dal tram stipato ogni mattina: ora il cielo sì apriva sulla città in grandi varchi azzurri. — Questa è la mia strada e io abito laggiù, in quella casa da capogiro — disse ad un tratto la ragazza con un sorriso. Poi, gentilmente, e un poco timorosa, aggiunse: Dal mio balconcino si vede anche il grande albero che voi spiate dalla vostra finestra. Venite a vederlo, se vi fa piacere, prima di partire. Perchè non me l'avete detto prima? Ella gli alzò gli occhi negli occhi, dischiuse le labbra per parlare, ma non osò giustificarsi. Riabbassò subito lo sglfitrdo c chinò il capo. . '; Mi piacerebbe- tornare dalla guerra e venire ad abitare nella vostra casa — egli disse dopo un silenzio, — E se vi fa piacere, potete 'dirlo a tutti che, se io ritorno, certo voi vi sposerete. Franco Bondioli

Persone citate: Boche, Franco Bondioli