l primi colpi di piccone all'edificio dello Stato fascista

l primi colpi di piccone all'edificio dello Stato fascista MI Maresciallo Badoglio all' opera l primi colpi di piccone all'edificio dello Stato fascista Il Consiglio dei Ministri ha enuto martedì scorso la sua uima riunione, Il comunicato Jficiale, che ne annuncia le ecisioni, è straordinariamente neve. Siamo agli antipodi del uetodo fascista, che consiste•n nel propinare al pubblico unghi elenchi di provve'imenti, la più parte di ordimria amministrazione, che i n'ornali erano obbligati a riprodurre integralmente, con tioli a caratteri di scatola, il Tifi delle volte dettati da ?oma. Energica liquidazione Il Governo Badoglio si è linitalo a pochi periodi di proto asciutti e sobria: e da Rana non ci è venuta una volta anto l'ombra della soltecita■ione a curarne la « montatu•a». Il lettore è pregato di crelere che, se sull'avvenimento mpostiamo la prima pagina lei nostro giornale, lo facciano di nostra spontanea intztaiva, per liberissima elezione e abitazione. Lo facciamo perchè giudichiamo che i provveUmenti assumono un imporanza fondamentale. Si ini*ia,| :on essi, la demolizione della struttura dello Stato fascista. Siamo appena agli inizi, ma siamo sulla buona straìa. 1 primi colpi di piccone, vibrati dalia mano ferma e risoluta del monferrino Bado•ilio, scalzano alle basi, provocandone il crollo fragoroso, tre pilastri di questa costruzione: il Partito, il Gran Consiglio, il Tribunale Speciale per la Diesa dello Stato. Per quanto iguarda la Milizia il nuoro toverno ha immediatamente rrovveduto alla sua trasformazione da milizia di yirte in organismo facente parie delle antdainltdvsIfnaacmafV".'...„ II popolo avrebbe torto diverlere dei propri nemici nei bru-l:ì militi, gente che meritata mente indossa ora le « stellette » sti//a giubba grigioverde, che se si fosse giunti ad un urto non avrebbe certo fatto fuoco sulle masse lavoratrici (dal cui seno proveniva nella sua grandissima maggioranza) e die ha devotamente servito il paese in pa • e in gueira. Bisogna avere, in un momento come questo, l'intelligenza del- le necessarie discriminazioni.Bisogna anche tener presentelai ossessionante campagnajtibbZicifarta che. attraverso tua stampa clamorosa e insolente energicamente manovraila ai fini dell'» imbonimento» dei cranii, ha fuorviato molti sani e buoni elenienii^Mpn provveduti di quel sensniennco, frutto già di un livello superiore di istruzione e di edu-azione, rKe è alia base di ogn(liudizìó if.dipendente sui fattdel mondo circostante. | Il primo dei provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri è lo sciogliménto del partito fascista. Era nella logica dei fatti. Nella terminologia aulica e ufficiale del fascismo il partito era definito l'organo motore della vita nazionale. Questo luogo comune ripetuto fino alla sazietà, nascondeva una solenne bugia. Della vita nazionale il partito era, se pure, l'organo compressore. In venti anni il partito (a differenza della stessa Milizia) non ha dato alcun contributo attivo, alcun effettivo apporto al progresso anche solo tecnico dei paese; ma nell'ordinamento del regime il partito ha avuto una funzione essenziale, fondamentale insostituibile. Quante volte, in questi anni non si è parlato di scioglimento del partito* Di quando in quando questo o quel giornale fascista se ne usciva a propugnare lo scioglimento del partito, sostenendo che era ora di aprire le porte dello Stato a tutti gli italiani, di eliminare un inutile diaframma tra il popolo e il Governo, di riconoscere parità di diritti civili e politici a tutti gli Italiani, dal momento che tutti in misura proporzionale ai proprii averi contribuivano a sostenere le spese dello Stato, e sottostavano all'onere della cosai ziojie militare. Che cos'era il Partito . Persino il Popolo d'Italia sviluppò una volta una campa gna del genere. In realtà il regime non avrebbe potuto esi sfere senza il partito: se l'avesse sciolto, sarebbe morto un minuto dopo In sintesi, e non tenendo conto delle infinite e complica s(ri?nina(orie, spesso lincnidirte nella applicazione effettiva, -ùfi erano venute praticamente a , n o i a ) o . o - .\cato la diéocr-'upczio-ie te! E' fadlé-yendeisi cmto delle a inibire 'tutte o quusi le forme 0} attività di una certa importanza nella-vita nazionale a chi noi* funse iscriito al partilo. Solvo, dunque, che per talune categorie di Iwaratori di mas sa. o per r/ue&ti e/ementi specializznli di assoluta insosliluili"" ella la cui pwti7a. avrebbe signlfi- cfsnismdldfvqsprtdcvrctscdtsl- —-««"vii*"* lilla, ,a ttsseriy del partito,r«, in potcnsa V-in atto, la'-misera del pane, u dnrumenloio » ti n uu-j ni ti conseguenze prodotte da un tale ordinamento. Milioni di Italiani furono m'umetti a entrare nelle file dt( partito, accettandone la disciplina Nac- quero cosi le grandi, U coìossa-li cifre, che periodi$a.ihentii ve-niimno esposte, con relativo commento nelle- ^rime va-aine dei giornali; a lestOno- manza di una forza e di mconsenso, ~ a nnsenso, che non esistevano fjai'.o, percne quelle cotonali cifre erano tult'altro che il Cfrutto di una spontanea adesione, erano il prodotto genuino di una costrizione e di una intimidazione. La fabbrica del consenso Questo meccanismo, in sostanza semplice e quasi elementare, spiega il miracolo delle grandiose, delle spettacolose, delle oceaniche adunate di folla, che il partito, con il formidabile strumento che aveva in mano, poteva inscenare quando e dove voleva, nello spazio di poche ore..11 fascista per necessità familiari, quando riceveva Id cartolina di mobiìitazione, sapeva che si trovava di fronte a una vera e propria coscrizione civile, che disponeva di ama sanzione anche più radicale e definitiva di quelle comminate dai tribunali militari. Sapeva che, se non si fosse presentato, sarebbe stato convocato dalla commissione di disciplina, che gli avrebbe tolto la tessera. Sapeva che senza tessera avrebbe perduto l'impiego, e non ne avrebbe trovato un altro. Le colonne, inquadiate militarmente, andavano a radunarsi nelle località convenute, e la munifestazione spontanea era fatta. La fabbrica del consenso aveva funzionato. Il rei/ime ndcdfdcdprspDnLtndLindvmdsAsArpoteva esibire l'indomani euRe dprime pagine dei.fftorcali lejTo-jg/agrafie panoramiche grandi folle adunate ad accia 'mare il condottiero, e la gigantesca mistificazione era compiuta. Ogqi questa organizzazione che ài partito non aveva che il npme, cessa di esistere. Naturalmente, il Consiglio dei Ministri ha tenuto conto dell'esistenza di alcune istituzioni collaterali del partito, che molte volte non erano se non il prodótto della trasformazione e dell'usurpazione di organismi preesistenti con altri nomi. Tati istituzioni verranno preservate c ripristinate nell'antica struttura. E' criterio di una saggezza ineccepibile. Il compitò, a cui il Governo si ò accinto, è un compito di graduale ricostruzione, non di cieco vandalismo. Coloro che hanno tentato, in qualche località, assalti e distruzioni di case del Motti/in e inoli HAiurii «» uwoc I ,,fascio, dopolavori, case della "'-'Gii eccetera hanno sfoqitto in cimodi assurdi un irragionevole gdesiderio di rappresaglia. L'e norme patrimonio edilizio, e non solo edilizio, accumulato dal partito fascista in ventanni, non deve essere distrutto, ma destinato a più sani usi, a beneficio del popolo. Viene da canti ihuzioni più o meno far izate del popolo, che l'ha paga\to, e al popolo dev'essere re Ufifuifo. \ Anche sotto questo aspetto - si dimostra la serena giustizia 'ehe ispira le attuali decisioni ratgisnlslrcpscscSrcgbbpvntlo idei Consiglio dei Ministri, e l'u- i1 mano comprensione del nuovo| Capo del Governo. Badoglio non ha evidentemente bisogno di sollecitazioni: sa bene quel che deve fare, e conle farlo, e dove arrivare. Questo gli conferisce ti diritto incontestabile di stroncare inesorabilmente chiunque desse manifestazioni di impazienza fuori luogo, o peggio pretendesse di sostituire all'azione riparatrice e rtsanatrice dei pubblici poteri le proprie non richieste tnisiai'ii'e. Dobbiamo attendere con serena disciplina e ferma fiducia. La garanzia della nostra libertà è nell'ordine; e . l'anarchia non è che l'altra faccia della dittatura.

Persone citate: Badoglio, Rana, Tati