LE ARTI SCIENZA DELL'ABITARE di Marziano Bernardi

LE ARTI SCIENZA DELL'ABITARE LE ARTI SCIENZA DELL'ABITARE Mai, come durante questa| mguerra, la nostalgia della casa gaffiorò più acuta all'animo Ildell'uomo. Sospinti, cacciati, j nsbandati dalle invasioni e da-1 cgli sfollamenti, privati di una ] cfradizionale convivenza fatta . ci e e à i e di antiche umanissime consuetudini, di segreti affetti verso persone, cose, intimi pensieri, e quasi di ritmi dello spirito lentamente amorosamente foggiati da un ripetersi di attitudini e di azioni, che duravano fin dalla giovane età e ch'era dolce immaginare avrebbero accompagnato la vita Intera nel suo corso terreno, gli ospiti di questo mondo sconvolto si trovano In condizioni analoghe (ma senza dubbio più tragiche per il più aspro contrasto fra una raggiunta civiltà di forme e Ta barbarie dei veraci impulsi) a quelle che le storie ci dipingono narrando gli immani sommergimenti di popoli o le loro trasmigrazioni bellicose fra la caduta dell'Impero ed il simbolico Mille. Si parla adesso di ritorni a mentalità agrestl, ad abiti morali quasi feorgici, di verginali riprese 1 contatto col -campo e con Ila selva che rinnoveranno di linfe primigenie la inaridita sentimentalità dell'uomo già soverchiamente urbanato; st dice : « le campagne assorbiranno le città », ora che si sono riappresl i vantaggi della esistenza rurale. Fole, fantasie. Appena finita la guerra assisteremo all'impaziente an| siosa corsa degli sfollati verso la città: dove ciascuno anelerà di ritrovare, con la sua casa (e se non sarà, ahimè, la sua casa d'un tempo, sarà almeno una casa nell'ambiente a lui consueto), parenti, amici, abitudini, ordinato lavoro: di ritrovare quelle sue care stanze, lungamente vagheggiate* nel distacco lfztnqpeslfoctlmlrdlssia n i , e i e a , e . tbecón'ìanto più affetto o^ant6ÌDlù nell'lmm-ovvlsato. SDesso più nell'improvvisato, spesso rudimentale, alloggiamento avrà imparato ad apprezzarne, riflesso da ogni angolo, da ogni oggetto noto, da ogni abitudlne di vita, l'insostituibile valore morale. Perciò chiunque ci parli della casa nei suoi aspetti presenti e futuri, o ci Sroponga i problemi dell'abtire postbellico, della ricostruzione, della convivenza cittadina, insomma dell'architettura e dell'urbanistica di'domani, è oggi ascoltato con particolare simpatia, anzi con appassionato interesse. Cosi avviene leggendo quanto Alberto Sartoria ci dice nel suo nuovo avvincente libro, Introduzione alla architettura moderna, edito con 151 Illustrazioni dall'Hoepli (Milano, L. 45) nella bella collezione del k Riepiloghi », dove già il Cecchi ripubblicò la sua Pittura italiana dell'Ottocento, e dove apparvero i Ragionamen. ti sulle arti figurative di Gino o a * ; W o o g itauànu ^\^^^f^&^. la Gengaro su l'Architettura, la Scultura, la Pittura. L'architetto Alberto Sartoris è uno dei più aggiornati, convinti teorici, dl quella architettura « moderna » ch'è ormai convenuto Identificare con l'architettura «razionale» o «funzionale» : cioè l'architettura che vorrebbe trarre dal logico impiego, dalla /unzione d'qgni suo singolo elemento strutturale molivi estetici e quindi ragioni di forma, di ritmo, d'armonia, insomma di bellezza. Com'è noto, codesti teorici affermano che «prima di essere un problema estetico, l'architettura è un problema costruttivo di comodità e di praticità », perchè « la nostra epoca è, per definizione, essenzialmente utilitaria » (Sartoris); onde « bella è la casa le cui attrattive risiedono nell'effetto d'insieme delle sue funzioni compiute perfettamente » (Ciedion). Altrettanto noto è com'essi si difendono dall'accusa d'aver fatto prevalere, in architettura, il fattore scientifico e tecnico su quello più propriamente artistico : « l'architettura funzionale, inserendosi profondamente nelle forme delle estreme correnti plastiche, tende al raggiungimento di una nuova classicità dall'interpretazione dl norme rigorosamente strutturali, logicamente liriche », « nell architettura moderna detta razionale, qualunque sia il tipo della costruzione, l'utilità convenientemente organizzata costituisce già di per sè una propria bellezza rlsolventesl in una plastica in telligente che vede la cosa ben adatta al sub fine, ai suoi scopi, al suol principii intrinsechi »; « lo sforzo della giovane architettura mondiale tende al raggiungimento di un nuovo stile originato dalle possibilità Infinite delle tecniche e dei materiali moderni, più e conomlcl e più consentanei alle Idee della civiltà meccanica ». i U La d r0. ai te ». er, m». , e a , e e o e e i a . e a , e e . i o e e l o i e i e e i l o e i Troppo lontano ci portereb be il riaprire ora una discus sione sul tanto dibattuto argo mento. Ad ogni modo, comunque la si voglia giudicare, la architettura che in base ai suddetti criteri si suol definì re « moderna » costituisce una delle più profonde rivoluzioni che mai si siano verificate nella storia del pensiero estetico. E' probabile che, come fatto artistico, dopo un trentennio di lotte essa sia ancora a uno stato,- più che polemicorudimentale; e debba quindancora subire grandissime trasformazioni (facilitate dalla crisi morale che 11 mondo attraversa) prima di poter raggiungere una maturità stilistica che le dia diritto di cittadinanza fra le autentiche cspressloni d'arte della tradizione architettonica dei popoli civili. E' innegabile però che immensa fu ed è la sua spinta ad una nuova e più elevata concezione — posta come problema morale e sociale — della dignità, della comoditàdella salubrità dell'abitare e del.convivere cittadino: e In ciò sta il suo vero titolo di gloria, che nessuna opposizione, pur legittima, di carattere artistico, potrà infirmare. Ma la identificazione, dapunto di vista dell'arte, debello con l'utile, resta quanto mai arbitraria. Basti pensare che con questa equivalenza sverrebbe ad escludere da una vitalità architettonica tutta quella decorazione (aspettodiciamo còsi, disinteressato dell'architettura) che attraverso una secolare evoluzione ha fornito tanta varietà stilistica. L'ornato di un rosone ro- manico, il pinnacolo di una ghimberga gotica, il fregio e le mensole di un cornicione ri nascimentaie. la spirale di una colonna tortile barocca, la nic chia di una facciata neoclassl ca, non hanno infatti in sè nul- la di utilitario, di razionale, di funzionale, e si giustificano anzi, nella storia dell'arte, soltanto con quel bisogno di Irrazionalità, di lusso spirituale e quasi di superfluo (se per superfluo s'intende tutto ciò che esorbita dall'elementare soddisfacimento delle esigenze vitali) ch'è alla base stessa della fantasia poetica. S'intende' che ogni decorazione architettonica, se è artisticamente autentica, è intima e stilisticamente logica rispondenza con la forma costruttiva. Ma 11 fatto che l'architettura moderna l'abbia recisamente Annegata, affidando l'espressione del suo stile soltanto ai ritmi strutturali suggeriti dalla /unzione, non significa forse un prevalere implacabile del principio utili- tario, una rottura dell'equilibrio fra il disinteresse estetico ed il materialismo dell'utilità pratica? Se cosi è, conviene riconoscere che gli architetti moderni, confessando francamente la loro Incapacità a svolgere motivi ritenuti necessari fin dalle civiltà preellenlche, hanno preso coraggiosamente il loro partito. Nes-r sun compromesso: 11 Sartoria accenna all'i ornato esterno che la nuova architettura ha bandito » sostituendolo con l'« equilibrio euritmico delle linee, del volumi e d-?lle masse » (quasi fosse pc -iblle, in due fattori tanto diversi, trovare nell'uno la sostituzione dell'altro); e alla «decorazione interna fortunatamente abbandonata per una migliore distribuzione planimetrica del-la casa e per una riyalutazlo- Ì?^^^^S^^:fcÌ^g»'» (nè ci spieghiamo il «fortu- a e l e . o u ^. , , è e » al e o e i di i a e natamente », come se la decorazione non rientrasse nell'« arte in genere »). La presa dl posizione è dunque esplicita. Questa Introduzione alla architettura moderna ci parla con cristallina logica e dogmatica perentorietà delle ragioni della funzionalità, delle conseguenze architettoniche delle tecniche moderne, dei rapporti fra architettura ed econemia, della « casa minima » e dell'alloggio operaio, delle città giardino e del problemi urbanistici, dell'architettura rurale.e del modo di sistemare a giardini i tetti plani, della missione sociale e politica del nuovi architetti. Un panorama, un riepilogo limpidissimo, dove tutto è calcolato con scientifica esattezza. Dalle trecento e più pagine sorge una visione: una abitazione linda, sana, luminosa, fiorita, dove tutto funziona perfettamente, dal bagno all'ascensore, dalla cucina razionale al letto ribaltabile, Bla per il ricco come per il povero, per l'abitante della metropoli come per l'abitante della ' campagna; una città spaziosa, regolare, ordinalissima nel traffico, disclpllnatlssima nella distribuzione dei servizi, del lavoro, del piacere, nitida, lucente, sterilizzata, dove tutti (ed è persino una tragedia) tutti vivranno felici di una funzionalità, di una razionalità impeccabile. Architettura? Diciamo meglio: scienza dell'abitare. Il qual scientifico studio è forse oggi la massima preoccupazione dell'architetto razionalista. Marziano Bernardi

Persone citate: Alberto Sartoria, Alberto Sartoris, Cecchi, Hoepli, Sartoris

Luoghi citati: Milano