Romanzo sui binari di Curio Mortari
Romanzo sui binari Romanzo sui binari Oggi più che mai i servizi ferroviari rendono servizi inestimabili: a prezzo di quali sacrifici lo prova il contributo di sangue che il personale ferroviario ha dato all'elenco dei. Caduti e dei feriti (Dal nostro Inviato) Stazione X : ■ Questo «servizio» (così ai chiama in termini giornalistici la serie d'articoli d'un inviato speciale) doveva uscire in un tempo lontano, quando c'era la pace. Avevo studiato gli itinerari, le stazioni, gli scali, gli incroci, i diversi tipi di convogli con accuratezza; avevo colto scene e tipi. Era come il viaggia lungo una enorme ragliatela, quella ragnatela d'acciaio che si chiama « ferrovia » e che i nostri vecchi definivano più fiabescamente « strada ferrata ». Ora una ragnatela di questa specie costituisce la tessitura, l'ordito di un paese moderno. Forse gli Orari stessi, definendola « rete ferroviaria » hanno preso l'immagine dalla paziente, laboriosa e meravigliosa opera del ragno. Inebbriante spettacolo L'avventura non era banale, anche se d'aspetto comune, Gli è che l'uomo modèrno si è abituato ormai a tanti grandiosi e apocalittici spettacoli, che finisce per considerarli comuni. Se egli riflettesse un attimo su tutte le strane invenzioni di cui gode (dalla ferrovia all'auto, dal telefono al la radio) crederebbe maggiormente alle favole, che ci consolano della brevità e dell'aridità della vita. Si trattava, per tornare al nostro argomento, di studiare, sia pure di passaggio, una delle più gigantesche opere umane dell' epoca moderna; vera e propria rivoluzione meccanica, poiché ad essa si legano anche oggi non soltanto le sorti dei popoli, ma le loro passioni e le loro idee, e da essa pigliano iin ritmo nuovo, più veloce, talvolta vertiginoso. Rivaleggiata ma non superata dalle nuove invenzioni (auto ed acreo) la ferrovia aveva continuato la sua vita spettacolosa e spettacolare, lunghe le sue vie riservate, vie d'acciaio, a guide parallele, simbolo dell'Infinito di cui ogni giorno i convogli ferroviari rinnovano l'enigma e il ritmo instancabile. « Per ogni treno che parte da un capolinea — mi diceva un tecnico mentre viaggiavo un giorno dall'Olanda all'Italia sopra il famoso « Riviera Napoli Espresso » — ve n'è sempre uno che parte dal capolinea opposto. Cosi è realizzato quello che fu chiamato il « moto perpetuo ». In tempo di pace lo spettacolo del mondo ferroviario era febbrile, romantico, talvolta drammatico, quasi sempre inebbriante. Convogli internazionali lanciati a velocità di primato attraverso paesi e continenti: vetture di lusso a sigle d'oro, vetture-ristorante animate da rapidi e lieti convivi! Anche i treni dei più umiM appartuano arricchiti di comodità e tali da dare, anche al povero, la sensazione 1bfptcdggtrla[di un lusso effimero. 'Quanti I ragazzi non hanno sognato su\di essi? I macchinisti delle, grandi locomotive taurine, sporgendosi, nelle soste ansimanti, dalla loro cabina caliginosa e infocata, sembravano sorridere auguralmente: il carbone bistrava stranamente i loro occhi e rendeva i loro denti più bianchi, si che questi uomini parevano figure quasi mitologiche, centaurine, dominatrici della misteriosa e ruggente forza del vapóre. I poeti avevano cominciato a intenerirsi davanti q queste scene, che dapprima avevano potuto sembrare volgari e massicce. Carducci aveva scritto un et Inno a Satana », benché il suo Satana rassomigliasse alla piccola locomotiva d'allora, anatra dal collo lungo; quelUi à cui oggi sono riservate soltanto le lente manovre degli scali, o le linee dimenticate nelle remote campagne. I mostri geometrici Poi vennero, con la elettrificazione di molte linee, i nuovi mostri. Erano i locomotori, simili a giganteschi granchi dalle grandi antenne pieghevoli e folgoranti: — più severi, più putiti, meno romantici se vogliamo col loro aspetto geometricamente inesorabile, ma anche più manevoli e veloci, quando erano lanciati a 150 all'ora sulle diritture dei binari, acuminantlsi quasi a freccia, sugli orizzonti. Ma ora non è più il tempo per queste descrizioni che potremmo chiamare oziose. Anche il lusso delle descrizioni e delle frasi è bandito da più rigide necessità! Oggi c'è la guerra e, con la guerra, anche tutto l'enorme apparato ferroviario ha mutato stile; ha lasciato lungo la .strada gli aggeggi/ è diventato più sobrio; si è, diciamo cosi, mimetizzato; è diventato non soltanto un mezzo ma armq. E, ' con la guerra, tutte le responsabilità e tutti i pesi esnutmmsapcrmnunalsdssono cresciuti, si che il popolo]che serviva questo enorme | congegno (voglio dire il popolo specializzato dei ferrovieri) è diventato a sua volta un esercito. E quali servigi renda alla nazione, che più che mai ha bisogno oggi dei trasporti ferroviari e degli uomini che li manovrano, è\[facile comprendere. Su questo I mondo andante e rotante pe\sa oggi un'altra atmosfera, , o . n l , i i e , i i o , a drammatica e tragica talvol ta. E ne sono prova i sacrifici che il personale ferroviario ha già fatto con la propria abnegazione e il proprio san¬ gue, e le vittime che ha già\dato all'elenco dei caduti e dei,feriti. ili viaggio! Inoltre a questo movimento ciclopico (tónno oggi un nuovo apporto le folle di viaggta- 1tori, che rendono anche' 'più complicato e pesante il lavóro dei funzionari ferroviari. Ba- sta infatti dare un'occhiata alle stazioni anche secondarie per capire che il numero dei viaggiatori è straordinaria-mente aumentato. Tutto ciò non impedisce chr. il grande congegno ferroviario continui a funzionare con una regolarità che, dati i momenti eccezionali, si può dire esemplare. La descrizione di questa vita di convogli c di folle, equivale quindi alla stesura di un romanzo, uno di quei grandi romanzi anonimi del XX secolo che hanno uno sfondo più collettivo che individuale e rispondono, come già scrissi quando mi aggiravo tra le stazioni e i porti del mondo, al carattere della nostra epoca, lievitata da movimenti di razze e di fiumane umane. Trattare questo argomento significa anche portare un nuovo o elemento documentario alla storia del nostro secolo e del nostro paese in particolare, in un momento specialmente critico della civiltà e della vita, mentre una nuova guerra mondiale imperversa sugli spazi .visibili e invisibili, con armi e metodi nuovi. Ma questo è una specie di proemio dall'andamento lirico. Bisognerà quindi scendere sul terreno della realtà fumosa. Sarà necessario sostare nelle stazioni congestionate e trasudanti, che talvolta mostrano, qua c IO, gli squarci delle bombe aeree. Bisognerà visitare le cabine di blocco, gli scali, i depositi di locomotive a| slrssmacsge di vagoni. Ma soprattutto biscotterà, vivere in pieno questa esistenza vagante, una specie di vita zingaresca, non sempre piacevole in questi momenti, come tutti sanno — la vita dei convogli, diretti, accelerati, merci, di giorno e di notte. Si tratta tuttavia di \una occasione insperata an- \veare. Saranno naturalmente ,escluse, da questo vagabonche per lo scrittore che cerca impressioni inedite e vitali, fuori dal cicaleccio corrente delle conventicole letterarie. Certo è che da questa esistenza di « piano rotante.» il cervello esce sonoro di impressioni, ronzante come un al¬ cDprvobqaSmondo è scosso dalla eco tenebrosa del cannone, le storielle di scompartimento sono 1 bandite. Bisogna vivere una f,"'?!""1' cowi la 9* fc1**,£^&22° comporta; ,-',w?-,w,to I,ftc Wer-,ta f<W V dl eccezionale; tanto e Viu Per coloro che ne portano i le responsabilità e i pesi, -1 ^Mettiamoci-dunque in viag ò e o 9io! Curio Mortari daggio ferrato, le romantiche. Mentre il nu^\
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