Passato, presente e avvenire della Villa della Regina

Passato, presente e avvenire della Villa della Regina Passato, presente e avvenire della Villa della Regina gSul pendio della collina, visibile dalla bella strada che porta a Villa Genero, la Villa della Regina è ancora guardata con compiacimento dal torinesi. La Villa fu costruita nel secolo XVTI dall'architetto Ascanlo Vittozzi da Orvieto per volere del Principe Maurizio di Savoia. Alla primitiva fabbrica, si aggiunsero prospettive, mosaici, fontane, statue, ombrose passeggiate su iniziativa della principessa Ludovica e della regina Anna d'Orléans, sposa di Vittorio Amedeo II, dalla quale venne l'attuale denominazione di Villa della Regina e da altri ancora, con l'opera di valenti architetti quali Amedeo di Castellamonte, Filippo Juvara e Pietro di Famigliano. Il che sta a documentare che la Corte Sabauda ha sempre tenuto in conto di accogliente e piacevole abitazione la Villa,, dalla quale si gode una buona vista della città. E difatti, soprattutto l'interno sa dare accoglienza e piacevolezza con la vastità del le sale e l'armonia delle linee, con 1 dipinti numerosi e artisticamente notevoli, saggi significativi — come apparo dalle belle illustrazioni del recente libro di S. Olive ro sulla Villa — di fastosa aulica decorazione del settecento. Sono opere del Crosato, del Giaquinto, dei VBle rianl, del Dallamano, del Seyter e del bizzarro Minei che piacciono ancora oggi e che sarebbe peccato lasciare in abbandono Notevoli, nella cerchia della Villa, il palazzo Chlablese e più ancora il padiglione dei Solinghi, fatto costruire dal principe Maurizio per ospitare le serene conversazioni dei dotti accademici su argomenti di filosofia o di bella letteratura, e che con opportuno intei vento la contessa Alice Voli Denina fece restaurare nel 1936. Quello che invece avrebbe bisogno di restauri è il Belvedere, ammirevole dal punto di vista artistico, uno dei veri gioielli della Villa, e più ancora il giardino, una volta fiorente e maraviglioso, nella sua sobria achitettura all'italiana, Ed è un vero peccato che tale attraente • esempio di giardino piemontese e che edifici di gustosa architettura vengano trascurati. Non appena le circostanze lo consentiranno col ripriBtinare l'antico splendore e facendo rinascere il bellissimo giardino, la città verrebbe ad avere una attrattiva di più, degna della sua ricca tradizione.

Persone citate: Crosato, Dallamano, Denina, Filippo Juvara, Giaquinto, La Villa, Principe Maurizio, Vittorio Amedeo Ii, Vittozzi

Luoghi citati: Castellamonte, Orvieto