La versione della propaganda nemica distrutta dalla lettera pontificia

La versione della propaganda nemica distrutta dalla lettera pontificia IL BOMBARDAMENTO DELLA CITTA' ETERNA La versione della propaganda nemica distrutta dalla lettera pontificia L'INCUBO -Roma, 22 luglio. I notiziari" giornalistici dalle principali capitali d'Europa, d'America e d'Asia, documentano lo sdegno suscitato ovunque per il barbarico bombardamento di Roma "ovviamente giudicato come una sfida alla cultura e alla civiltà del vecchio continente. L'ingiuria recata ai valori dello spirito è di quelle che non tollerano attenuanti. Sicché di fronte alla pronta, unanime reazione del mondo civile per il barbaro episodio che ha riabilitato la memoria esecrata di Attila, esecutori e ispiratori clandestini del delitto hanno finito col mettere in piena luce la opaca complicità che li tiene legati ad una stessa condanna. La propaganda londinese ha voluto infatti, con una fretta che tradiva cattiva coscienza, informare il mondo che al bombardamento di Roma avevano partecipato soltanto apparecchi, armi e aviatori statunitensi ma da Washington non si è tardato a chiarire che se l'esecuzione dell'attentato alla Città Eterna era stato compito esclusivamente dai piloti di Roosevelt, l'ispirazio ne del piano diabolico era me rito da far risalire esclusivamente ad un maresciallo dell'aria britannico agli ordini, fa d'uopo aggiungere, del quacquero Churchill e dell'antipapista Eden. Ma altri non meno caratteristici particolari sono venuti alla luce che documentano la vanità, l'infantilismo, la leg gerezza che hanno presieduto alla preparazione e alla esecuzione del satanico crimine. Il corrispondente da New York dello spagnolo Yd, ha informato che il comando militare alleato aveva mobilitato 1 cronisti più famosi per organizzare un ampio, pittoresco, fantasioso resoconto sul bombardamento. Ogni squadriglia, egli riferisce, recava a bordo un corrispondente di guerra incaricato di riferire ogni possibile infdrmazione per dar flato alle trombe proletarie. Il diavolo, si dice, le insegna a fare, ma non le insegna a nascondere. Cosi nel romanzo giallo compilato collettivamente dai cronisti volanti ingaggiati da Roosevelt per un colpo propagandistico'- da lasciare il segno, tra gli obiettivi militari colpiti nella tra: gica incursione che ha costato la vita di oltre settecento inermi cittadini (per tacere dei duemila feriti e delle molte migliaia di senza tetto) è stata deliberatamente omessa la distruzione della basilica di San Lorenzo; e non tanto perchè una chiesa è una chiesa, quanto perchè nella specie si tratta di una basilica che gode del diritto di extra territorialità. Come a dire che essa costituisce un'isola nell'aggregato urbano e profano di Roma, di esclusiva pertinenza vaticana. E distruggendola a suon di bombe, Roosevelt e Churchill, sia pure per l'interposta persona dei loro sicari, hanno colpito un edificio della Santa skde che è si, il centro della cristianità, ma è anche, con una dignità e un prestigio che non pochi Stati, anche dei maggiori, possono Invidiarle, uno Stato libero e indipendente, per sua natura, estraneo alle contese temporali, e dunque per definizione neutrale al di sopra della mischia terrena, simbolo vivente e operante di una entità celeste Il colpo, meditato alla macchia dai due congiurati del Potomac, si è così rovesciato ai danni dei mandanti e dei sicari. Ed è inutile che a Londra e a Washington si tentino dei diversivi. Il dispaccio giaculatorio del generale Spaatz al generale Doolittle « per la superba maniera con la quale l'incursione è stata effettuata » non basta a far dimenticare alle genti cattoliche, ma anche a quelle che hanno cuore per comprendere e intelligenza per giudicare, la commovente figura di Pio XII inginocchiato tra una folla di credenti sulle rovine di una cattedrale antica e solenne come quella di San Lorenzo, extra moenia, fatta bersaglio d'un diabolico tiro a segno ad alto potenziale esplosivo' dai disinvolti giovinastri yankee passati al servizio della vendetta di Israele. Dice bene il Daily Sketch, a testimonianza delle tenebre che oscurano la mente anglicana, che « la scomparsa dei monumenti di Roma sarebbe gradita agli americani e agli inglesi poiché essi hanno qualcosa di opprimente ». SI, la superiorità romana, italiana, mediterranea, latina, è un vero incubo per gli anglo-sassoni di più o meno recente progenitura. Ma il frutto di questa laboriosa superiorità dell'Urbe, monumenti, templi, statue, basiliche, pinacoteche e altro, non è tutto di proprietà e di pertinenza dell'aborrito (a Londra, a Washington e Mosca) Regime fascista. Gran parte di questa proprietà e di questa pertinenza, non solo giuridica, ma morale e religiosa, è ecclesiastica. Come appunto la basilica di San Lorenzo per la cui distruzione il Pontefice ha protestato come padre di tutti; ma anche e meglio come sovrano di un Regno che non ha limiti spirituali, richiamandosi alla universalità dello spirito, ma ha ben delimitati confini terreni, quali il Concordato del 1029 tra Pio XI e Mussolini tanto saggiamente fissò per oggi e per domani in uno strumento di esemplare chiarezza. Ernesto Daquanno

Persone citate: Churchill, Doolittle, Ernesto Daquanno, Mussolini, Pio Xi, Pio Xii, Roosevelt