L'accanimento della lotta

L'accanimento della lotta L'accanimento della lotta Lo spettacolo dell'immenso campo di battaglia - Vecchi, giovanissimi e donne nelle file dei bolscevichi Berlino, 9 luglio. Da cinque giorni ormai un largo tratto del fronte orientale è in movimento. Pare di essere tornati alle giornate dell'estate 1942. Interminabili colonne di autocarri, carriaggi di ogni sorta, motociclette e trattóri si snodano per le strade che corrono a occidente di Kursk e di Bielgorod in direzione est. La steppa polverosa, che si apre infinita tra Bielgorod e Kursk è solcata in ogni senso da colonne di fanteria a piedi, da autocolonne di fanteria motorizzata, da possenti formazioni corazzate e da quella moltitudine di uomini e di mezzi che costituisce il complesso dei cosiddetti « servizi ». Anche tra le fitte foreste della regione di Orel il silenzio è sconvolto dal rombare dei motori. Il cielo — un cielo meraviglioso, soltanto qua e là occupato da biancastri ammassamenti nuvolosi — è popolato da migliaia di velivoli. Dopo tanti mesi di sosta, dopo tanti scontri locali, ecco ora la grande battaglia, il gigantesco urto tra i colossi di acciaio, tra le flotte aeree, tra le masse della fanteria. I carri armati avanzano in formazioni di 70 e persino di 100 unità. Le formazioni sono numerosissime e puntano in varie direzioni aprendosi larghe strade nella foresta o segnando profondissimi solchi nella steppa riarsa. Il terreno per centinaia e centinaia di chilometri è cosparso dalle carcasse dei carri armati bolscevichi messi fuori combattimento e dagli scheletri dei volivoli abbattuti, oltre che di cannoni e di ogni sorta di altro materiale. Le donne russe in prima Knea Ieri mattina, reparti di una divisione di fanteria germanica attaccarono a sud di Orel le difese bolsceviche presso la piccola stazione ferroviaria di M. I sovietici opposero una tenacissima resistenza contrapponendo anche numerosi carri armati. Verso mezzogiorno i granatieri tedeschi, sostenuti essi pure da carri corazzati e da cannoni d'assalto, penetravano nelle posizioni avversarie e si impadronivano della stazione ferroviaria. Successivi contrattacchi bolscevichi venivano tutti stroncati, finché sopraggiungeva una colonna di carri armati tedeschi che metteva in fuga il nemico inseguendolo poi nel folto di una foresta. Quella divisione di fanteria nello spazio di due soli giorni aveva già distrutto ben 58 carri armati avversari. Questa regione è seminata di burroncelli, di piccole colline e di foltissime macchie di alberi, cosi che i combattimenti diventano assai più difficili perchè il terreno offre al nemico le possibilità di una difesa a oltranza. La difesa inoltre è ancora favorita dal fatto che in tutti questi mesi di sosta i bolscevichi hanno ivi compiuto fantastici lavori militari. I modernissimi lanciafiamme corazzati e montati su cingoli che i tedeschi eb bero già ad usare con successo presso Stalingrado sono qui in azione. I lunghissimi getti di petrolio incendiato liberano non solo davanti al tedeschi il terreno per centinaia di metri da qualsiasi ostacolo, ma anche giungono a spogliare, nello spazio di pochi secondi, altissimi alberi di ogni ramo e di ogni foglia dove si nascondano franchi tiratori e postazioni aeree di mitragliatrici, dato appunto la loro facoltà di spruzzare getti infiammati fino all'altezza di oltre 11 quinto piano dì una normale casa. Nella stessa zona di Orci date le particolari caratteristiche dei combattimenti i

Persone citate: Orci, Orel

Luoghi citati: Berlino, Stalingrado