Lungo le strade di Roma

Lungo le strade di Roma ANTICHI ITINERARI Lungo le strade di Roma 3 0 6 3 7 0 4 9 4 3 e 0 2 6 0 5 9 4 6 8 1 9 3 6 9 8 1 7 e 6 o 0 5 2 6 5 4 6 7 0 5 3 5 9 9 4 5 3 re 2 i4 7 4 7 8 2 6 0 6 1 0 8 2 5 5 4 re 09 ai i al 8 9 8 3 9 9 7 2 6 0 7 4 2 5 1 1 Parlare delle strade che Roma antica tracciò ilei suo Impero è argomento troppo vasto: occorrerebbe riassumere per lo meno la nascita e l'evoluzione di tutti i popoli dell' antico continente. Per 140.000 km. — tra strade e ponti — Roma ramificò la sua potenza, colonizzando e chilizzando ogni popolo, vera e unica pioniera. Roma, fin dalle primissime sue conquiste nella penisola italica, persegue il concetto di affermare i suoi diritti costruendo nelle nuove terre il cavo vitale lungo il quale essa darà vita e potenza. Dal suo stesso cuore, dal Foro Romano, essa prodiga — come prolifica e generosa madre — 1' assistenza necessaria alle proprie creature. Si iniziano gli scambi, si creano le industrie, si imprime il carattere, e, appena in embrione si crea la prima forma turistica dei popoli. Dalle vie provinciali che, fin da allora, misuravano 15 mila km. sulle 17 mila attuali, Cesare tracciò le linee per varcare i confini alpini verso l'Hispania, la Gallia, la Britannia; verso est in Tracia, in Siria, nella Cappadocia e poi nelle varie regioni dell' Africa: Maurctania, Numldia, Aegyptus. Le strade, che venivano costruite appena la provincia era stata sottomessa, divenivano, nella concezione romana, le arterie che irroravano di forza materiale e morale le popolazioni ancora barbare. Attraverso esse defluiva e affluiva la ricchezza e sagacia della gente romana che riusciva a plasmare le informi mentalità, brute a loro simigllanza. Ciò non toglie che i romani, nella loro perfetta visione civilizzatrice, sapevano rispettare le naturali tendenze e- le religioni dei popoli asserviti. Con questo altìssimo concetto di vita, i romani allora non potevano che annettere estrema importanza alla costruzione solida ed estetica delle loro strade: queste non erano il varco aperto momentaneamente alla conquista, ma erano e sono tuttorst il legame indissolubile tra la madre e la sua creatura. Se i greci stupiscono ancora il mondo con la divina bellezza raggiunta in ogni arte, d'altro canto lo spirito pratico e lungimirante dei romani dimostra di aver anticipato di ben venti secoli il cammino della civiltà. La strada che per l'ideale dì espansione e di grandezza romana costituiva fa base principale per ogni ulteriore conquista, veniva dapprima tracciata dall'intuito tattico dei Condottieri. In seguito gli ingegneri ne curavano la perfetta attrezzatura, variandola — a seconda dei climi, dei terreni — di zona In zona. E, come nelle modernissime autostrade, i cippi migliari, le iscrizioni, anticipavano di millenni le nostre forme reclamistiche e le Indicazioni turistiche. Di miglia in miglia il viaggiatore veniva informato delle distanze tra città e città, si davano notizie sui paesi esaltandone la prosperità. Riguardo alle provincie, si davano tutti i ragguagli sulla forma di governo, sul clima, sulle abitudini. In alcune iscrizioni, si è perfino ritrovato il nome della « taberna » più consigliabile, il posteggio per il cambio degli animali da traino. Altre ancora danno ragguagli sulle religioni del luogo e — similissime alle nostre Cappelle — portano incise orazioni propiziatrici. Come facilmente si nota, anche se allora la parola « turismo » non esisteva assolutamente, i romani ne furono i veri creatori. Dinnanzi a tale spettacolosa concezione di vita, a noi non rimane che il merito di saper copiare. Un illustre e sincero franceae — Alberto Grenier — ebbe una volta il coraggio di esclamare: « La via romana è il canale, suddiviso in innumerevoli rigagnoli, per il quale la vita e la civiltà romana sono penetrate nel paese (si sottintende la Francia) e lo hanno imbevuto. E la strada ha sopravvissuto al suo creatore l'Impero. L'inondazione barbarica non ne ha colmato il solco... ». E oggi, percorrendo le mio vissime levigate strade della nuova Roma, si vede affiancate ad esse un antico cippo. Dunque la nuova arteria non segue che l'itinerario di un'altra antichissima. Ma spesso questo cippo noi lo ritroviamo in paesi lontani. E il cippo, appena sporgente tra gli ammassi terrosi accumulatovi sopra da secoli, fa presentire la strada che esso tutelava. Infatti, scavando, si ritrova intatto l'acciottolato solido, appena convesso, e fortemente segnato dai carriaggi. Ancora una volta Roma riaffiora dalla sua eternità. Il tempo, i popoli, le guerre, hanno enormemente distrutto. Ma la strada di Roma non muore. Essa rimarrà nei secoli a testimoniare che la gente latina, dalle rive del fiume sacro, sempre dovrà tracciare la via per la pace, la giustizia e la prosperità tra le genti. ELENA BAGGIO b

Persone citate: Alberto Grenier, Elena Baggio, Gallia