La medaglia d'oro alla memoria di due ufficiali caduti in Russia

La medaglia d'oro alla memoria di due ufficiali caduti in Russia ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦y♦♦•♦♦>♦<(»♦♦»♦♦♦♦♦♦< CRniri ^fìl nATI lYlTAI IA Ì*-'I^v-,lv** JV/LUrt 1 I U 1 1 ftUft f—— ——■ ——— La medaglia d'oro alla memoria di due ufficiali caduti in Russia Roma, 29 giugno. I «Al tenente dei Bersaglieri mGugielmo Taralli, gloriosa- ,™mente caduto sul fronte russo »1 hveGtvdpdq's1 25 gennaio 1942, è stata onferita la medaglia d'oro al valore. Nato a Milano il 28 dicembre 1912, Guglielmo Taralli ndossò con orgoglio, appena redicenne, la divisa di avanguardista moschettiere. Diplomato in ragioneria nel 1931, requentò il corso allievi ufficiali nel '32-33 e venne nominato sottotenente dei Bersaglieri. Comandante per vari anni- dei Giovnni-Pasctstixlel Gruppo « D'Annunzio x di Mi-1 ,ano richiamato nell'Esercito I lper l'attuale guerra, partecipò : zalla breve folgorante campa-1 pgna contro la Jugoslavia, Pronto a tutto Con i suoi prodi bersaglieri del 3,o Reggimento al comando del glorioso colonnello Caretta, nel luglio del 1941 raggiunse il Donez, entusiasta dell'occasione che lo poneva a faccia a faccia contro il nemico bolscevico. Animo semplice, volontà indomita, fede incrollabile, coraggio costante erano le sue doti. La sua passione trascinava, il suo ardore si traslondeva nei gregari. Il tenente Taralli. fin dal primo giorno del suo arrivo sul fronte anti-bolscevico, dssvtrdrirmdespresse a tutti ì suoi carneraU d'arma il suo desiderio vivissimoidi raggiungere, o vivo o morto, la piu alta vetta vo o della dedizione alla causa della Patria, e meritare — ne era certo — la medaglia d'oro, Mantenne la promessa In tre successive occasioni che costituiscono la scala verso tanta altezza: conquista d'Iwanowskii: resistenza ad oltranza ad! Iwanowskij; assalto del Wo-!«tcmpg»gpmtSgroshllowa, Il 7 dicembre del 1C41 fu 11 suo plotone, trascinato dal suo esempio, a conquistare Iwanowskij. Raggiunta la vicinanza di un Kolkoz, in cui,erano asserragliati i rossi, do- dpo alcune ore di combattimen- lsIbio, perduti parecchi uomini, ferito egli stesso ad una gamba, al fatidico grido di Savoia.' muoveva all'assalto della posizione. Il nemico, sbalordito da tanta audacia, lasciava nelle sue mani l'intero abitato. Egli rifiutava le cure ospedaliere anche dopo aver con- corso alla sistemazione difen siva del paese conquistato, Il 25 dicembre 1941 la coni pagnia dl cui egli aveva as sunto il comando, diede molto rnzfilo da torcere all'avversario, \ costituendo il perno di Iwa-|nowskh. Per tutta la durata del violento combattimento;protrattosl dieci ore, il valoroso comandante si portava di postazione in postazione, infondendo in tutte le sue| squadre sprezzante ne ferito una terza volta. Si erge tuttavia in piedi, in un estremo tentativo di conquista ideale, perchè le sue carni la cerate più non gli permettono di proseguire nell'impeto deila corsa sull'avversario. Il co mandante del Battaglione, proponendolo per l'aurea ri- icompensa, cosi si è espresso: if„HU0c|dfg?£» pericolosdei colpi di mortaio e dl arti- glieria che piovevano su tutto. Il fronte. jDopo un mese preciso, i re-\sti gloriosi del Battaglione ri- cevevano l'ordine di attacca-1re il Kolkoz di Voroshllowa.iIl tenente Taralli, senza alcun ìtentennamento, fu il primo a muoversi e a lanciarsi sul ne- mlco: e non era ancora guarito da una seconda ferita riportata a Natale, per la quale aveva nuovamente e recisamente rifiutato le cure ospedaliere. Nell'alba gelida e grigia accesa dai bagliori degli scoppi, egli, a pochi metri dalle case da conquistare, mentre lancia le sue ultime bombe a mano, che hanno sempre costituito il suo talismano, vie- In venticinque anni dl vita militare passati fra la guer™ mondiale,jl Albania, l'Afri» itS^^SSEni UT ho avuto mai occasione di troarmi dl frante ad un puro roe, cosi come era il tenente Guglielmo Taralli ». Ecco la mbtivazione dell'ala ricompensa: « Combattente di provato valore, nel 'torso di un colpo di mano cqnlro munitissima posizione avversaria, palesava doli di ttióiìrarielà, anche quando, venfit&a mancare la sorpresa, era costretto à fron- egatore la violentissima reazio»ie del nemico soverchiante per numero e per armi. Landatosi primo fra tutti all'as alto, debellava fra dure mi- chie i difensori, aprendosi unvarco fino alle linee retrosian-ti. Contrattaccato, pur con iranghi assottigliati dalle por-dite, contendeva ali avversa rio, in furiosi corpo a corpo l terreno ed il successo. Ferito e minacciato di avvolgimento, anziché arretrare, guidava all'attacco alla baionet¬ «"'do Pern° « importante po a i superstiti e sgominava i conlendcnti. Giunto a pochi, . . ,, ., ,. . . " , metri dalle mitragliatrici, col-pifn a morte, si abbatteva algrido di «.Savoia!»; incita-»ie>ito supremo ai suoi Berso-glicri, ultima sfida al nemico», fìldvo in rriAi'd a ume la mone La suprema ricompensa 6pure stata conferita alla me moria del sottotenente dl Fanteria Fasi! Pietro dl Pietro, dl Sappada (Belluno), con la seguente motivazione: Comandante di un capo-., di nemico gettava nella lotta le sue migliori forze per ave sitione difensiva, conteneva e batteva duramente l'avversari» numericamente superioreIn tre giornate di grandi combattimenti, nel corso dei qualire il sopravvento, dava prova di tenacia e di eccezionale valore, spesso ritto sulla trincea continuamente battuta da violentissimo fuoco, e con un esiguo nucleo di valorosi, opponeva epica resistenza. Nel ter-zo giorno, quando tutte le ar-mi automatiche erano ridotteal silenzio dalle artiglierie av-.._-„„„•„ „ ia __„!,„ „,..„;,;„_versone e le poche munizione bombe rimaste costituivanol'estrema riserva del caposal-rfo nCcerc/tiato, si lanciava con . ... .. .... , . ' I,oc'" *«Pentiti ad tm-petuosi contrassalti. Ferito e caduto al suolo, si rialzava per sparare le ultime cartucce della pistola e si difendevaso" 'e bombe a mano tolte ^«n Caduto. Colpito una *co»da volta, con sforzo supremogj iancjava contro un avvera(„io che gli stava di fronte mdm,„ rn„,Prrn/,„dn ' i6 caaela confermando con isupremo sacrificio il suo eroismo ». Quota 220, ansa di WerchMamon (fronte russo), 20-22agosto 1942-XX. to fatto segno a devote mani festazioni di riconoscenza. Il Re vìsita al Celio i feriti di guerra Roma, 29 giugno. » _ ti „ t„ ir .i Questa mattina, la- Maestà del Re e Imperatore ha visi- tato l'Ospedale militare delCelio, intrattenendosi tra gli_ .' . ,.k . . ... • ufficiali e 1 militari feriti In combattimento e nelle Incur-sioni aeree. Nel corso della vi-sita, l'Augusto Sovrano è sta-

Persone citate: Caretta, Guglielmo Taralli, Taralli

Luoghi citati: Albania, Belluno, Jugoslavia, Milano, Roma, Russia, Savoia