La galvanoplastica e il suo inventore

La galvanoplastica e il suo inventore ITALIANI ROGO NOTI La galvanoplastica e il suo inventore L. V. Brugnatelli, trent'anni prima che il procedimento elettrico per la ricopertura dei più svariati oggetti con uno straterello di metallo fosse stato "scoperto,, dallo Jacobi e dallo Spencer, aveva, con una pila, indorato medaglie, crostacei, piante e fiori Si legge ancora in qualche trattato che l'invenzione della galvanoplastica è gloria contesa tra il fisico russo-tedesco Jacobi e il fisico inglese Thomas Spencer. In realtà, trent'anni prima che questi due studiosi si occupassero della faccenda la galvanoplastica era già stata inventata dal chimico pavese Luigi Valentino Brugnatelli. Il vecchio sistema Era il Brugnatelli collega ed amicissimo di Volta, il quale più volte ebbe a consultarsi con lui nel corso del lavori che dovevano condurlo a inventare e perfezionare la pila. Quando il grande comasco nel 1800 si recò a Parigi a dimostrare ai membri dell'Istituto di Francia il suo meraviglioso apparecchio, il Brugnatelli lo accompagnò e lo aiutò nell'allestimento delle numerose esperienze che suscitarono la ammirazione non solo degli studiosi d'Oltralpe ma dello stesso Primo Console. Orbene, questo fisico intelligente subito dopo la scoperta della pila, e cioè sulla fine del 1800, aveva verificato che una soluzione di sale metallico veniva scomposta nei suoi elementi dalla corrente della pila e che il metallo puro si depositava >n uno straterello regolare e sottile al polo negativo. Com'è noto, il segreto della galvanoplastica è tutto qui: con questo procedimento si può depositare sopra un oggetto metallico o su uno stampo coperto di sostanza conduttrice, uno straiero.Ho di metallo più nobile. Prima della scoperta della galvanoplastica questo risultato si otteneva col processo detto all'amalgama. Per indorare un oggetto lo si copriva di un'amalgama di mercurio e oro: poi l'oggetto veniva 3sposto al fuoco, con che il mercurio evaporava; l'oro rimaneva sulla superfice dell'oggetto. Questo procedimento che esponeva artigiani a respirare i vapori di mercurio era quanto mai Insalubre. Nel 1802 il Brugnatelli pubblicava negli Annali di fisica chimica di Pavia un resoconto della sua scoperta: come bagno sceglieva gii ammoniaci; e die notizia di prove fatte con ammoniaci d'oro e di rame. Ne scrisse poi allo scienziato belga v'on Mons, dandogli notizia di aver dorato cosi grosse medaglie d'argento; e poi insetti, crostacei, piante e fiori. Il processa ebbe una certa fama 'ocale, non mancarono artigiani che approfittarono della 3coo?rta per applicarla alle loro industrie Ma il Brugnatelli non si rese conto, o non volle rendersi conto, dell'immenso valore economico della scopzrta: fatta che l'ebbe conoscere a una ristretta cerchia, volse la mente ad altre ricerche e non se ne occupò più Ebbene, proprio mentre lui scopriva la falvanoplastlca. .las-'eva a 'otsdam nel 1801 colui che doveva passare per l'Inventore di essa, Il fisico Jacobi. La « G » rivelatrice Nel 1837 questo intelligente fisico, che aveva già ottenuto unaécattedra a Pietroburgo, era Intento a studiare una specie di motorino elettrico. Questi lavori fiorivano all'i» in Europa, in seguilo alle scoperte di Oersted e di Faraday sulle proprietà magnetiche delle correnti elettriche, ma con poco successo. Doveva toccare al nostro Pacinotti la gloria lanche questa contrastatisalma) di inventare un motore elettrico utilizzabile. Orbene, il Jacobi aveva creato un modellino di motore elettrico formato di due elettrocalamite che attiravano una ancora di ferro alternativamente, risultandone un moto di va e vieni. Questo motore era alimentato da una batteria di pile e il Jacobi l'aveva sistemato su una barchetta, riuscendo ad ottenerne una propulsione sufficiente a brevi spostamenti. Nello scegliere 1 vasi porosi destinati alle batterie di pile, il Jacobi per distinguere quelli buoni dai difettosi, aveva contrassegnato i primi con una lettera G (iniziale di </>/.'-oiione- ). e questa lettera era stata scritta con una grossa matita di piombaggine. Quando poi, dopo gli esperimenti, smontò le pile, ebbe la sorpresa di vedere che quel G era stato coperto da un sottilissimo strato di rame (la soluzione salina- era un solfato di rame). Cosi il caso portò il Jacobi a scoprire la galvanoplastica. Non sfuggi al suo occhio intelligente l'importanza di questo fatto. Egli diede subito si diede subito a preparare stampi di materia plastica. spalmarli di grafite e ricoprir-li per via elettrochimica distraterelli di rame. L'inven zione fece chiasso, se ne interessò personalmente l'imperatore di Russia che acquistò ad alto prezzo i brevetti di Jacobi e fece costruire una grande fabbrica, per le applicazioni della galvanoplastica. Ne venne molto' onore al Jacobi: ma il Brugnatelli l'aveva preceduto di trent'anni. Le applicazioni industriali Nello stesso anno 1837 un dovane fisico inglese, Thomas spencer, mentre era intento a Liverpool di certe esperienze con la pila, scopri per caso la stessa proprietà della corrente elettrica di depositare straterelli di metallo su oggetti estranei aderenti a uno dei poli della pila. Egli prese una piastra di rame, la copri con una vernice resinosa; su questa vernice scavò delle lettere col burino; sottomise la pia¬ atra cosi preparata all'azione di una corrente galvanica. Ne ebbe il risultato previsto: il metallo ridotto andò a riempire i solchi tracciati sulla vernice e formò dei veri caratteri tipografici di rame in rilievo. L'anno appresso riuscì a ottenere prove su carta che distribuì al pubblico. Successivamente riuscì a ottenere su medaglie delle forme in incavo, nelle quali riuscì a fondere poi altre medaglie che nessuno potè distinguere dalle originali. Negli anni seguenti la galvanoplastica diventò arte di moda: statuette, frutta, foglie, ricoperte di una sottile patina di rame entrarono nell'uso dell'ornamentazione della casa e della persona. Persino cadaveri umani furono fatti oggetto di' questo procedimento a fine di studio; nè mancò chi prò pose di trattare in quel modo le spoglie dei grandi per elevare loro monumenti di una rassomiglianza indiscutibile. L'arte del fonditore trasse naturalmente grande aiuto da questa tecnica per ottenere le forme entro cui colare i getti. Nelle arti grafiche di riproduzione i procedimenti delle stampe o immagini sono troppo noti perchè occorra ricordarli sono i cosiddetti clichè o I zincografie di cui si adorna ogni giorno la carta stanijpata. Di tutto questo fiorire di attività la gloria toccò a nomi stranieri poiché ben pochi ricordavano 1 precedenti lavori del Brugnatelli: e quei pochi che li ricordarono poi, lo fecero con molte riserve e non senza aggiungere che le spiegazioni del pavese erano troppo generiche, troppo strettamente scientifiche perchè potessero avere il dovuto seguito di applicazione. In realtà il solo torto del Brugnatelli fu di essere stato disinteressato, torto che ebbe in comune con altri grandi italiani poco apprezzati malgrado l loro grandi meriti, per esempio il Pacinotti. Queliti- l^ffiS'SÌilìritardo tra le mani di uominiìaventi più sagace occhio al X,',^^„^"„^T?„^j,"'.fi™* 5™ r^U?"ìsieme con la fortuna materia-\le anche un merito e una gloria non del tutto meritata. Gì. Caatelfranchi

Luoghi citati: Europa, Liverpool, Mons, Parigi, Pavia, Pietroburgo, Russia