VIENNA BELLA E GENTILE

VIENNA BELLA E GENTILE VIENNA BELLA E GENTILE La guerra ha mutato molte cose, ma non ha tolto alla città la «sua impronta di grazia e di armonia VIENNA, 25 giugno. A Vienna c'era il sole. Un bel sole-caldo, luminoso, che rallegrava le strade e le piazze, e rendeva splendenti i vivaci colori dei graziosi costumi nazionali, che le ragazze di Vienna sogliono portare nel tempo della bella stagione. Sulle rive del Donau-Kanal e del Danubio, centinaia di persone si sottoponevano alla cu- ra del sole, magari proprio sotto a ponte di Maria, nel cuore della città, naturalmente in succinto costume da ba gno. Nell'aria c'era un'allegria come da lungo tempo non trovavamo in una citta della Germania, c'era un brusìo di voci quasi da città latina, forse anche per l'armonioso accento che {.viennesi danno alla lingua tedesca. Gradito ritorno Tutte queste cose belle e cortesi ci hanno accolto giorni or sono, quando siamo giunti a Vienna. Ed allora, facendo un piccolo inchino rivolto alla città, abbiamo detto: «Buon giorno, Vienna! Felicissimo di essere tornato! «..E ci siamo messi a camminile, andando !» zonzo, per rivedere strade palazzi piazze e cose, che tante volte abbiamo visto in condizioni sempre tanto differenti. Le persone, quelle non le abbiamo cercate. In altri tempi, certo, sarei corso a casa di Vellani Dionisi, ma yeHahi Dion-isi dorme in qualche remoto angolo della steppa, perchè ha dato la vita per essere « Presente alle Bandiere »; oppure mi sarei aspettato di rivedere all'angolo della K&rntnerstrasse col « Walfischgasse » Giuseppe Luciano Mele, col cappeno stlUe ventitre, il capo ricciuto spavaldamente \all'indietro, tutto alto come era, ben piantato sulle gambe un pochino divaricate, Ma anche Luciano Mele non c'è più, dorme in terra di Spugna, caduto per il Fascismo ed una sua figliuoletta ha per ricordo del suo papà una Medaglia d'oro. Tutte le persone che conoscevo a Vienna erano amiche dei miei due.amici... Perchè andare a scambiare convenevoli vuoti di sensof Meglio conversare con le cose, \*ire ,adu unaIiaz^ ?*™J™À' pre bella », dire ad un giardi- pino «sei sempre tanto acco- j o o a i - jia Vienna di oggi. è | | Tutto il mondo sa che i un pochino superficiali, un gliente», dire ad un palazzo « mi sembra proprio che sei diventato un po' vecchio ». Dirlo amichevolmente, senza timore di dover fare discussioni. Abbiamo impiegato poco tempo per fare queste visite di dovere, soprattutto per andare a controllare se il tetto della Cattedrale di Santo Stefano è sempre bianco rosso e verde. Poi abbiamo iniziato il solito corpo a corpo per ottenere una camera in un albergo (e ringrazio Gambacciam per aver vinto questa mia battaglia), e ottenere un tavolo per i pasti. Concluso vittoriosamente anche questo episodio,.abbiumo detto a noi stessi che, messa a posto la coscienza con il passato, e risolto il ^problema dell'immediato avvenire «tntei'iale, era proprio il caso di dare un'occhiata ai- viennesi sono cortesi, simpatia L»- „„ pochino superficiali, utr a ìpochino chiacchieroni e tre a e e melliti oppositori. La loro cortesia è sviluppata esattamente come il loro spirito di contraddizione, e questa constatazione è vera, malgrado sembri euqmbcsandgpdsqtvGcavle—tpprmSmdpttics i n e l m o i l o - r i esistere fra le due... qualità una palese contraddizione. Di questo luogo comune evidentemente si vale la propaganda britannica, quando vuol far credere al mondo che Vienna sia la centrale di uno spirito antinazionalista e antitedesco, nonché la cellula primigenia di una lenta congiura. Sono frottole che, a passeggiare per Vienna, perdóno perfino qualunque apparenza d'ingegnosità o di machiavellismo, perchè si vede subito che questa è la città più accogliente, più organizzata, più piacevolmente ordinata di tutta la Germania. E subito si sa anche che la popolazione lavora a rotta di cofto in innumerevoli fabbriche disseminate nella regione, con una disciplina ed un impegno che sarebbe — in altri tèmpi — sembrato troppo voler pretendere. Le belle vetrine sono sempre ordinate, eleganti, e le passammo curiosamente in rassegna Alfredo Signoretti, mio Direttore (anche de La Stampa però) ed io. Se la merce non è in vendita, invece del solito «non vendibile » che potete vedere a Berlino o altrove, c'è un cartello che cortesemente spiega: «La merce in vetrina è solamente un campione. Preghiamo la nostra fedele clientela di attendere che si abbia nuova merce a disposizione ». Biscotti e caramelle In altre vetrine si vedono esposte merci varie, per lo più. d'acciaio o di altri metalli. Ma gmunici clienti ammessi a fare acquisti sono i soldati, con precedenza ai mutilati e ai feriti. Tuttavia la faccenda alla quale noi siamo stati più sensibili è quella dei dolci. K' notorio che Vienna è sempre stato un celeberrimo centro dell'industria dolciaria — caramelle, cioccolatini, fondante, biscotti e paste sono altrettante specialità locali — ma pensavamo che ora tutto sarebbe stato finito. Invece le vetrine rigurgitano di tutto ciò. Naturalmente — è meglio dirlo subito — per acquistare occorrono le relative tessere. Per avere i biscotti bisogna rinunziare alla razione di pane bianco, per avere qualche cioccolattino bisogna attendere che i giornali indichino il tagliando delti * carta speciale > e la data del ritiro, per ricevere le caramelle occorre essere dei piccolissimi bambini, per mangiare le. paste ci si serve della stessa carta rosa, con la quale si compera la farina e il pane bianco (occorrono 50 grammi per un panino, 20 o SO grammi per una pasta o una fetta di torta). Ma il fatto è che le vetrine sono piene, che il profumo vaga per le strade e che, per noi che arriviamo da Berlino, questo profilino può significare qualche salto della prima colazione, per via del'a terrìbile, invincibile tentazione (non è vero, Segala*). Il curioso di tutto questo è che i viennesi sono sottoposti allo stesso rigido razionamento di tutti i tedeschi. Gli è che, se date un chilogrammo di farina, due etti di burro, tre uova, lo zucchero necessario, un po' di marmellata e di cioccolatta ad un berlinese, allora avrete un risultato mediocre, sotto forma di qualche pasticcio naturalmente mangiabile ma pesante e di brutto aspetto; se invece consegnate il tut. to a un viennese, ne usciranno soffici profumati e bellissimi dolci, da far ventre l'acquolina in bocca (i berlinesi non se ne adQ'dplfVpoiicsDfpdrqnusgttll o a . è i , e , a , e . o i a e abbiano a male, sono più bravi I dei vfennesi in altre cose;.| Quanto poi alla rigogliosità i 'dell'industria dolciaria, i cuijprodotti sono conservabili per lungo tempo, ciò è dovuto al | fatto che le pasticcerie di iVienna lavorano per buona parte della Germania. Allre volle abbiamo avuto]occasione di raccontare come in Germania ila praticamente 'impossibite comperare chec-\ chessia senza i famosi bezug- scheìn, cioè i buoni relativi. ! Dobbiamo ora dire che Vienna i fa eccezione. In questa città, a ' porte gli antiquari e i negozi l di stampe, pieni di bellissima Iroba ma che costa parecchi ! quattrini, potete acquistare u-ìna forbice o una lima per le I uttàhié, una bustina per i vo- stri documenti o un portafo- glia, un temperino o un cava- tappi, porcellane, bicchieri e tante altre cose utili delle qua-1 li è perfettamente inutile fare jl'elenco. Fiducia nel futuro Ora, in questa relativa ricchezza di merci, è facile trovare qualche cosa che fa di Vienna, anziché la solita osteggiatrice, la città che ha più fiducia nel futuro. Perchè qui nessuno compera per comprare, cioè semplicemente per investire denaro. Un altro aspetto di Vienna è rappresentato dalla fine eie -... ., , ganza della gente che va aspjisso, specialmente dalla fre-schezza e dal buon gusto dei vestiti delle giovani e oraaio- se donnette che scodinzolano in su e in giù per farsi animi- rare. Si sa che, in fatto di ra- gazze, Vienna^ non tenw con-correnza e che, anche per quanto riguarda il buon gusto, i viennesi sono maestri. Tuttavia anche in questo campo salta fuori l'ingegnosità della popolazione, poiché i punti che hanno a disposizione a Vienna sono esattamente gli stessi che a Berlino. Insomma, Vienna è ancora là'cara e bella Vienna di una volta, anche se molte cose Aono cambiate. Anche se invece di un bigliettario è una bigiiet,taria che in tram vi fornisce cortesemente le indicazioni richieste; anche se il giornalaio che vi vuol convincere di acquistare una rivista è diven-fato più vecchio; anche se ifotografi, invece di esporrefotografie di donne nude, le espongono vestite ile donnenon le fotografie); anche se i loculi notturni e di lusso sono tutti chiusi; anche se il cameriere invece di servirvi una grossissima fetta di dolce ve ne serve una piccolissima (in compenso, cerca di ingrandire il sorriso); anche se andare a Grinzling con una ragazza per una passeggiata sentimentale sia diventato impossibile e si deve passeggiare magari sul Ring (il che non è sempre svantaggioso); anche se il vino è scarso (a Beriino però non c'è) e quindi ci voglia 'più tempo a riscaldare ti piacevolmente famigerato « sangue viennese »... Si, certamente, molte cose non sono più come una volta, come ci hanno confermato strade e palazzi, piazze e cose. Ma Vienna è rimasta ancora Vienna, la città più armoniosa e più gentile che mai abbiano avuto i tedeschi. Il lavoro stanca, certo. Ma le ragazze cantano : « Lascio in ufficio la faccia di lavoro e mi rallegro di te e del tuo bacio ». Naturalmente solo dopo le 17, ora di chiù sura dei normali uffici. Felice Bellotti

Persone citate: Alfredo Signoretti, Dionisi, Felice Bellotti, Giuseppe Luciano, Luciano Mele, Spugna