Colonnello commilitone di Edilio Rusconi
Colonnello commilitone Ritrattini grigioverdi Colonnello commilitone H ten. colonnello A. P. spaventa immancabilmente tutti gli inferiori che si presentano per la prima volta nel suo ufficio, al Comando della Grande Unità. E' impossibile non abbia, con la sua ferma cortesia verso tutti, qualche rilievo da fare: se si tratta di un ufficiale, dirà che tiene il berretto in una mano invece che nell'altra, oppure che si esprime con terminologia troppo poco militare; se si tratta di un soldato, osserverà che un bottone della giubba è sganciato, o che i capelli'fanno troppi ciurli. Se poi, colui che si presenta, è un soldato od un sottufficiale che viene a prendere servizio oresso quell'ufficio, allora il' Ten. Colonnello spalanca un discorso lunghissimo e grave sui compiti specifici assegnati, e sul dovere di lavorare tutti, in quest'ora più che mai, con massima coscienza e alacrità, e sul dovere severissimo del segreto militare; conclusione: presta al nuovo arrivato il « Regolamento di disciplina », gran libro di saggezza, perchè si rinfreschi le idee. Il nuovo arrivato mette le mani nella prima pratica, cerca di raccapezzarsi tra i varii fogli collegati dal protocollo come una interminabile genealogia; stende la minuta della prima lettera, e poi si presenta al signor Ten. Colonnello per l'approvazione. Può esser certo che il superiore, pur con tono di bonarietà, giudicherà tutto quanto sbagliato, non foss'altro nel tono, ch'è da ufficio civile e non concisamente militare. E il soldato incomincia daccapo, scorato di dover lavorare agli ordini di un tanto pignolo. Pignolo, infatti, il signor Colonnello ci tiene ad apparire. Da tenente comandava una compagnia a un corso allievi ufficiali: ed era uno di quelli che passano la mano guantata di bianco sulla canna dei fucili, per provare se è rimasta polvere, e che esigono dagli allievi che si svestano, alla sera, con un ordine prestabilito e uguale per tutti, disponendo gl' indumenti meticolosamente ai piedi della branda, affinchè si sappiano, in caso d'allarme, rivestire al buio senza intralci nè perdite di tempo. Ma la pignoleria è in lui tutt'altro che un vizio: è una sorta di ri¬ spetto alle funzioni del militare; cosi come la sistematica scontentezza e la burbanza, nei riguardi del novizi dell'ufficio, sono una sorta di corso Introduttivo accelerato. Dopo pochi giorni, Infatti, salta fuori tutt'un altr'uomo. Un uomo che comincia a interrogarti affabilmente sulla tua famiglia, sulle tue condizioni familiari. Tuo fratello lavora nel posto tale e guadagna tanto ? Aspetta un po' ; luiha un suo amico, per mezzo del quale può fare avere a tuo fratello un posto più vantaggioso: senz'indugi scrive all'amico, e tanto fa che riesce nell'Intento. Se un suo dipendente si ammala, lo va a trovare in infermeria, gli porta un cartoccio di frutta. La solita situazione del burbero benefico? Ma no. Non è più burbero, il signor Colonnello; è un camerata autorevole per tutti, un commilitone pronto ad ascoltare tutti, ad aiutare tutti, purché facciano allegramente il proprio dovere; un uomo ch'è soddisfattissimo se un suo dipendente gli dimostra netto che lui, signor Colonnello, sta prendendo un granchio, oppure sta per dare un ordine malcauto. Sa interrompere la trattazione di una pratica noiosa per raccontare una barzelletta, è capace di mettersi a discorrere di San Tomaso o della posizione cattolica di fronte a) matrimonio. D piacere dei ragionamenti gli procura baie da parte dei colleghl; niente; lui espone al caporale (il quale è molto probabilmente un laureato, adibito al servizio sedentario) un suo lungo pensiero; e, sicuramente, non sarà un pensiero fatuo; può darsi un po' ingenuo, qua e là, ma fatuo no. L'unico guaio si è che tutt'a un tratto il pensiero si interrompe, frana, n signor Colonnello s'incanta; è come se qualcosa lo tradisse o lo sviasse. 11 caporale si trova a disagio. Il signor Colonnello non ha più niente al ragionare recente; cava di tasca la fotografia del nipotino sul monopattino, e la mostra al caporale; e mostra anche la fotografia della sua figliuola, madre del fanciullino. Quindi pianta ancora 11 tutto quanto; consulta . una circolare. Stacca il telefono: — Chiama il Ministero, — dice al geniere del centralino. Poi si rivolge ancora al suo caporale: — Vai, vai pure, — gli dice con aria di rimprovero. — Non rimanere sempre qui. — Ma mentre quello sta per uscire, lo richiama; tira fuori da un cassetto due caramelle, glie le regala con un sorrisetto da complice in chi sa quale marachella. Dio, se lo vedesse Edmondo De Amicis! Edilio Rusconi
Persone citate: A. P., Colonnello, Edmondo De Amicis
Luoghi citati: San Tomaso
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