Scetticismo di neutrali sui progetti anglo-americani

Scetticismo di neutrali sui progetti anglo-americani Scetticismo di neutrali sui progetti anglo-americani Il duro mònito della resistenza eroica di Pantelleria ha dissipato molte illusioni (Dai. nostro Inviato) Alsegiras, 14 giugno. I giornali spagnoli scrivono esservi indubbiamente rapporto tra lo scambio di lettere tra Roosevelt e Stalin, l'azione anglo-americana nel Mediterraneo e l'offensiva russa nel settore centrale del Pronte Est. Qui si considera che gli anglosassoni hanno molta fretta per l'offensiva contro l'Europa su due fronti perchè, a parte gli impegni con la Russia, ogni mese che passa è un tempo prezioso guadagnato pei- l'organizzazione degli effettivi e per l'aumento della produzione di guerra dell'Asse, produzione che oltre ad accrescersi ha ora a suo vantaggio di rimanere tutta concentrata in casa e di accumularsi in Europa senza andare in parte dispersa oltre mare ed entro il mare come è già accaduto per la guerra a Africa. Le voci giornalistiche secondo cui gli anglo-americani sbarcherebbero cinque milioni di uomini contemporaneamente in vari punti dell'Europa non vengono prese sul serio perchè il trasporto di tante truppe con armi e rifornimenti esigerebbe nientemeno che cinquanta milioni di tonnellate di naviglio che non esistono. Comunque qui si resta convinti che ammesso anche che gli anglo-americani riuscissero in uno sbarco iniziale, perderebbero poi la battaglia di invasione dato il vantaggio delle forze dell'Asse di manovrare per linee interne e su terra ferma non per mezzo di trasporti dal mare. Perdendo la battaglia dì invasione, l'esercito di sbarco verrebbe a trovarsi schiacciato con il mare alle spalle. Riferendosi alle notizie della rarefazione dei convogli alleati naviganti In Atlantico, non si esclude in questi ambienti che molti piroscafi si siano concentrati o stiano concentrandosi in quelle basi atlantiche, del Mediterraneo e del Mar Rosso donde dovrebbero partire i convogli di Invasione. Viva è la curiosità negli ambienti giornalistici di conoscere la destinazione della famosa Ottava Armata britannica tanto più che di Montgomery fu detto essersi preso un breve ripeso in patria, ma fu detto anche essere stato visto ultimamente spesso dalle parti del Medio Oriente. In questi ambienti si osserva che, contrariamente alla presunta opinione dei capi politici, i capi militari angloamericani devono esser ben convinti della ferrea volontà e del centuplicato valore di resistenza del soldato Italiano se per combattere il presidio di Pantelleria hanno messo in azione possenti flotte e squadre aeree di migliaia di aeroplani rlnnovantlsl incessantemente giorno e notte sopra la piccola isola coperta letteralmente di ferro e di fuoco. Non solo, ma per sbarcare hanno atteso che il presidio della pìccola isola tagliata fuori dalla patria rimanesse senza più un sol cannone e cedesse per sete. Le notizie dal Quartiere Generale alleato informano che soprai alcuni chilometri quadrati di Pantelleria l'aviazione anglo-americana -ha gettato negli ultimi quindici giorni tante bombe quante ne aveva complessivamente gettate sul suolo africano nella battaglia finale della Tunisia durante l'intero mese di maggio. Si ag. giunga il bombardamento navale, per avere un'idea di quello che è stato V inferno Intorno al difensori dell'isola. Nonostante questo, essi avevano respinto l'intimazione di resa. Questi giornali pubblicano il testo dell'Intimazione di resa d rivolta giorni fa al presidio e da questo respinta. E' un messaggio in cui sì riconosce dello stesso nemico con parole ammirative l'eroismo del presidio. Le stesse notizie informano che lo sbarco fu deciso soltanto dopo che tutte le Installazioni difensive risultarono distrutte sotto decine di migliaia di tonnellate di esplosivo. L'ultimo cannone di Pantelleria fu ridotto al silenzio nel pomeriggio di giovedì, spiegano le cronache dei corrispondenti di guerra nemici, ma il comando attese il pomeriggio del giorno seguente per effettuare lo sbarco protetto da una poderosa formazione navale. Ebbene i difensori rimasti senza più cannoni e senza acqua opposero ancora resistenza di gruppi isolati. Il generale Eisenhower e l'ammiraglio Cunningham, cioè i supremi comandanti delle forze di terra e di mare alleate, hanno voluto assistere a. bordo dell'incrociatore Aurora all'agonia di Pantelleria italiana che ncn voleva morire. Ora i comandanti alleati hanno avuto esempi bastanti di quello che significa per gli italiani la determinazione di resistere, soprattutto se si tratterà di difendere la propria terra aggrappati ad essa. In questi ambienti si osserva altresì che i dirigenti nordamericani sono ben ignoranti della geografia e delle cose europee se il ministro della marina Knox ha osato dire che Pantelleria valeva quanto Malta. E' inutile che la propaganda americana si affanni a dimostrare che la perdita di Pantelleria — serenamente attesa e già scontata dai nostri ambienti — è una perdita capitale per l'Italia. Antonio Lovato

Persone citate: Antonio Lovato, Cunningham, Eisenhower, Knox, Roosevelt, Stalin