CRONACHE DEL TEATRO

CRONACHE DEL TEATRO CRONACHE DEL TEATRO H cosidetto " caso Meano „ - I suecessi in Spagna dell' Orchestra da camera napoletana - Compagnie estive Ned teatro italiano avven- i a e ee la oce sa u il rusi o e gono le cose più inverosimili! Abbiamo visto l'altra volta come sia difficile, per non dire impossibile, far rappresentare una commedia che non sia borghese nel più esteriore senso della parola: se in scena non c'è gente vestita benino, signori e signore che non sanno fare i signori e le signore perchè chi ha conosciuto veramente un signore sa che la signorilità del palcoscenico nove volte su dieci somiglia più composita e corretta alla signorilità dei camerieri che a quella naturale dei signori; se la vicenda non è la solita vicenda, coniugale o familiare, il caso psicologico di una psicologia da tre soldi, orecchiante e orecchiabile, se la commedia non è insomma leggerina leggerlna, riposante e graziosa, che non turbi la digestione, la. agevoli anzi con un po' di seltz, se tutto questo non si verifica gli autori non trovan grazia presso i capocomici, e le commedie rimangono nel cassetto. O prendono altra via. E' il « caso Meano Ci giunge infatti notizia dalla Germania che al Teatro di Stato di Braunnschweigg è stato dato in prima rappresentazione assoluta 11 nuovo dramma di Cesare Meano «/ secoli non bastano .•>, ìnaugu rando una settimana italiana comprendente commedie di Goldoni e di Pirandello e ope re di Verdi. Il dramma, mes so in scena da Otto Kasten, ha avuto un vivissimo sue cesso di critica e di pubblico, ed è stato ammirato soprattutto per l'originalità della concezione e l'audacia della stesura che presenta l'azione in sei epoche diverse, dal tempo dell'Egitto faraonico ai giorni nostri. Un'altra commedia di a o na a, nlln-prphh* ,ff.,tro ,iia o Inon nuocerebbe affatto alla n- Meano sta per avere la sua' prima assoluta si Teatro di\VeHt«5(iwt-|ne di Hans von Seydevitz Con questa commedia sono cinque le opere del nostro autore che si rappresentano in Germania in prima assoluta. Perchè avviene questo? Perchè Me3no è costretto a dare all'estero l£ sue novità? E' un suo capriccio o è una ine binabile necessità? Che pcs- a I sa essere un capriccio non |a crediamo- la orini» in Italia a! crediamo, ia prima in italia'i i) er a s-l ahi si rrhe di a i» ; su se di ona si o, on no no r- ^Ò <>! ei e. e- a - > he tà er a-1 Te nostre compagnie si stria ri, j gono nelle spalle e si lasciano l a I asi rappresentazione della stessa commedia all'estero, se mai potrebbe agevolarla con !a consacrazione di un successo. E allora si tratta di necessità. Non ci sono parti su misura? non ci sono abiti signorili ? non si può recitare sottovoce? i nostri complessi borghesi pelle commedie borghesi non sono adatti alla più vasta visione del teatro di Meano ? Insomma vorremmo vederci chiaro e capire perchè un autor* italiano debba sistematicamente piazzare all'estero le sue commedie, dove sono evidentemente apprezzate e ricercate, e disertare i palcoscenici della sua patria che invece hanno tanto bisogno di gente nueva e di opere nuove, comunque di onere diverse che rompano la monotonia di un teatralismo stanco stantio affannato e affannoso, anche se imbellettato e verniciato con astuzia per meglio nascon-derne il pallore. Che cesa è' «il caso Meano »? che sottintende? che nasconde? Sono state lette in Italia le commedie di questo nostro autore? E chi le ha lette? chi le ha giudicate? come sono state giudicate? Perchè, insomma, non si rappresentano? Le commedie di Meano che in Italia sono giunte alla ribalta hanno avuto successo; la critica, anche se non s'è sbracciata, ha dovuto riconoscere in questo nostro scrittore originalità di concezione e freschezza di fattura: | perchè dunque i direttori del- ca! prender la mano dagli atra-ta s, ri ute to he a niiiieri? Non vorranno venirci a raccontare che Meano è un autore buono per i tedeschi e cattivo per gl italiani! Sarebbe bella! E allora? Allora la verità è sempre quella: o commedie su misura, d'ambiente borghese, di pensieri berghesi, distintine e diari scorsive, graziose e chiacin chierine, magari all'ombra del l- solito Amleto, tanto per apn-1 parare la facciata, o niente.... fai E' possibile, è logico, è giu- e'"10 perpetuare questa situa- e*, c» ne, go ze; it ». E' tornata dalla Spagna, dove ha compiuto un giro artistico di oltre un mese, l'Orchestra da camera del Real Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli, diretta dal maestro Adriano Lualdi. L'orchestra ha tenuto ventisei concerti nelle diciannove città di Saragozza, Pamplona, San Sebastiano, Vittoria, Bilbao, !u|z'one? Rosso non si può rap-t-1 Pres!:ntaie' Meano fila all'è- il stero senza nemmeno voltarsi,mi Chiarelli ha cinque commedie lnel cassetto, i giovani conti- miano .a sciupar tempo in eser-citazioni dilettantesche; chesi fa, dunque? che si con- elude? Santandor, Gijon, Oviedo, San- tiago de Compostela, Vigo, Pintevedra, Malaga, Granada, Alicante, Valencia, Barcellona e il successo è stato grandissimo. Ne sono pensava in Spagna, dove abitualmente affluiscono le orchestre tedesche del genere, che l'Italia possedesse un'orchestra da camera degna di competere con i migliori complessi stranieri. In genere la conoscenza che si ha all'estero della nostra mugica si limita al melodramma: la sorpresa è stata dunque grossa, tanto più che i programmi erano composti in prevalenza di opere di compositori della Scuola classica napoletana — Durante, Porpora. Paisiello, Pergolesl, Alessandro Scarlatti, Domenico Scarlatti, Cimarosa — assolutamente sconósciute e di cui s'ignorava persino l'esistenza. Per avere un'idea della bellezza e dell'interesse dei programmi stessi ne trascriviamo tre. Primo programma: Cimarosa: I Traci amanti; Alessandro Scarlatti: Concerno in fa magg. per orchestra d'archi (tre tèmpi); Paisiello: Il balletto della Regina Proserpina (sei tempi di danza); Durante: Concerto in sol min. per orchestra d'archi (tre tempi); Pergolesi: Concerto in si beni. magg. per ufolino c orchestra (tre tempi); Cherubini: Sinfonia in re nuigg, Secondo programma: Rossini: La scala di seta; Domenico Scarlatti : Cinque tempi delle Sonate; Paisiello: Concerto per pianoforte e orchestra; Mozart: Sinfonia concertante in mi beni. magg. per violino viola e orchestra; Ravel: Le lambenti de Con per in (tre tempi); Bartok: Sci danze rumene; Lualdi: La granceola i introduzione e danza). - Ter- ' \z° .Programma.: _Porpora. |g' »"'f ; Mozart: Sinfonia in re Domenico maini, n. 35 (quattro tempi); Lualdi: Divertimento in re magli, per orchestra da camera; Wagner: Siegfried Idyll; Rossini: Il barbiere di Siviglia. Nè è meno interessante conoscere che l'orchestra è com¬ Poata di se,' Prìm' violini, cin |°.ue, secondi, quattro viole, tre violoncelli ' due contrabbassi, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, due corni, due trombe un ottavino, un timpano, un cembalo, un piano: trentasei elementi in tutto, ma ciascuno col proprio valore essenziale e con la propria specifica funzione che ne accrescono il senso e il pregio. Ve l'immaginate Wagner con una orchestra simile? E' stato quel che si dice un successo clamoroso, e per l'effetto e per la meraviglia. Dovunque sale gremite fino all'inverosimile, e dovunque applausi a non finire. La critica unanime poi ha giudicato questa nostra orchestra una delle migliori d'Europa, e i suol programmi fra i più originali e Interessanti che siano stati eseguiti nelle sale di concerto spagnole. E che pubblico! Basti dire che una cittadina come Pontevedra, con appena ventimila abitanti e con una sala di cinquecento posti, ha cin- lquecento abbonati a tutti i concerti. Adriano Lualdi che, vincendo tutte le difficoltà, ha^voluo to e realizzato nel glorioso Conservatorio di San Pietro a Maiella questa bella istituzione, può essere soddisfatto dei nuovi successi ottenuti che, mentre eiamo impegnati In un'epica lotta di difesa del» la nostra esistenza e della nostra civiltà, riaffermano l'insopprimibile primato del nostro spirito e acquistano un valore reale e simbolico insieme di altissimo significato morale e politico. Mentre il nemico cinicamente si accaniva sulla bellis- sima e tormentatbsima città, 1mediterranea, l'orchestra na- poletana portava per il mondo la voce immortale, antica e nuova, della nostra Patria, espresslone purissima di una supremazia dello spirito che nessuno potrà mal nè umilia^ re nè piegare. E' con orgoglio e commozione che salutiamo perciò il ritorno In Italia dell'orchestra napoletana e del suo insigne elirettore Adriano Lualdi. - l a l i à n , Le compagnie estive si moI< -! tiplicano: eran quattro e son -] già otto, e l'ultima parola non ,|è ancor detta. Avremo dune que una compagnia, con sede - all'Eliseo di Roma, che pre¬ -Inietta di rappresentare, con la e] regia di Giannini e di Scha* - roS; commedie di Pirandello, IBetti, Cantini, Antonelli, An. ton, Pinelli, Tieri, Benelli, Viola, Pugliese, Zorzi, (insa« lata russa) e qualche altro, Primo attore, come afcblamo annunziato, il De Luca. C'è pronta la compagnia del teatro Odeon di Milano, diretta da Alda Borelli, che metterà in scena commedie <ì\ Pirandello Praga, Niccodemi, Palconi, Sardou, Jenktns, a quel Notturno del tempo ne-» stro di Giuseppe Bevilacqua che dieci anni fa, per la spre» giudicatezza del linguaggio a l'interiore poesia apparve e fu una cosa nuova (quanti si son; buttati dopo sulla au* scia ma senza la... poesia!). Terza compagnia, quella del De Sanctis, che rappresenterebbe Chiarelli, Butti, Gorki, De Benedetti, Ottolini. Una quarta compagnia for» metà Corrado Racca; una quinta Aristide Baghetti, una sesta Gino Sabbatinl e Mariangela Ravlglia con repertorio prevalentemente comico Testoni, Niccodemi, Falconi e Biancoli, Corsi e Salvini, De Flers e Caillavet (due a due come le ciliege); e poi si annunzia una compagnia di giovani che farebbe capo al Nuovo di Milano. C'è Inoltre la compagnia Viviani che de. butterà il 1» luglio. Naturalmente, a parte la compagnia Viviani della quale abbiamo già parlato e che raccoglie i migliori elementi del , teatro napoletano, nelle altre compagnie non abbondano 1 grandi attori: son tutti, chi più chi meno, complessi d'oc* iasione e di ripiego. Ma si, va bene, lasciamo ;che i giovani attori si provi: no... D estate è permesso. ' ». »,