La medaglia d'oro al valore

La medaglia d'oro al valore La medaglia d'oro al valore a Guido Pallotta B' stata concessa la medaglia d'oro ai valor militare al sottotenente Chiido Pallotta della Torre del Parco, con la seguente motivazione: «Ufficiale addetto al Comando di un raggruppamento di truppe libiche attaccate da preponderanti forze corazzate avversarie — dice la motivazione che accompagna il conferimento dell'altissima ricompensa —, nel momento in cui più aspra ferveva la lotta e i carri nemici Irrompevano tra le difese sconvolte, si offriva spontaneamente per recapitare un messaggio urgente. Trovatasi sbarrata la via da un carro armato, lo assaliva decisamente con le bombe a mano. Visti inutili i suoi sforzi di liberarsene, cercava di saltarvi sopra per gettare le bombe a mano contro le feritoie, ma, nell'eroico tentativo, veniva colpito a morte. Legionario fiumano, magnifico combattente di due guerre, due volte volontario, suggellava con l'estremo sacrificio la sua giovane ardimentosa vita tutta dedita alla Patria e agli ideali fasci/iti. — Alam en Nibeua, 9 dicembre 1940-XIX ». Una vita eroica Guido Pallotta della Torre del Parco non era torinese e neppure piemontese, ma Tori no giustamente lo annovera tra i suoi figli, poiché a Torino egli combattè, nei suoi anni migliori e prima ancora di indossare l'uniforme del soldato, per la realizzazione integrale dei. postulati fascisti e per la grandezza d'Italia. Apparteneva a nobile famiglia marchigiana, le cui orìgini risalgono al secolo XIII e che vanta una intatta tradizione, attraverso i secoli successivi, di glorie militari e di- benemerenze civili, politiche e culturali. Guido nacque a Forlì il l.o gennaio 1901 e ricevette una educazione singolarmente accurata dal padre, sottoprefetto e buon patrioti, e dalla madre, donna di elettissime virtù. A 17 anni, giovinetto imberbe, Guido si détte ad organizzare nelle Marche gruppi di giovani nell'intento di creare un fronte europeo contro il bolscevismo e percorse, a tale scopo, la regione, sollevando interesse e stupore, giacché sembrava impossibile che un giovane dall'apparenza tanto immatura sapesse trovare dentro di sé tanta passione e tanto fuoco. Fu a Fiume con D'Annunzio e vi trascorse li mesi, compiendo il proprio dovere di ardito in ogni circostanza. Aveva 18 anni e fu senza dubbio in quell'atmosfera ardente, in quella sublime irrealtà di leggenda che egli maturò il suo spirito e compiè la sua formazione militare e politica. Egli era un mistico ed un temperamento d'azione, dopo Fin me fu un uomo nella piena maturità dell'intelletto e delle energie. Ardito, divenne naturalmente fascista. Nel 1S26, Guido entrò, co me correttore di bozze, alla Gazzetta del Popolo e ben presto passò in redazione. Nel ISSI, fu nominate Segretario del G.U.F. di Torino. La scelta non era stata casuale: la vita studentesca a Torino era in crisi e si cercava appunto un uomo capace di riorganizzarla. Una sola candidatura parve possibile: Guido Pallotta. Egli, dopo essersi lungamente schermito, accettò e si gettò al lavoro con entusiasmo senza precedenti. In pochi mesi, il G.U.F. dì Torino era organizzato e raggiunse un grado di efficienza mai più superato. Fu in quel periodo che egli fondò Vent'anni, giornale « sito » al cento per cento, per esaltare lo spirito della gioventù e tener vivo il culto della verità. Scoppiata la querra d'Africa, egli chiese ta costituzione di un reparto studentesco e ne fece parte, come sottufficiale comandante di un plotone, col quale fu- a tutte le battaglie del fronte nord, dall'Amba Alagi al lago Ascianghi, guadagnandosi due medaqlie al valor militare. Fu chiamato a varie cariche, nell'Impero e nel Regno e finalmente costretto ad accettare, dopo molte resistenze, la carica di vice-segretario nazionale dei G.U.F., in riconoscimento della posizione che egli aveva conquistata nella gioventù italiana, ma tosto — essendo nel frattempo dichiarata la- guerra fra l'Italia e le potenze egemoniche — lasciò la carica per indossare nuovamente l'uniforme del soldato; ed il SO giugno del ÌSUO, dieci giorni dopo la dichiarazione di gueira, egli era già con l'SO" Btg. CC. NN. d'assalto in combattimento alla frontiera della Savoia, quellu frontiera che tante volte egli, dalle colonne di Vent'anni aveva additata agli italiani. Cessate le ostilità alla frontiera occidentale, chiese di essere inviato in Libia. Due volte ferito durante le operazioni alla frontiera egiziana, rifiutò di raggiungere l'ospedale. La morte lo ghermì nelle prime ore del S dicembre 19lf0. Colpito al ventre da una scarica di mitragliatrice, fu sepolto nelle sabbie del deserto, dove ancora oggi riposa nel sonno degli eroi, aspettando il definitivo ritorno delle nostre armi. Nato da nobilissima fami glia — ciò che costituisce per lui un titolo d'onore di più — con un vasto corredo di studi egli iniziò la carriera giornalistica da correttore di bozze e quella militare da sottuffì ciale e questo è, in lui purissimo mistico del Fascismo, come un segno di questa nostra civiltà del lavoro per la quale combattiamo. La, medaglia d'oro al valor militare sanziona ufficialmente il giudizio che il popolo, con il suo infallibile intuito, aveva già dato su, Lui, eleggendolo dTneuppsapzngntbaiMUtepIgndvetrgdcadrcrtqFndpcvtrdmsl fra gli Eroi più eccelsi nell'olimpo della gloria italica. Noi crediamo, noi sappiamo che il nome di Guido entrerà nei canti dei legionari, dei fanti, dei combattenti. Il suo nome è una sfida ed un impegno: ed è anche un presagio di vittoria. Presente a noi, presente ai futuri, Guido Pailotta sarà sempre una fiamma e una voce, splendida e forte, della immortale, della trion fante giovanezza d'Italia. preNsrvadrglpgilllllillllllIMMIIIIIIIHIIIMINIIininilinilliniininPresente alle bandiere

Persone citate: Alam, D'annunzio, Guido Pallotta, Pallotta