grandezza

grandezza grandezza La statua di Rufo piazzetta, quel fastoso monumento commemorativo, il lanus Holconiorum, come senza dubbio dovè appellarsi. In perfetto stato di integrità col relatlvo elogio sottostante per. viene fino a noi soltanto la statua marmorea di M. Holconio Rufo, titolare di tutte le cariche militari civili e sacerdo tali già sopra indicate (figura annessa), addossata al pilone anteriore sinistro. Una indubbia sorella del precedente era onorata di un'altra statua sul corrispondente pilone destro, come si ricava da un frammento della lapide relativa: Holconiae M. f. Sacerdoti publicae. Imprescindibile allora si presenta la conclusione che sulle altre due basi superstiti fossero onorati altri due membri della famiglia stessa e senza dubbio, specie in virtù di quanto constateremo or ora nel Teatro, 11 fratello di Rufo, M. Holconio Celere, titolare delle cariche già ricordate, e probabilmente un'altra sorella, un'altra Holconia, sacerdos publica anch'essa. Questi gruppi di statue pompeiane trovano il loro riscontro nelle note statue ercolanesi che, con M. Nonio Balbo ne onorarono anche i congiunti, padre, madre, moglie e figlie, in-dicati ciascuno pel nome e pel grado di parentela verso ni- lt ittdi gplustre cittadino. La riconoscenza cittadina 3) Teatro muggiore. E', qui che sopra tutto gli Holconi fra gli anni 3 e 14 d.C. si procacciarono l'imperitura riconoscenza della Colonia, e si fa presto a riassumerne le opere fastose e dispendiose che vi compirono, ed in virtù delle quali, giovandosi dell'opera del geniale architetto M. Antonius, M. Libertus, Primus, Stuello che era un teatro di tuo si trasformò In uno splendore di candidi marmi. Basta riferirsene ai titoli commemorativi e dediche varie raccolti nel remoto scavo dell'insigne monumento. Il teatro, in una parola sola fu tutto rinnovato da cima a fondo, perchè il titolo maggiore menziona dettagliatamente — come allora era costume — il tutto nelle sue parti, consacrando in un solenne testo che 1 fratelli Marci Holconi, Rufo e Celere, rifecero la galleria superiore (cryptam) e, per conseguenza, anche la summam edveam sovrappostavi; aggiunsero in basso 11 nuovo decoro dei due palchi di proscenio (tribunaIta); e finalmente ricostruirono (in marmo) tutto lo spazio destinato agli spettatori (ed veum). E' naturale, perciò, che la riconoscenza cittadina verso si munifici signori si traducesse ben presto, come usa vasi, in una coppia di solenni statue, probabilmente campeggienti nella posteriore facciata dell'edificio della scena e riproducenti le fattezze di Rufo e Celere. I titoli maggiori alla pubblica riconoscenza tuttavia spet| tarono tra 1 due al primo, perchè, cosi come recentemente si le avuto a constatare per 11 teatro di Ercolano, e nei riguardi di M. Nonio Balbo, il posto centrale e più onorifico di tutta la càvea fu assegnato in perpetuo, con la relativa cattedra, come dall'epigrafe in lettere di bronzo sottopostavi, a Marco Holconio Rufo, carico di tutti gli onori civili militari e sacerdotali In principio indicati, per decreto del Senato locale Decurioni! »i decreto), affinchè anche a distanza dalla sua morte, i frequentatori del teatro sapessero a chi dovere tanto benessere in tanta dovizia di splendidi marmi. Matteo Della Corte

Persone citate: M. Nonio Balbo, Matteo Della, Primus