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À - i:^J.w« LA STAMPA - Il « sakè u è razionato rito, da cui si estraalimentazione. Ecco II oliente II non lauto q CHI JL.O SA. E CHI NO I Romani dell'impero avevano degli assaggiatori, le cui papille gustative, per delicatezza ed esercizio, erano in grado di distinguere se il pesce di mare era stato pescato alle loci del Tevare od oltre, e se il fegato di ooa proveniva da un ingrassamonto con tiohi freschi o fiotti sooohi. Cosi, i buongustai mangiavano con la bocca degli altri. *** Non sono mai riuscito a capire come mai gli antichi monumentassero Annone, perchè era stato il primo a mettere l'acqua nel vino, Sarebbe stato più saggio monumentare chi aveva messo il vino nell'acqua. Ma, forse, non è neppure vero. Sarà una Tavoletta per invitare alla temperanza. La quale, è tuttavia brutta se costretta all'ibridismo. .*** Tra le favole dell'antichità alla quali non 6 facile credere, c'è quella di Tolto, vissuto trenta secoli orsono, Egli sorisse novo libri per flagellare Omero. E, fin qui, è possibile. Ma poi, vogliono darci ad intenebro che egli fu crocifisso dagli entusiasti di Omero, Strano entusiasmo se, per esplodere, aspettò il nono libro I tu * # Contributo a una monografia sul carattere inglese. In una taverna dov'erano parecchi lord* venne a rifugiarsi, boccheggiante, un uomo mortalmente ferito. I lorde si chinarono su di lui per soommettere sopra quanti minuti sarebbe anoora vissuto. E' giunto sino a noi il nome di Oiagora da Meliano il quale fu condannato, per avere gettato sul fuoco una statuetta di Ercole in legno dicendogli: « Compi la tredicesima fatica: fa' bollire la mia marmitta». Esempio tipico della sfortuna collegata al numero 13. *** In Persia, le donne, normalmente schiave, diventavano padrone assolute per 24 ore, una volta l'anno. Allora, esse potevano domandare ciò che volevano ai proprii mariti e, se nubili, scegliersi uno sposo. Ciò andava sotto il nome di « Ratto degli uomini ». Pare che corioandosi con la testa rivolta a nord, il sonno sia più facile. Ant. LA TESTI tare qualche embrione di verità per piegarla al servizio della menzogna, cosi da imprimere alla narrazione un aspetto di sincerità e da far assumere ai fatti un'apparenza di realtà. E sono, molto spesso, i medici le vittime di queste fantasiose macchinazioni. Le cronache giudiziarie tramandano il caso di quella signora trentenne, ricca ed intelligente, costituzionalmente neurotica, che effondeva col medico di famiglia la sua infinita amarezza per essere negata alla maternità. Il medico, nell'intento di modificare quello stato di tristezza plumbea, indirizzò la signora da un collega, un ginecologo, e questi non scoraggiò la signora: la persuase, invece, che l'evento, inv?no auspicato <{] atteso, potava ^omoiereì presto. Le parole del ginecologo produssero un'intensa emozione nella signora. Ella andò trasfigurandosi da quel giorno. E, in breve, si convinse che un incipiente processo di maternità era in corso. Del reato, anche per i familiari e gli estranei, questa appariva la realtà, a giudicare dalla trasformazione che andava compiendosi nella signora. Ma si trattava di «meteorismo isterico:» e quando la triste realtà apparve e la lunga attesa fu crudelmente coronata dal nulla, i pianti e le querele della signora portarono ad un'accusa di ptocurato aborto contro l'ostetrico. L'infelice signora era persuasa che il ginecologo avesse dolosamente interrotto, nel corso delle visite praticabile, il felice processo della sua attesa maternità... Abilità e sottigliezza Kraft-Ebing ha illustrato il caso De La Roncière, che rimarrà tristemente famoso negli annali giudiziari. Il De La Roncière era un giovane medico, rispettabilissimo, che prestava servizio al reggimento. La figlia di un generale, che egli aveva assistito in più di un'occasione, l'accusò, un giorno, di essere penetrato di notte nella sua camera, armato di pugnale, e di aver tentato di far strazio della sua virtù. Malgrado le inverosimiglianze del racconto, malgrado fosse offerta la prova che la fanciulla andava soggetta a crisi di carattere sonnambolico. malgrado fosse apparso che la sua virtù non era stata scalfita nella pretesa orribile avventura, l'opinione pubblica si lasciò trascinare dalla concitazione disperata dell'accusatrice, e si schierò, implacabile, contro il giovane medico. Ed il rjiury votò come l'opinione pubblica reclamava: De La Roncière fu condannato a dieci anni di lavori forzati. Solo tardivamente, molto tardivamente, egli otteneva di essere riabilitato. Ai due episodi ora riferiti si riallaccia, setto tanti aspetti, il caso segnalato recentemente da Cassinelli e aul quale, per buona ventura, la luce ha potuto essere fatta tempestivamente, in sede istruttoria, si che alla giustizia è stata risparmiata l'onta fatale di un errore e di una condan.iT.. Un noto e valente chirurgo di Roma è chiamato nella sua clinica per operare di appendicite una giovane di 23 anni. Eseguito l'atto operatorio, la giovine è dimessa dalla clinica 15 giorni dopo, ma vi ritorna di li a poco per sottoporsi ad una cura calcica., per via endovenosa, che viene praticata dallo stesso chirurgo. Orbene, stando alla narrazione della giovane, allorché la cura calcica è terminata, il medico soggiunge che è necessario praticare ancora una iniezione « alla piega del gomito *. La ragazza vi si sottopone, ma, allorquando cerca di rivestirsi, si sente invasa da una grande stanchezza. Fa, tuttavia, per uscire ed in quella il medico l'abbraccia. Ella perde da quel momento la conoscenza, e di quanto accade non serba memoria. Si sovviene soltanto che, al risveglio, si è trovata chiazzata. Tornata a casa, dopo un mese ricompare in clinica per chiedere conto al chirurgo delle sue condizioni anormali. Ma. il medico diagnostica che si tratta di un fibroma e che occorre un intervento. Due giorni ella rimane in clinica, segregata in una stanza semibuia, e in questo frattempo, senza che ella se ne renda conto, il chirurgo compie quelle manovre che sono destinate a liberarlo dal peso di una fastidiosa, imbarazzante paternità. La narrazione della giovarne è ben cucita, condotta con abilità e sottigliezza d'invenzione, sulla base di avvenimenti parzialmente veri e, per il resto, sfruttando l'esperienza acquisita nell'ambiente ospedaliero, così da valorizzare il mendacio attraverso una somma di particolari che sembrerebbero richiedere speciali conoscenze, estranee alla vita dell'accusatrice, e che risultano, per questo, tanto più verosimili ed impressionanti. Effettivamente, il me- dlco ha avuto ripetuti rap-porti colla giovane (e si trat ta, evidentemente, di rapporti consensuali) ma agli inviti ed alle- insistenze di lei per proseguire la relazione e rinnovare gli incontri, ha opposto un reciso diniego, mandando anche un amico a persuadere la donna e ad avvertirla del suo fidanzamento. La giovane nega, per contro, la relazione, ammettendo soltanto sporadici ed innocenti incontri dopo la pretesa violenza, ma l'accusa, fiorita nella sua mente come rappresaglia o vendetta per la rottura dei rapporti, scopre age volmente la sua falla alla prò. va degli ausili tecnici. E mentre le indagini peritali del proff. Ascarelli e Bompiani escludono che l'accusatri.ee abbia potuto essere spogliata della sua purezza nelle circostanze da lei riferite (narcosi, ecc.) ed escludono, altresì, che ella abbia presentato un processo di maternità incipiente e che siano state compiute manovre interruttlve di questo processo, la indagine psicologica fa piena luce sul travaglio allarmante della sua personalità. L'accusatrice è un'isterica e ne presenta tutta la sintomatologia. Ancora la narcosi Non sussistono, del resto, più dubbi intorno alla valutazione che può darsi alle manifestazioni di un soggetto Ricordiamo gli attacchi ae-|rei le cento volte deliberata-!mente sferrati 9iille nostre|installazioni sanitarie, sui nostri treni e sulle nostre navi-ospedale e non ignoriamo i casi di ferocia individuale del genere di quello del prigioniero italiano ucciso in acqua a colpi di remo da un soldato inglese dopo il siluramento del Lucania, ae quelli di ferocia collettiva di cui furono esempio le truppe di Wavell quando, davanti a Gondar, mandarono frotte ignare di schiave etiopjVhe a far brillare, saltando in aria, le mine che prima di loro un branco di pecore non era riuscito a toglier di mezzo. A edificarci sui metodi di guerra degli Inglesi basterebbe, d'altronde, un' occhiata al Mummie per il combattimento a carpo a corpo del capitano W, E. Fairbairn, capo dell'.'Iring''Special Trainili!/ t'nitri:, dove si incita il soldato a tornare « alla fero- cia dell'età della pietra», gli si insegna il modo migliore per sfondare le costole del- l'avversario (pag. 65) o rompergli la spina dorsale (pag. 67), lo si esorta all'impiego del coltello, raccomandandogli le ferite all'addome come « di effetto psicologico meritevole di segnalazione speciale» e spiegandogli per filo e per segno come deve fare a sgozzare il nemico: «afferragli la testa per di dietro con la sinistra e piantagli il coltello in gola più profondo che puoi fino a tagliar la carotide (pag. 98) » e lo si ammaestra a mettere alla ragione i prigionieri «stendendoli al suolo e saltando loro sul ventre a piedi e ginocchi congiunti in modo che l'orlo dei tacchi l'errati, con l'aiuto del peso del corpo affondi bene nelle carni... ». Età della pietra, o non piuttosto cuore di pietra? Concetto Pettinato ii.i*Mf.l*ii:.-«i*^ ..~.:.r..• ..■ ^uJAtó - Venerdì 4 Giugno in Giappone, perone n e, è prezioso per la venditore misurare alla uantitativo settimanale MONIANZ na, a volte, su u è lievitato dalla 1943 - Anno XXI A ALLA S n substrato di a malvagità e d BARRA À

Persone citate: Ascarelli, Cassinelli, Concetto Pettinato, De La Roncière, Fairbairn

Luoghi citati: Giappone, Gondar, Lucania, Persia, Roma