1 di Giulio Caprin

1 LA STAMPA - DOMENICA S - 3 Al lavoro per la costruzione di trincea di cemento eulle coete dell'Atlantico. (Foto Atilamtdc). >»»♦♦♦♦»♦»»♦♦♦♦♦♦♦»< del suo cuore rimasto dolcemente infantile. Probabilmente, passata un'estate senza migliori risorse, prima di tornare in città aveva dato la via al merlo, e peggio per lui se era finito in bocca a un gatto o nel carniere di un cacciatore. No, anche lui si era portato in città la gabbia con l'uccello. — E' più facile — mi disse — attaccarsi a qualcuno che staccarsene, anche quando si capisce che il divertimento diventerà un peso. E mi raccontò come quel merlo gli era venuto in casa. — L'anno scorso mia figlia faceva la maestra in un paesino in montagna, un posto di prima nomina oon molti sassi e pochi castagni : per arrivarci, dalla fermata della corriera, ci sono altri sette chilometri di strada, una strada da muli. Rozza e povera gente, ma quando, finito l'anno scolastico, la maestrina fu traslocata, la rustica scolaresca intese mostrarle il dispiacere dell'addio regalandole ognuno qualche cosa: una bambina sei uova, un'altra un po' di farina di castagne, una terza, una ricca, una pollastra; una povera, che non aveva proprio nulla da dare, portò a scuola quel merlo e volle assolutamente che lo prendesse. Ma una ragazza giovane ha da occupare i suoi affetti meglio che in un merlo. Così l'uccello è rimasto a me. Continuo a occuparmene io e mi fa piacere, quando torno a casa, sentirgli fare quel verso : Bene mio, ti vedo. Giulio Caprin i Bimbe torinesi Giovedì 3 Giugno 1943 - Anno XXI CORSA: SETTANTESIMA INCURSIONE 1 i