SEDICI APPARECCHI INCURSORI abbattuti dalla nostra difesa

SEDICI APPARECCHI INCURSORI abbattuti dalla nostra difesa SEDICI APPARECCHI INCURSORI abbattuti dalla nostra difesa Bollettino n. 1101 Provare per credere Il Quartier Generale deli!e Forze Armate ha diramato nel pomeriggio dii ieri il seguente bollettino n. 1101: Formazioni aeree nemiche sganciavano ieri numerose bombe sulla città di Napoli, che ha subito ia settantesima incursione, su località della Sardegna e delle province di Foggia, Bari, Potenza. Notevoli danni ad edifici pubblici e privati in Napoli, dove sei quadrimotori venivano abbattuti: tre dalla nostra caccia, uno da quella germanica e due dalle artiglierie contraeree.. In azioni condotte contro l'isola di Pantelleria l'avversario perdeva altri nove apparecchi colpiti dalle batterie della difesa; un altro precipitava in mare ad opera di nostri cacciatori. Nolte incursioni segnalate nel bollettino odierno si deplorano le seguenti vittime nella popolazione: 58 morti e La marina mercantile 351 feriti a Napoli; 5 morti e 10 feriti complessivamente nelle varie località della Sardegna. In seguito alla rimozione delle macerie e al decesso di alcuni feriti gravi le vittime dell'incursione nemica su Civitavecchia sono salite a Z95. n » I , , l » e à i i e o o o a Roma, 31 maggio. Lo sfruttamento giornalistico e radiofonico delle incursioni aeree sulle città italiane, tenuto in un tono pubblicitario altisonante, assolutamente inadeguato alla loro reale portata bellica da parte degli organi di stampa e di propaganda di Londra, di Washington e dipendenti succursali, incomincia a suonar falso anche a orecchi neutrali. Cosa nasconde in realtà tanto fracasso di notiziari a caratteri di scatola, se questi bombardamenti nel centri abitati non intaccano il potenziale bellico italiano e meno ancora riescono a scalfire l'alto morale cittadino dei centri colpiti i quali si dimostrano refrattari a tanta perversione nemica? Da lunghi mesi si è agitata una polemica interalleata in tema di secondo fronte, con grande scorno di Stalin che ha dovuto accontentarsi di modesti surrogati che non hanno distolto dal fronte orientale ne un soldato nè un aereo nè un cannone nè un carro armato tra quanti l'Asse ha potuto allineare per far fronte alle velleità di riscossa delle truppe moscovite. La polemica, caduta la testa di ponte ttalo-germanica in Tunisia, ha ripreso a divampare tra 1 cosidettl alleati, consigliata stavolta dalle perentorie invocazioni giungenti, piuttosto sgradite, da Ciung King e da Canberra. Pensa ancora, Churchill, di gabellare per secondo fronte la sistematica strategia della strage quotidiana di innocenti tra le nostre retrovie peninsulari e la giornaliera distruzione dei più Insigni monumenti religiosi a Cagliari, a Palermo, a Catania, a Napoli, a Messina, a Reggio Calabria, a Livorno? Nei giornali scorsi il Daily Mail, piroettando in punta di penna su certe livide dichiarazioni del fegatoso Eden sul futuro dei bombardamenti aerei e particolarmente nei riguardi dell'Italia, ha asserito che esse sarebbero state entusiasticamente acclamate e approvate in Inghilterra: appunto perchè facevano balenare la speranza, se non pure la certezza, che l'Italia non avrebbe resistito alla prova spietata e avrebbe presto sventolato la bandiera della resa. E il New Chronicle, con un frasario da forsennatOj poteva aggiungere qualche particolare inedito per colorirle con un più patetico color di rosa. Questo, ad esempio: « L'Italia trema per il suo futuro. Il martellamento delle sue basi avanzate della Sicilia, della Sardegna e della Calabria è già in uno stadio cosi avanzato che i possibili vantaggi di una immediata resa sono apertamente discussi ». Ma il giornale londinese dimenticava di spiegare dove questa discussione avvenisse. Provvediamo noi a riempire la lacuna. La discussione avviene a Londra, dove appunto l'Ipotesi di una resa italiana prima del combattimento è sempre più soavemente accarezzata e assaporata non solo da quegli strateghi da caffè in ritardo di ormai tre anni sulle loro fatue profezie antifasciste, ma negli stessi circoli militari che, a ragion veduta, preferirebbero una conquista dell'Italia senza il rischio e l'incerto di un combattimento e di uno sbarco. Ma a parte le esigenze propagandistiche, che pure hanno il loro peso specifico specie nei regimi cosidetti democratici dove l'uomo della strada in cambio della rinuncia a contar qualcosa, gode il diritto di dire anche a sproposito la sua su ogni argomento, si pensa seriamente, a Londra, ad una invasione delle nostre isole e della nostra Penisola? Obbiettivamente le Basler Nachrichten constatano che « in questo momento tanto da parte dell'Inghilterra che degli Stati Uniti, si svolge una Intensa propaganda, In particola!' modo, anzi quasi esclusivamente, contro l'Italia per quanto concerne la possibilità di una invasione ». Ma concludono: « Non è da escludere che si tratti di una manovra di diversione » in considerazione appunto delle grandi difficoltà che il nemico dovrebbe superare soprattutto per quanto concerne i trasporti; per tacere, aggiungiamo noi, delle accoglienze che tutto il popolo italiano, senza distinzioni di ceti e di età, saprebbe riservare ad esso. I neutrali tutti, sembrano concordi nel convincimento che un tentativo di invasione dell' Italia non debba essere considerato come eccezionalmente attraente dagli anglosassoni. Questo spiega il terrorismo aereo e la montatura pubblicitaria delle facili, ma non gratuite incursioni sulle nostre più belle, più insigni, più doviziose città. Ma è un metodo destinato a far cilecca. L'Italia saprà difendersi, l'Italia si difenderà con la' durezza che le è propria. Provare per credere. E. D.

Persone citate: Basler, Churchill, Nolte, Stalin