AH, LE DONNE! di Francesco Argenta

AH, LE DONNE! AH, LE DONNE! prima dell'uomo, senza per la verità e i e a i n a n n meditata condanna. Ma i sociologi ed i filosofi hanno tolto la donna dal piedistallo su cui l'hanno collocata i poeti, ed i psicologi, attraverso la vivisezione della sua personalità, hanno completata la stroncatura. Quello che era pregiudizio prevenzione sospetto, è, oggi, certezza: la donna, in confronto dell'uomo, ha una migliore capacità di osservazione, una più fine e penetrante capacità di investigazione, una percezione, anche, più rapida e pronta, ma la sua credibilità è infinitamente minore: ella possiede, infatti, In confronto dell'uomo, una tendenza alla mendacità infinitamente maggiore. Non c'è da gridare al crucifige per que sto, nè s'ha da richiamare la vecchia severa sentenza del l'Ecclesiaste, che giudicava ia donna «più amara che la morte », ma le deduzioni che se ne possono trarre non portano a soluzioni felici. La bugia come difesa? Sono stati Heymans e la scuola di Gottinga a far luce definitiva sui caratteri della psicologia femminile. Si sa da queste indagini e da queste esperienze, che nella donna predomina il subcosciente sul cosciente e sull'incosciente: che essa possiede una. maggiore sensibilità dell'uomo, una emotività particolare, un'intelligenza e una Immaginazione differenti. Le attività endocrine influiscono su di lei attraverso 11 ciclo sessuale e tutta la sua vita è dominata da questo elemento, la cui apparizione lascia tracce profonde, ed il cut tramonto dà luogo a scompigli d'ordine patologico e conduce, talvolta, ad attività criminali. Ma non è solo il fatto sessuale che influenza, tiranneggiandola, la personalità femminile. Heymans ha osservato nella donna la ripercussione di influenze ancestrali, di carattere storico, che discendono dalla situazione di inferiorità — familiare e sociale — in cui è stata tradizionalmente tenuta in passato ed è mantenuta tuttora in molte classi sociali. A queste influenze si vuole riallacciare la facoltà di simulazione che è propria della donna e la sua tendenza alla menzogna; la finzione ed 11 mendacio sarebbero, in sostanza, per lei, una necessità della vita, una conseguenza della « lotta per la vita » che le è stata imposta in passato, qualcosa di analogo alla bugia-difesa cui ricorre con tanta frequenza 11 fanciullo. Ma quale che sia la genesi, è certo che il fenomeno esiste. E non lo registrano solo i psicologi attraverso le esperienze di gabinetto, lo rilevano i giuristi attraverso la realtà, cosi spesso drammatica, della vita giudiziaria : « Le ragioni delle sue menzogne sono infinite: la donna può mentire perfino senza ragione, per una abitudine mentale, od anche iOltanto per rendere più interessante la sua deposizione ». E qui si profilano certe fatali caratteristiche del processo psichico femminile. L'uomo ricerca la verità, la donna si appaga delle apparenze che ne fanno le veci: ella confonde la verità con la apparenza della verità. E a ciò e portata non solo dalla Incapacità di acquistare e far funzionare nella loro pienezza i meccanismi della inibizione, ma dalla costituzionale negazione alla obiettività, dall'esagerata e quasi morbosa tendenza al soggettivismo ond'è dominata. Cotesta tendenza, secondo i psicologi, non è altro se non una disposizione manifestamente infantile, una facoltà dlacriminatrice assai minorata. Ma la donna non se ne dà conto e proletta 11 suo soggettivismo sul fatti. Se l'avvenimento ha del richiami o qualche Interesse per lei, ella, in virtù delle sue qualità emotive e sensitive, lo percepisce come vorrebbe, non come è effettivamente. Ed ecco che la menzogna, anche quando non è meditata e riflessa, fiorisce in lei egualmente: spontanea inconsapevole inavvertita. I merletti e le tresche Del resto, In contrasto coll'assioma che le cose sono, la donna è portata dalla sua psicologia a preferire che le cose otano: l'oscura lotta tra l'Io e VBs, che affatica ancora i psicoanalisti! Eppure, a dispetto di tutto questo, la donna potrebbe essere un testimone eccellente. Se gli uomini contestano che la sua intelllgeSiza sia pari alla loro, non le disconoscono, invece, una maggior perspicacia che, congiunta ad una più accentuata capacità di osservazione e ad una maggiore agilità nella sfera affettiva, nonché alla vi vida ricchezza dei sensi, fan no teoricamente della donna una prodigiosa reglstratrice dei fatti e degli avvenimenti Racconta Houdin di aver conosciuto delle signore che, avendo visto un'altra signora passare a gran corsa in una vcpitgmmmlpltcslalretpbanglplp«llldvdacnmsns ono osservatrici eccezionali, ma scam sono terribilmente facili alla menzogna i a i o i e a a i e a vettura, avevano avuto sufficiente tempo, in quell'attimo, per analizzare la sua toeletta in tutti 1 particolari, e per potere non solo descrivere il taglio e la qualità della stoffa, ma financo per stabilire se 1 merletti erano confezionati a mano o a macchina. Venatura di perfidia Ed egualmente prodigioso è l'intuito femminile nel sorprendere 1 moti più intimi dell'animo umano, ì segreti aneliti, gli inespressi tormenti. Secondo Altavilla, la virtù di osservatrice della donna « eccelle per tutto ciò che si riferisce alla sfera affettiva e sessuale ». Un giovane ed una signora si incontrano in un salotto e sono attratti da una simpatia reciproca, ma conservano il più impeccabile contegno. Orbene, gli uomini che assistono all'incontro non si accorgeranno di nulla, ma le donne coglieranno ogni sfumatura dell'atteggiamento del due e sapranno anche dire se dissimulano con l'Indifferenza la simpatia da cui si sentono accesi. « Domani, esse sapranno dell'adulterio imminente quando la signora è ancora sicura della sua virtù... ». E quando l'adulterio sarà consumato, non vi sarà cautela che possa eludere le implacabili osservatrici, a cui « non sfuggono un fugace sorriso, una stretta di mano, una qualsiasi minuscola manifestazione del legame che si cerca nascondere ». E' ovvio che queste attitudini prodigiose all'osservazione, alla penetrazione del fatti e delle manifestazioni umane èlbèthtI ss. , ,„■.„ -il*^?_t!?.r.i5?nle,lte-.dÌlla.doI!-|na un mirabile testimone allorché la tresca o la vicenda sentimentale sfocia nel dramma ed il dramma ha il suo epilogo nelle aule della giustizia. Senonchè alla ribalta giudiziaria, la testimonianza della donna giunge, nove volte su dieci, viziata. E quando non è quella venatura di perfidia, che entra tanto spesso nelle sue manifestazioni, o la innata e costituzionale tendenza alla menzogna a produrre il fenomeno, è la passione, della quale si è detto che rappresenta nell'ordine affettivo quello che è l'idea fissa nell'ordine intellettuale; è la simpatia o la antipatia, facili a trasformare la testimonianza, da semplice narrazione, in critica o in fenomeno affettivo, facili, anche, a determinare veri e propri stati di autosuggestione e illusioni deformatrici della realtà. E non basta, che a viziare la testimonianza femminile in senso più o meno acuto, ma tale, sempre, da incidere sulla verità, soffocandola largamente, intervengono ancora altri fattori: la paura, la facile fatigabilità della donna, la instabilità del suo processo attentivo, ecc., a prescindere dal fatto che la donna ha una concezione tutta sua della giustizia, secondo segnalava già Schopenhauer: « Le donne sono pietose ma sono Inferiori agli uomini in tutto ciò che tocca la giustizia, la rettitudine la scrupolosa probità. Cosi l'ingiustizia è 11 principale difetto femminile; ne è causa la debolezza del loro criterio e ciò che ne aggrava ancora il difetto è che la natura, privandole della forza, le ha ricompensate con l'astuzia ». Del resto, in più di un caso. è fallita, per la donna, anche la prova del riconoscimento, nella quale ha una indiscutibile superiorità sull'uomo. Ed è fallita non per l'accidentalità a cui questa prova è umanamente esposta, ma per le torbide accidentalità che sono tipiche della sua psiche, e che hanno influenzato il processo ricognltlvo, cosi largamente condizionato all'azione del subcosciente. Il primo e più clamoroso errore giudiziario del tempo moderno, quello verifiI catosi nel processo per l'uccisione del corriere di Lione — sei erano i colpevoli e sette teste rotolarono nel paniere della ghigliottina — risale, in sostanza, all'errato riconoscimento, da parte di due donne del. povero Lesurques. Costui entrava con Guénot nel gabinetto del giudice Istruttore e le due donne — Santon e Grossetète — che attendevano nell'anticamera, ebbero un brivido, un rapido scambio di impressioni e nel due credettero di riconoscere due degli assassini. Guénot provò un alibi trionfale e fu assolto, ma Lesurques andò alla ghigliottina. La sua capigliatura bionda aveva la stessa tonalità della parrucca che uno degli assassini portava in quella sera fatale. E quando costui — Dubosc — fu acciuffato, le accusatici di Lesurques non lo riconobbero... Veritiere nella maternità? Tuttavia, sulla veridicità della testimonianza femminile grava un'altra tara. E, rispetto a questa, le • donne sono davvero Incolpevoli. E! ila tara che discende dal fe- -|nomeni morbosi che intervengono negli stadi di cri¬ a . , a a è è a e , i si sessuale. E la gamma di questi fenomeni è infinita; dà luogo ad un capitolo eccezionale e drammatico — come vedremo — nella storia della mendacità femminile. Ma la costituzionale tendenza femminile alla mendacità ha le sue soste, le sue parentesi, le sue eccezioni: i psicologi, messi sulla strada dai biologi, hanno scoperto una influenza favorevole della maternità sulla testimonianza; allorché si compie il processo della maternità, la tendenza femminile alla menzogna svanisce. E questo, secondo i biologi ed i psicologi, significa che la maternità è una concentrazione della energia fisica ed una vita spirituale più ricca: un vero stato di grazia, anche agli effetti della giustizia! Francesco Argenta

Persone citate: Altavilla, Heymans, Santon, Schopenhauer

Luoghi citati: Lione