Quindici aerei nemici

Quindici aerei nemici Quindici aerei nemici abbattuti dalla caccia e dalla contraerea Il porto di diserta bombardato le prime granate dirompenti ecco il compatto stormo dei bombardieri americani. Tre, sei, nove, dodici, Quindici, diciotto apparecchi. Ecco i fitti grappoli delle bombe di grosso calibro. Ecco le enormi fontane d'acqua e di polvere erompere verso il cielo. Ecce l'assordante rombo degli schianti investirci da ogni partg. Nel frattempo, eseguita una veloce virata sulle nostre teste i pirati presero la fuga verso il mare aperto. E sarebbe bastato questo primo saggio della loro bravura, questa prima palese dimostrazione della loro assoluta mancanza di coscienza, dato che mollarono il carico senza attardarsi un solo istante a discriminare gli obbiettivi da battere, per convincere noi tutti quanto essi non si preoccupassero affatto, purché le bombe fossero cadute dove esisteva qualche opera in muratura, dell'inutile distruzione che potevano seminare. Invece, poco dopo, ecco sopraggiungere la seconda ondata dei Ltberatar. Sempre sul battello, in modo di seguire il volo e la manovra della formazione di miglio in Miglio. Stavolta invece che dal nord gli aerei giungono dal litorale etneo. Pare puntino anch'essi verso il porto su cui, immagino, potrebbero poi disporsi convenientemente per lo sgancio in modo di non scaricare a casaccio, come hanno fatto gli aerei della prima ondata. Ma ancora sul cuore della città, anche le loro bombe si sgranano sulle case e in mezzo alle piazze. Poi è la volta della terza ondata che, presa da fretta ancora maggiore, sgancia addirittura al margine esterno della parte a monte della cortina di polvere sollevata dalle esplosioni dell'ondata precedente. Poi, sempre più veloce, U quarto stormo dei bombardieri semina ferro e fuoco nella gran nube che si eleva dai tetti delle abitazioni distrutte. E cosi la ouinta e ultima ondata. Uscita dai rifugi Sceso infine a terra, mi è poi bastato percorrere la zona maggiormente colpita per non avere più alcun dubbio circa le deliberate intenzioni e circa la selvaggia incoscienza dei pirati dell'aria. Una fila di case dietro l'altra, una strada dopo l'altra, un viale in-seguito all'altro. Diradandosi intanto l'acre nembo di fumo vidi poi uscire la gente dai rifugi. Uomini e donne del popolo che si avviavano lentamente verso le loro dimore per raccogliere il poco che il crollo aveva risparmiato. Operai e artigiani che si avvicinavano cauti alle loro botteghe distrutte per raccattare qualche attrezzo con cui poter riprendere altro ve il consueto lavoro. Durante V incursione oltre alle numerose bombe gli americani seminarono anche voluminosi pacchi di manifestini su

Persone citate: Durante V, Pare