Il ritorno in patria

Il ritorno in patria Il ritorno in patria del primo contingente di prigionieri |f . !ìestaz,1°m,d,l,.ail?I?aUa_ 5* ' Napoli, 27 maggio. Stamane col treno proveniente da Brindisi è giunto a Napoli il primo scaglione di reduci dalla prigionia per scambio col nemico. Alla stazione erano a riceverli il Segretario federale con altri gerarchi, il comandante della difesa territoriale, ufficiali superiori e una rappresentanza di Camicie Nere. I reduci giunti nella nostra città sono circa duecento, essendo stati gli altri inoltrati durante il percorso alle loro rispettive destinazioni. L'arrivo del treno, che. era adorno di scritte patriottiche inneggianti al Re e al Duce, avvenuto fra fervide mani- e i a d e l a g g a i i d . t l te della folla del viaggiatori e dei reduci che, affacciatisi ai finestrini, acclamavano al l'Italia, al Re e al Duce. Ufficiali e soldati rimpatriati, dopo aver ricevuto 11 saluto delle autorità che si sono fraternamente Interessate delle condizioni di ciascuno, sono stati condotti al poeto di ristoro dove donne fasciste con alla testa la fiduciaria provinciale hanno distribuito loro generi di conforto. I reduci, dopo aver esaltata l'abnegazione dei Cappellani militari che si sono sempre prodigati in tutti i momenti a favore dei fratelli di prigionia, sono stati concordi nello stigmatizzare il cattivo trattamento usato a ufficiali e soldati, senza distinzione di grado, specialmente dagli inglesi. II caporal maggiore Ciao Angelo, reduce dai campi di concentramento di Egitto e del Sud Africa, ha narrato come in questa ultima località 1 prigionieri, con legno e lamiere di ferro, avessero costruito modellini di navi da guerra, cannoncini e armi, piccole biciclette e molti altri oggetti, organizzando cosi una vera e propria mostra artistica. La mostra ebbe grande successo e numerosi furono gli acquisti da parte degli inglesi. Il colonnello Blumber comandante del concentramento, vivamente impressionato per l'arte dei prigionieri italiani, ebbe a dire che se si fosse sentito sparare del colpi di cannone all'interno del campo il fatto non avrebbe destato in lui alcuna meraviglia, data l'intelligenza e • l'abilità dei soldati italiani. Il caporal maggiore Aloisi Antonio del lO.o artiglieria, internato prima in un campo di concentramento in Egitto e poi all'ospedale, ha raccontato che una sera nel campo di concentramento la radio inglese annunziò che sarebbero state trasmesse notizie da casa da parte dei famigliari del prigionieri. Tale speranza però fu subito delusa dal fatto che fu invece iniziata una trasmissione che cominciava con le parole: «-Siamo italiani e parliamo agli italiani », trasmissione che non era costituita altro che da un cumulo di falsità sulle vicende della guerra c di volgari invettive e ingiurie contro il Regime e le sue istituzioni. Dal campo partirono urla di protesta e qualche sasso. Intervennero gli ufficiali inglesi. Ma la radio fu fatta tacere. (Stefani)

Persone citate: Aloisi Antonio, Ciao Angelo, Duce

Luoghi citati: Brindisi, Egitto, Italia, Napoli, Sud Africa