" E' ora di finirla con la fame, le torture, i lavori forzati e le prigioni bolsceviche,,

" E' ora di finirla con la fame, le torture, i lavori forzati e le prigioni bolsceviche,, " E' ora di finirla con la fame, le torture, i lavori forzati e le prigioni bolsceviche,, Berlino, 27 maggio. n zia nia rappresentante dell'agen« Stefani » per la Germana avuto modo di incontrarsi in questi giorni, con due dei maggiori esponiti del movimento volontaristico russo in lotta contro il bolscevismo. Essi hanno ampiamente illustrato le origini le ragioni e le mète del movimento, spiegando come l'idea della liberazione della Russia dal giogo bolscevico abbia trovato il terreno maggiormente favorevole proprio in coloro che si possono definire i veri rappresentanti del popolo russo, alieni da qualsiasi forma di partigianeria settaria. Il rapido diffondersi della generosa idea ha creato la base e le premesse del movimento, che ha condotto alla costituzione del comitato russo per la liberazione. La riunione costitutiva del comitato stesso, cui hanno partecipato vari generali, oltre duecento ufficiali superiori, e le delegazioni delle varie armi e specialità della truppa, già tutti appartenenti all'esercto rosso, ha approvato per acclamazione il seguente proclama che riassume e compendia l'origine e le mète del movimento volontaristico antibolscevico. « Fummo e rimarremo russi > n proclama, consegnato nel suo testo integrale al rappresentante della «Stefani», è del seguente tenore: « Noi ex combattenti e comandanti dell'armata rossa, entrati nelle file del movimento russo di liberazione, intendiamo fissare nel ' presente proclama il nostro atteggiamento ned confronti del bolscevismo che per un quarto di secolo ha oppresso la nostra Patria. Noi abbiamo vissuto sotto il giogo bolscevico, abbiamo frequentato le scuole bolsceviche, abbiamo lavorato nelle imprese e sotto la tirannide delle autorità sovietiche, ed abbiamo anche assolto il nostro compito di soldati nelle file dell'esercito rosso. c Ora, schierandoci dalla parte di coloro che lottano contro il bolscevismo, sentiamo il dovere di spiegare perchè abbiamo fatto tutto questo, e quali sono i motivi che ci hanno spinti a seguire questa via- Noi non abbiamo proclamato la santità della lotta antibolscevica per delle ragioni di odio personale: ognuno di noi ha nelle vene il sangue del popolo russo; ognuno di noi è figlio fedele della terra'russa; ognuno di noi conosce le sofferenze imposte alla nostra Patria sotto il dominio di Stalin. Troppe furono le indescrivibili sofferenze che ab biamo visto infliggere al popolo russo ed agli altri popoli del nostro paese: lavoro forzato nelle città, schiavitù nei villaggi collettivizzati, giogo sotto il predominio ebreo, martirio nei sotterranei della « Ghepeù » e nei campi di concentramento. «Tutti questi atti di terrò re si sono aumentati ancora negli ultimi tempi in virtù della guerra, guerra durante la quale sono stati versati fiumi di sàngue russo. E tutto questo abbiamo sofferto soltanto perchè Stalin ed i suoi accoliti potessero opprimere il popolo russo. Tutto questo affinchè i capitalisti inglesi ed americani potessero continuare a sfruttare le proprie colonie, affinchè il capitalismo ed il bolscevismo potessero tentare di conquistare il dominio del mondo. «Per tutto questo il popolo russo deve ora versare il suo sangue e sacrificare la vita dei suoi figli migliori? E' dunque dovere di ogni russo quello di assistere e di collaborare con tutte le sue forze alla liberazione della sua patria, di schierarsi nella lotta contro il bolscevismo, di contribuire alla conclusione di questa guerra sanguinosa e alla costituzione di una nuova Russia. Il bolscevismo è il nemico mortale del nostro popolo. Al pari del nostro popolo noi odiamo il bolscevismo con tutte le nostre forze. « Da venticinque anni perdura il dominio bolscevico; da venticinque anni dura la lotta sanguinosa crudele ed ininterrotta tra popolo e potenza dell'usurpatore. Né la fucilazione nè il carcere nei compi di concentramento sono però riusciti a piegare il popolo russo. Nessuna propaganda e nessuna ideologia inculcate con la forza sono riuscite a fare si che i russi onesti si tramutassero in bolscevichi. Fummo sempre siamo e rimarremo russi. La mèta da raggiungere « Nelle spaventose condizioni create dal sistema di terrore di spionaggi instaurato dai soviet! non abbiamo potuto però da soli, senza, un qualsiasi eluto dall'estero, coordinare i nostri sfurzi per conseguile il rovesciamento deiTediato regime nemico del popolo. Solo oggi, basandoci sull'aiuto del popolo tedesco, che combatte anch'esso contro il pericolo rosso, ci viene offer- alfine le nostre aspirazioni. « H nostro pensiero costante sulla lotta contro il bolscevismo, sulla fine della guerra, sulla conclusione della pace onorevole e sulla creazione di una nuova Russia liberata dal bolscevismo -e dal capitalismo è anche" chiaramente espresso saUa lettera aperta del gene¬ WCl H.VJIU A >/OOV, ti V 1V11V «.'liti" ta la possibilità di realizzare rale Andrey Andreyevic Vlas-1 so w. I «Il generale Vlassow-interpreta esattamente il nostro pensiero: egli rappresenta le vere aspirazioni di tutto il popolo russo ed in ciò appunto sta il significato e la forza del suo movimento. La lettera aperta del generale Vlassow non vuole rievocare le antiche e tramontate forme di vita e di governo superate e travolte dalla rivoluzione. « Vlassow ci indica la mèta da raggiungere: condurre a termine la rivoluzione nazionale per creale il migliore avvenire della nostra patria. Conosciamo il generale Vlassow e crediamo in lui. Crediamo nell'idea della grande lotta per la liberazione del popolo russo. « Sappiamo che soltanto attraverso questa lotta il nostro popolo potrà costruire il suo febee avvenire. E questo avvenire lo creeremo sotto la guida dei nostri uomini migliori con alla testa il generale Vlassow in una schietta e franca alleanza con la Germania, alleanza reciprocamente vantaggiosa e storicamente fendala nella grande famiglia dei popoli europei, che godono degli stessi diritti e nutrono 10 stesso amore per la libertà. « Sappiamo che la felicità del nostro riopolo dipende da noi stessi. Sappiamo altresì che il migliore avvenire del popolo russo non ci sarà donato: dovremo conquistarcelo con durissime lotte, ma siamo convinti che la nostra impresa avrà l'appoggio di tutto il popolo russo il quale sa che noi combattiamo per una causa santa e giusta. Sappiamo che dall'esito di questa lotta dipende la vita e il benessere delle nostre madri e spose dei nostri padri e fratelli, Insomma di tutto, il popolo nostro. « Per questa causa non è doloroso versare il proprio sangue e donare la propria vita. Non abbiamo alcun ti-\ more delle difficoltà, dei sacrifici che richiederà la lotta contro il bolscevismo, nemico mortale del popolo russo. CI illumina e ci guida la grande idea della creazione di una nuova Russia; ci sospinge il nostro ardente desiderio della libertà, di onore e di giustizia.: il glorioso passato del nostro popolo ci addita il cammino che dobbiamo seguire. In testa alle nostre colonne marcia un uomo dotato di grande esperienza. Egli ci guiderà certamente alla vittoria. Invitiamo tutti i russi a schierarsi sotto le bandiere dell'armata liberatrice. Fratelli ed amici russi! Seguiteci nella lotta contro il bolscevismo! Ovunque voi slate, al di qua o al di là delle frontiere, nel campi di concentramento e nelle file delle armate rosse, ascoltate il nostro appello, ascoltate la voce della vostra coscienza, lottate perchè la guerra abbia termine. Lottate per la conclusione di una pace onorevole. Lottate per la fortuna della nuova Russia. Schieratevi nei ranghi dell'esercito della liberazione che combatte per la vostra causa. «E1 ora di finirla con la fame, le torture, i lavori forzati e le prigioni bolsceviche. Troppo sangue russo è già stato versato per interessi stranieri. La Russia è nostra. 11 passato del popolo russo è nostro. Il futuro del popolo russo ci appartiene in pieno per la santa causa della nostra Patria. Combatteremo fino all'ultima stilla di sangue per la felicità del nostro popolo ». Nella tragica foss SE L'ASSE PERDESSE... I piccoli Stati europei alla mercè della Russia Stoccolma, 27 maggio. A Washington la sorte dei piccoli Stati europei dopo là guerra è oggetto di numerose discussioni. Il noto giornalista americano William Simms scrive nel New York Telegramm che, in caso di vittoria alleata, sarà Mosca e non la Gran Bretagna a tenere le chiavi della situazione politica in Europa. Se la Russia si annettesse o suddividesse qualcuno dei suoi vicini minori, o costringesse altri Stati ad accettare governi filo-sovietici che essi non vogliono avere, si scatenerebbe un odio tale da provocare una nuova guerra. Il grande problema attuale è, più che la posizione del Comintern, l'atteggiamento di Stalin nei confronti del vicini della Russia. Il terro

Persone citate: Andrey Andreyevic Vlas, Stalin, William Simms