Cinema e intelligenza

Cinema e intelligenza Cinema e intelligenza sicali, per la delizia dell'ascoltatore periodicamente' offerte da teatri Urici e da sale di concerto; sono passati alcuni aspetti di tutta una « moda », è rimasta l'arte. Ma oggi, di questo benedetto cinema, si conoscono alcuni titoli di film, che non è possibile vedere o rivedere; la cosidetta letteratura che, parca e attenta, attorno a quei film si è adunata, si perde in un subisso di imbonimenti e di pacchianerie che ricordano il baraceone da fiera dove appunto il cinema nacque; l'esigenza dello spettacolo per lo spettacolo, la famèlica voracità dell'* affare » cinematografico che per le sue migliaia di sale esige ogni anno migliaia di film, è fatta per disorientare o per addirittura disgustare chi d'un tratto si accosti allo schermo; e di questo malessere si hanno segni frequenti, polemiche di giovani, disagio di anziani. E', certo che oggi il cinema è a una svolta. Troppo ha lasciato intravvedere ciò che potrebbe essere e non è. Troppi nuovi tentativi si sono poi ripiegati su formule stxinche. Troppo si è detto contro il teatro e il romanzo filmati, e quelli più che mai imperversano. Troppo si è detto per un ritorno ai fondamentali valori della pura visione, e guata si fa sempre più rara, sparuta. Gli intelligenti esqrtiano, incitano, denunciano; risponde loro l'apatia soddisfatta dei pingui Incassi. Intanto la « Tecnica » moltiplica i suoi accorgi' menti, le sue risorse; lo strumento si fa sempre più complesso, esige energie ed energie per essere soltanto correttamente adoperato; sembra quindi quasi inevitabile che autanttefte ricerche d'arte siano sempre rinviate al domani; e tutto ciò è comune a ogni Paese. Questa svolta il cinema la supererà in un modo solo : con il rivelarsi di nuovi, veri artisti. Polemiche e ricerche possono prepararne, auspicarne la apparizione; non possono però determinarla. Dissodano il terreno, ne fanno un humus propizio : per un seme che non si può in nessun luogo acquistare. Ma è già molto importante che i migliori si siano dati a quell'apparentemmte modesta e sacrificata fatica. Anche in Italia si stanno adunando vo lumi e volumetti, fascicoli e numeri unici, j quasi sempre pregevoli, interessanti; Bian- glia, ed è spiritualmente confermato dal motto che carica la nostra impresa (Sufficit animus). « Togliere le tenaglie alle carlinghe per convertire i nostri Caproni 600 Hp. in usuali apparecchi da bombardamento è una - forma inattesa e ini meritata di destituzipne; la quale comporta la dolorosa rinunzia del sottoscritto al Comando di una « Silurante Aerea » ridotta ad una vana millanteria. ' « Voglia la Signoria vostra perdonare l'ardimento della rimostranza a chi troppo è stretto dal rammarico di vedersi disarmato nell'ora in cui i suoi sforzi erano forse coronati dalla non solita fortuna E non tolga ad un piccolo gruppo di combattenti l'occasione di mostrare, anche una volta, un ardore di sacrificio che è pari all'orgoglio di aver meritato dal Capo il più severo dei compiti ». L'appello di Gabriele D'Annunzio venne accolto. E il Poeta fu veramente l'iniziato re della più moderna speda lità aerea. Il prof. Bruers ricorda an che un'altra frase miracolosamente lucida di Gabriele D'Annunzio, sempre a proposito degli aerosiluranti. Nel 1919 il Comandante ten ne agli aviatori adunati a Centocelle il discorso: L'Ala d'Italia è liberata. Nel discorso era questa frase: «Il Comandante della Prima Squadriglia Navale Siluranti Aeree ha l'onore di dirvi che basteranno duecento siluranti aeree ad aver ragione di tutta la massa navale britannica nel nostro Mediterraneo ». *** Credevo fosse una panzana. Invece la notizia è stata riprodotta, con tutta serietà, da moltissimi giornali, anche specializzati in argomenti aero nautici. Ai Comuni il Sottose gretario • dell'Aria britannico, Balfour, ha risposto ad una precisa interrogazione di alcu ni deputati. Il signor Balfour ha dichiarato che i supremi gestori della R.A.F. sono in rapporto con acutissimi sismologi per consideiare la possibilità di bombardare violentemente il Vesuvio, al fine di provocare il terremoto a Napoli. Maner Lualdi co e nero e le sue edizioni hanno perduto quella pàtina un po' accademica che all'inizio avevano, ed era forse necessario che avessero, se non altro come relazione; Cinema pubblica fascicoli sempre più spregiudicati e concreti, annuncia una sua collana editoriale; ed è ormai frequente l'apparizione dì volumi con diversissime sigle, e tutti con comuni accenti. Due giovani Ora è Ugo Tolomei che pubblica, ampliata, una sua reta- : zione al Congresso internazionale di estetica del 1937 (Le cinema dans la sèrie des arts, Parenti, Firenze). Le sue indagini sono circospette sottili; si direbbe, sovente che proceda su di un terreno minato; di qui certi sondaggi e cèrti accenni che giungono talvolta, per vie cautelose, al risaputo; ma molte osservazioni sono acute, calzanti, soprattutto nei confronti della regìa, degli attori, della « simbiosi » della musica con il film. Più esplicito e divulgativo è Rosario Angotti (Osservazioni sul ci-.nema, ABC, Roma), vuole semplicemente indurre il lettore (vale a dire lo spettatore) a ri-' flettere suWe vere possibilità dello schermo. Sono appunti'' rapidi e stringati, saldamente' connessi da sempre accettabili criteri estetici, che gli fanno ' mettere in guardia il lettorespettatore contro la facile conifusione di una commozione sentimentale con quella arti- ■ etica: avvertenza sempre valida e proficua, ma particolarmente benefica per lo spettatore cinematografico. VAngotti mira soltanto a divulsrare, il suo è in gran parte un utile breviario per quanti su questi problemi non abbiano avuto agio di soffermarsi; ma non rinuncia a un suo contributo : come per l'attività « escogitativa » dello sceneggiatore {il quale escogita schemi di solu? ; zumi, da proporre al regista)'; ' come per la contrapposizione ' fra il binomio immayine-ritmò e l'equivoco narrativo (vale a dire fra avanguardia rettamente intesa e l'americani-amo); come per la previsione che se il cinema non si riscatterà con i mezzi che gli sono proprii la sua parabola decadere, come quelle assai più modeste del circo e dell'operetta; come per le derivazionidalla danza, intesa come primitivo mezzo di espressione. Il' suo acceso fervore lo spinge talvolta ad affermazioni che devono a ogni costo servire la polemica; non convincente appare perciò, di passaggio, ohe nel teatro Habima to lingua arcaica abbia avuto una funzione soltanto musicale; e so-, prattutto singolare, se pure suggestivo, è un certo atteggiamento un po' da... postero. Ecco come l'Angotti compendia ciò che il cinema Ita dato finora: « Sarebbe possibile farne in questo momento una storia volendo con ciò intendere di fare una storia dell'arte cinematografica"! Riteniamo di no, a meno che no?» ci si volesse fermare al primo capitolo che potrebbe intitolarsi I primordi del cinema, con questi sottotitoli: Come venne impiegata la macchina da presa nei primi decenni della sua scoperta - Dallo sfruttamento del senso di curiosità delle masse a quello del loro ingenuo sentimentalismo - Completo asservimento della nuova tecnica all'industria». E' un atteggiamento di per sè non nuovo, e tutto giustificabile; non varrebbe allora la pena di notarlo se l'Angotti non ne facesse premessa à una sua categorica affermazione: il cinema può essere arte, ma ancora non lo è stato. Il troppo amore giunge così a soffocare la sua creatura. E che sarebbero, allora, quei pochissimi fiim che hanno dato al cinema i suoi diritti'! E ammesso che per il gusto difficilissimo dell'Angotti ancora non esista un film, uno solo, che tutto sia espressione d'arte, non si vorrà riconoscere che esìstono frammenti e frammenti che come arte possono essere considerati'! Basterebbero pochi istanti, ne basterebbe uno solo; e ogni teorica condanna dovrebbe allora cadere. Mario Gromo LIBRERIA ALDO FESTA: rocco ». itomu, L. 20. t c L.-i SjHiKiia e il MaIstituto per l'Oriente; 0. VNO GtTAKNIERI: « Si afflltimo uomini ». Unione Edltòrlnlo (l'Italia, Romu; L. w. ALBERTO CONSIfiLIO: c Napoli, la Sicilia e gli inglesi ». Ed. De CarloL. 15. UUO CFTIARATO: « Consigli pratici per i linotipisti addetti ai giornali ». Sia. oli. Poligr. Artioli. Modena- L. 8. GI.NO DAMERINI: ( Le isole Joule nel sistema adriatico ». Ispi; L. 20. ci poeti della antologia palatina », voi. IV. l'olici. < 1 poeti greci ». Ed. Zanichelli. Bologna. ERNESTO E. D0LCU1ERI: i Appunti di un fantasmas. Ed. «Idea», UdineL. 15. FJ0D0R D0STOJEVSKIJ: « Diario di uno scrittore », 1873. Ed. Einaudi, ToL. 35. rino: rino:

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Italia, Modena, Napoli, Roma, Sicilia