l'fVfffVfitemente piccolo antico e nemico dell'uomo di Antonio Antonucci

l'fVfffVfitemente piccolo antico e nemico dell'uomo l'fVfffVfitemente piccolo antico e nemico dell'uomo Nella molteplice attività dell'editore Bompiani, il quale obbedisce alla formula « dare al popolo non quel che chiede ma ctò di cui ha bisogno », una collezione gialla — soltanto per il colore della copertina —■ affronta e divulga pianamente gli aspetti più misteriosi della conoscenza. Il volume 42 si occupa del microbi, autore Ulrico di Aicheilburg, docente di microbiologia all'università di Torino. Microbo = piccola vita. Ma il microbo non è piccolo, è piccolissimo. Lo si misura col micron, millesimo di millimetro. Buoni e cattivi I microbi si dividono in buoni e cattivi. I primi vivono nell'ambiente esterno e han volontà di lavorare. Si contentano di ossigeno, idrogeno, azoto, carbonio, e ci fan del bene. E' merito loro se un letamaio diventa prezioso, se foglie, frutta e natura morta, si tramutano in terreno fertile (humus), se il pane lievita, se l'uva diventa vino e il vino aceto, se abbiamo birra, se le piante si riforniscono azoto senza pagare troppe tasse ai concimi chimici. I secondi sono pigri. Non hanno volontà di lavorare e vogliono la pappa bell'e pronta negli ammali o nell'uomo. Dotati di pazienza a tutta prova, aspettano l'occasione. Talvolta dimagriscono spaventosamente, si riducono a ben poco, come una spilla alla sola capocchia, ma poi si riprendono. Il freddo li spaventa poco. C'è chi resiste a — 200u. Il caldo eccessivo pelò li secca, nel significato letterale della parola. Sia gli uni che gli altri non hanno sesso, mancano quindi d'immaginativa e danno ra gione a Pitagora sulla potenza dei numeri, riproducendosi per scissione: 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128 E in gran fretta La divisione avviene in due o tre ore, talvolta anche in venti minuti, dando cosi origine a una settantina di generazione in un giorno. Gli infusorii (essermi microscopici, un quarto di millimetro) alla tre centesima divisione, accusano segni di stanchezza, e degenerano. Se non si uniscono con elementi della stessa raz za ma di un'altra famiglia, è la fine. I microbi, no. Essi continuano imperterriti a scindersi, come se impegnati in una dimostrazione pratica dell'eternità. Ma gli infusori appartengono al regno animale e probabilmente ragionano. I microbi, no. Essi appartengono al regno vegetale. Pare che siano alghe. Da un solo padre, dopo 24 ore, vengono fuori un miliardo di discendenti. In quattro giorni, il volume di un solo microbo raggiungerebbe quello della terra. In pochi secoli ne sarebbe occupato tutto il mondo visibile. Se ciò non avviene è per l'ingrata necessità di nutrirsi e per i molti nemici. I microbi nacquero nel 1835 per merito del baco da seta e dell'italiano Agostino Bassi che ne studiava una malattia. Vogliam dire, che furono iscritti all'anagrafe soltanto allora. Prima vivevano in incognito. A quelli buoni, nessuno badava, per gli altri si parlava di « cattivi spiriti », di punizioni celesti per i peccati dell'uomo, quando non c'erano di mezzo streghe, comete, congiunzioni astrali jettatori. Una volta scoperti. ì microbi cominciarono ad essere catalogati, e presi d'assalto se perniciosi. Ebbero un nome specifico secondo le malattie, ed uno generico, secondo la varia forma: batterti, bacilli (bastoncelli diritti), vibrioni (a mo' di virgola), spiniti ■ spirale), cocchi (tondi), diplococchi (a coppie), streptococchi (a catenelle), stafilococchi (a grappoli d'uva), spirochete (filamenti sottili)... Però il microbo non è il più piccolo nemico dell'uomo: lo supera il virus. In fatto di volume, il microbo starebbe al virus come un pisello a un puntino sulla i. E non si sa cosa sia. Si sa che produce una settantina di malattie, tra mondo e animale e vegetale, contro una trentina dei microbi, ma se ne ignora la natura. Lo chiamano un quid infettante. L'uomo è riuscito ad isolarlo mediante macchine centrifughe dai girl vorticosi. Sugli 80 mila girl, esse raggiungono 400 mila volte la forza di gravità della terra. Che fanno i fagociti II corpo umano accoglie molto severamente i suoi nemici quando superano la cintura protettiva della pelle e delle mucose. Non è ben chia, ro che cosa succeda ma pare che gli invasori siano subito affrontati dalla difesa, costituita essa pure da microrga nismi, i batteriofagi (mannatori di batterli). Paolo Re boux cosi descrive l'avvenimento: « I batteriofagi sono esseri cosi piccoli che è impossibile vederli, anche al microscopio. Ma sono dotati di una attività straordinaria. Essi hanno orrore dello stafilococ co dorato. In un foruncolo dove prosperano questi stafilococchi, felici, comodi, beati, iniettate una siringa di batteriofagi. Essi si precipitano all'assalto degli stafilococchi dorati. Il batteriofago entra nello stafilococco per un bu co. Non si vede il batteriofago ma si vede, al microscopio, il buco che scava. E quando il batteriofago si è installato nello stafilococco, fa bambini. Almeno una quarantina l'ora. Lo stafilococco dapprima trova ciò assai spiacevole. Poi s'inquieta, poi sente gon fiarsi. Gonfia, gonfia, esplode ». Meno poeticamente, il di Aichelburg accenna anche all'ipotesi che la morte del microbo avvenga per indigestio ne di batteriofagi. Purtroppo succede spesso che la battaglia di frontiera sia perduta dalla difesa." II microbo entra nel corpo urna- tensa di tristezze e piena di ansie. Sei della mia razza migratoria, come certi uccelli che non fanno il nido, perchè non saprebbero dove farlo, e che, pur conoscendo l'inutilità di fare il nido, ne ht-nno il rimpianto. Il conforto breve e deludente di qualsiasi compagnia, se non finisce diventa sconforto di catena, e, se finisce, diventa rimpianto. Ma su tutto questo vigila una serenità ad occnj aperti, sull'infinito, nella quale ci domandiamo Perchè? ». Meglio, in fondo, che Siam cosi: mostruosi. Altrimenti saremmo molto monotoni: ricettivi, e non forza di creazione. Creiamo, e, nello stesso tempo, distruggiamo mondi ». Cor rispondenza con i lettori: 3 Sonia risponde a Una sposa di Signa: « ... Posso assicurarti, se ciò che mi hai detto corrisponde a verità, che tu non sei affetta da quell'ini pt-ifezione di cui temi la maligna influenza. La simpatia ed il turbamento che suscita tu te il ricordo di una ceria persona garantiscono per la tua perfetta salute, ma è però vero che, fatta questa constatazione, rimane ferma e senza risposta la domanda che tu, in ogni istante, fai a te stessa: « Perchè t ». Porrebbe risponderti un medico, ma io sono certa che tu non lo interrogherai per la stessa ragione che non interroghi veramente te stessa. Comprensibilissimo ritegno, comprensibilissimo desiderio di non arrivare alla soluzione dell'enigma, lo ti auguro che con gli anni la coni'si sistemi da sè (può benissimo avvenire) ; che tuo marito ti dia tanti e tanti motivi di gelosia e di affanno da scuotere e vincere la tua apatia ». Irene Brin no. Invade il sangue. Ma 1 suoi dispiaceri non sono finiti. Il microbo è piccolo. Abbiamo visto che si misura col micron, millesimo di millimetro. Il virus è più piccolo ancora, e lo si misura col miV limicron, milionesimo di millimetro. Ebbene, nella corsa all'infinitamente piccolo, c'è qualche cosa di ancor più minuscolo, un altro quid inafferrabile e che non si misura affatto: è l'anticorpo, creato dal sangue. Per esso, la battaglia assume un carattere di guerra chimica: il microbo, con i suoi rifiuti produce un veleno: le (ossine. Il sangue reagisce e produce le antitossine. Il tetano lancia addirittura le sue tossine, rimanendo fermo dov'è entrato. In questo caso, si può anche parlare di preparazione di artiglieria. Seguirà, se va bene, l'invasione in massa. Esperimenti audaci C'è di più. Quando i microbi nuotano nel sangue, e con esso viaggiano allegri come in un otto volante, alla ricer ca, talvolta; di un angoluccio da colonizzare, d'improvviso, fegato e milza captano come spugne più sangue del solito, rallentandone la corsa. Come spauriti, i microbi si aggrap pano alle pareti, dove sono agguantati da cellule specializzate che li divorano. Queste cellule sono fisse e si chiamano fagociti. A pasto ultimato, i fagociti si staccano e vanno tra i rifiuti come minuscole bare. Al loro posto, sentinella nuova, subentra un'altra cellula. Anche 1 nervi influiscono nella battaglia antimicroblea, Essi eccitano il corpo al combattimento, e, forse, emettono pure onde microbicide. E1 indubbio che l'intensa volontà di guarire costituisce di per se stessa una medicina, I microbi si possono addomesticare. Ce ne sono di docili e di ribelli. Le spirochete hanno un carattere difficilissimo, i gonococchi e meningococchi vogliono mutar pasto ogni due giorni, ma i più si contentano di un brodo di carne di bue, latte siero, uova, agar (un'alga). Lì, scialano. La vita comoda li intenerisce, !i rende buoni. La loro virulenza si attenua e scompare Tipica, in proposito fu la polemica tra 1 dottori Koch e Pettenkofer. Il primo era un mago dei microbi. Il secondo non credeva alla loro esistenza, ed era talmente rabbioso nella negativa che ingoiò addirittura una certa quantità di vibrioni del colera, t ^vati dal Koch. Ma, poic a si trattava di microbi allo stato domestico, non ebbe quei dispiaceri che meritava. Il famoso vaccino B.C.G. ideato da Calmette per immunizzare i bambini contro la tubercolosi, non era altro che il bacillo della tubercolosi allevato per 13 anni. Diventato buono, esso si oppone alle malefatte dei cattivi. Nella lotta antimicrobica si sono prodigati, e si prodigano, geni di ogni nazione, ed è fausto perchè i microbi, a diferenza delle piante e dell'uomo, sono cosmopoliti. In qualche zona della terra l'uomo si trova a disagio e magari non si riproduce più. Il microbo, no. I risultati sono più che brillanti. Da qualche tempo, i sulfamidici hanno dato un colpo di grazia ai cocchi di qualsiasi specie, riducendo così la polmonite, ed altri fastidi, a spauracchi sopportabili. Ed è una lotta dove non mancano eroi, pronti spesso ad offrire la propria persona per gli esperimenti più audaci. Un Seller s'inietta il virus dell'influenza per dimostrare che non era dovuta a un microbo (in realtà essa dipende dall'alleanza tra un microbo e un virus), un Maisonneuve si inietta la sifilide per dimostrare che una frizione al calomelano di Metchnikoff, effettuata un'ora dopo, ne impedisce la diffusione, il che è dubbio. Memorabile nelle sue beffarde congiunture, è il caso del medico italiano Valli. Egli si trovava a Costantinopòli durante un'epidemia di peste. Improvvisamente, pensò che la peste "e il vaiuo'.o non potevano convivere in uno stesso organismo. In tal caso il vaiuolo avrebbe costituito un rimedio. Per vederci chiaro, egli si contagia volontariamente di vaiuolo e di peste. Non ha danni, ma, poco dopo prende la peste per via ordinaria. Ritornato sano, parte in guerra contro la febbre gia'.Ja. Per dimostrare che essa è unicamente di origine microbica, odora camicie di ammalato e se le strofina sulla pelle, atto indubbiamente eroico, allo stato delle cognizioni di allora. Il diavolo della febbre gialla — furioso per tutto l'alone di terrore superstizioso che in tal modo scompariva — gli mandò una zanzara, unico veicolo della febbre s'essa, che lo punse e lo uccise. Antonio Antonucci

Persone citate: Irene Brin, Koch, Maisonneuve, Metchnikoff, Paolo Re, Pitagora

Luoghi citati: Signa, Torino