Per l'autarchia alimentare

Per l'autarchia alimentare Per l'autarchia alimentare Una cultura di primato italiano in Europa : il riso Lltalia non ha soltanto il primato europeo per la quantità di riso prodotta ogni an\ no, ma pei progressi tecnici \ colturali che essa ha saputo raggiungere. Nessuna coltivazione ha fatto in cinquantanni 11 balzo di rendimento per ettaro quale fece il riso: 90 per cento in più. Bisogna riconoscere che i risicoltori italiani sono fra i più evoluti e pronti a seguire le buone innovazioni che sono loro suggerite dalla tecnica. Merito incomparabilmente grande della benemerita Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli, che, sotto la guida insigne dell'illustre suo direttore, senatore prof. Novello Novelli e la collaborazione del valente prof. Sampietro, ha particolarmente curato l'introduzione e la creazione di nuove varietà redditive, la diffusione della provvida pratica del trapianto e il miglioramento dei metodi colturali. Da quando poi, e sono più di dieci anni, ha cominciato il suo attivissimo e fecondo lavoro l'Ente nazionale risi, al quale dà illuminata premurosa, elettissima opera il senatore conte Aldo Rossini, si può dire che la risicoltura italiana ha marciato da vera pioniera e con benefici immensi per l'economia nazionale. Da una resa unitaria media sui 19 quintali l'ettaro nel 1890, si era arrivati a quella di quasi 57 quintali nel 1940! Bisogna, a tutti i costi, mantenersi sulle posizioni conquistate. Anche agli effetti della autarchia alimentare non si può dimenticare che il riso è fra tutti i cereali quello che sulla stessa superficie di terra dà più materiale per nutrire la popolazione, e, agli effetti degli scambi con l'estero, è uno dei prodotti più ricercati. Purtroppo, e duole molto dirlo, ma è doveroso farlo, ' nell'ultima annata non solo la risicoltura italiana non ha progredito co me rendimento ma è andata un po' indietro. Sono aumentati i risicoltori come numero, ma è diminuita di circa 6 mila ettari la superficie coltivata; la produzione totale da 8.638.362 quintali del 1941 è scesa a 7.700.000, e la resa unitaria per ettaro, media, è rimasta appena a 47,66 quintali. Perchè ? Insufficienza di mano d'opera primaverile che venne dovuta sottrarre alle operazioni di monda per eseguire i trapianti; insufficienza di concimi, specialmente azotati di cui la terra, sottoposta a colture tanto intensive e forzate, ha particolare maggior bisogno. Si è letto che nell'ultima riunione del Comitato interministeriale approvvigionamenti, la questione della mano d'opera è stata ampiamente trattata e si è giunti a decisioni pratiche; quella che « la manovra di tutte le forze di lavoro disponibili risponda nel modo migliore alle esigenze della nazione in guerra» speriamo si rivolga anche alla coltura risicola. Occorre organizzare rapidamente e bene la distribuzione della mano d'opera, e, se mancasse, non bisogna ritrarsi dal prenderla, parzialmente o totalmente da stabilimenti a mano d'opera femminile che riguar ciano industrie meno necessa rie e che siano nelle vicinanze di zone a risaia. L'Ente risi ha proposto che ad allettare il lavoro in risaia, si dia diritto, oltre al compenso in danaro, a un chilo di riso al giorno per quelli che prenderanno parte all'intero periodo di lavoro nel ciclo produttivo della risaia. Quanto ai concimi azotati, è stata riservata ai risicoltori tutta la quantità disponibile, ed è sufficiente, di calciocianamide. E' da augurarsi che la distribuzione sia tempestiva ed accurata. Il prezzo del risone comune pel 1943 è stato fissato in 180 lire il quintale. Non è certo esagerazione perchè le indagini svolte dai prof. Giuseppe Medici e Giovanni Sampietro rilevano che il costo medio del risone pel produttore è appun to di 180 lire. Notevole è il lavoro che si fa in materia di produzione di sementi selezionate che l'Ente risi ha affidato alla Società Sapri. Nell'ultima annata si sono distribuiti 40 mila quintali di sementi di elevata purezza e con altissimo grado di germinabilità. La produzione di sementi selezionate è oggi sugli 80 mila quintali: il fabbisogno è di 300 mila. C'è ancora da camminare. E' grandemente lodevole l'opera di creazione di nuove elette varietà di riso che si fa alla Stazione di Vercelli dai prof. Sampietro e Chiappelli e all' Istituto di allevamento vegetale cerealicolo di Bologna. Degno di nota e di compiacimento è anche l'estendersi della risicoltura nelle terre di bonifica del Ferrarese ove il riso ha dimostrato di riuscire ottimamente. Come è sempre più promettente il bell'impianto di Pavia pel riso cosiddetto Avorio di particolare resistenza allo spappolamento: è un riso assai gradito alle Forze Armate che lo scorso anno ne consumarono 52 mila quintali. E' da augurarsi che, eliminate le cause ritardatrici della scorsa annata, la risicoltura riprenda in pieno quest'anno la " sua marcia vittoriosa verso E' FOdKsqvnècvnpprcpacmecmcastsmgfpusruescnspfaStrssslqIdtdntQspsempre nuovi progressi questione di ricchezza econo mica ma anche di onore nazio-naie. Arturo Marescalchi L'insediamento a Novara del nuovo Vescovo mons. Stoppa Novara, 24 maggio. Ieri mattina, nella nostra cattedrale si è svolto in forma solpnne il rito di consacrazione di mons. Carlo Stoppa vescovo ausiliario della diocesi di Novara. Dopo la processione dal seminario alla cattedrale ha avuto luogo il solenne pontificale durante il quale il Cardinale Maurilio Fessati, Arcivescovo di Torino, ha consacrato il nuovo vescovo assistito da monsignor Carlo Ailorio vescovo dì Pavia e da mons. Binaseli! vescovo di Pinerolo.

Persone citate: Aldo Rossini, Arturo Marescalchi, Carlo Ailorio, Chiappelli, Giovanni Sampietro, Giuseppe Medici, Maurilio Fessati, Novello Novelli, Sampietro