Lealtà di navigazione

Lealtà di navigazione Lealtà di navigazione delle nostre navi ospedale Il "Virgilio,, e P"Aquileia„ fermati in alto mare dà onità nemiche - Tetto in regola • Ma queste constatazioni non salvano dagli attacchi le nostre infermerie naviganti (DAL NOSTRO INVIATO) X. X. X.; maggio. Tra una tappa e l'altra della mia ricognizione attraverso le campagne e le città di quel settore costiero su cui maggiormente ha inveito l'aviazione anglo-americana, ho avuto modo di incontrare, alla fonda, in un piccolo porto, una delle nostre ultime navi ospedale che hanno lasciato la Tunisia pocW giorni prima che laggiù fossero interrotte le operazioni di guerra. Interrotte, dico, momentaneamente. E affatto concluse. Che questo epico conflitto, sonò molte le certezze che ancora ci riserba. Chiedetene appunto a chi ha combattuto, a chi combatte, chiedetene ai soldati i quali lianno imparato a credere e si alimentano più di fede che di speranza. Salito ' dunque a bordo del bastimento crociato, il direi torc sanitario mi ha fatto il seguente racconto: quasi un rapporto. Il fermo e l'ispezione riferirvelo medesime riferirvelo medesime E cercherò di pressoché con le parole udite da lui, senza una consideratone in più, senza un cenno di commento. Perchè nessun episodio di guerra quanto quello che udrete è mai stato cosi chiaro ed eloquente. Alle ore 9,30 del 10 ultimo scorso la nave ospedale Virgilio di ritoino da Tunisi con un carico completo di ammalati e di feriti — soldati italiani e tedeschi smistati da poche oie dai campi di battaglia —■ avvistava presso l'isola Zambia tre unità da guerra inglesi del tipo Yervis, che dirigevano su di lei per controbordo. Il primo dei tre cacciatorpediniere, giunto a breve distanza dal nostro bastimento li trasmetteva con un segnaì bandiera secondo la formula del codice intemazionale questo messaggio: « Seoultemi per visita entro baia Torcisi ». Poco dopo lo stesso Yervis sempre col medesimo sistema ordinò al Virgilio di proseguire sulla sua scia alla velocità di 13 miglia, mentre le altre due siluranti della squadriglia, invertita la rotta, si allontanavamo versò altra meta, Lenta e solenne nelle stesse acque navigava a poca di stanza una seconda nave ospedale: l'Aquileia. Sempre di poppa al caccia che gli aveva intimato il fermo, 'alle ore 12,20 — latitudine 3T e OS" nord, longitudine 10' e 25" est — il Virgilio riceve infine ordine di fermare le macchine. Quindi 10 Yervis gli si avvicina di circa settanta metri e mette a mare un motoscafo che fa rotta verso U nostro bordo. Subito dopo montano il barcarezzo un sottotenente di vascello della marina britannica, un tenente medico della riserva navale, un guardiamarina, un ufficiale giornalista in uniforme di corrispondente di guerra, un sottufficiale, quattro marinai — tre dei quali armati di fucili e pistole, uno di fucile mitragliatone — e un graduato radiotelegrafista con una piccola stazione portatile. Appena in coperta, il sottotenente di vascello invia poi sul ponte di comando tre uomini armati, dopo avervi fatto installare la stazione radioricevente. Intanto, accompagnato dal direttore della nave, il tenen te medico, dopo aver chiesto 11 numero e la disposizione dei reparti, il numero dei ri coverati e quello dei posti letto, infeta la visita nei diversi locali. Giunto nel reparto chirurgia vuole che siano sfasciati in sua presenza due feriti per sincerarsi che non si tratti di un caso di simulazione. E' al suo fianco il cor rispondente di guerra, il quale, dopo codesto infruttuoso controllo, rincappuccuL definitivamente la matita. Niente da fare. Neppure il famoso pelo nell'uovo. Niente da ricavarci. Né per lui né per lo scrupoloso ufficiale medico, che, dopo un'altra delusa scorsa in un locale in cui sono allineate le brande degli ammalati, accelera la ricognizione sanitaria. Emdentemente devono aver finito per metterlo in imbarazzo i febbricitanti occhi e le arse labbra dei feriti e degli infermi. Tutto In regola Nel frattempo il sottotenente di vascello si era fatto guidare dal vice - direttore della nave nel tunnel delle eliche, informandosi di passo in passo del tipo di ogni mac china e della, Quantità di nafta necessaria al suo funzionamento. Indi, sempre per rendersi esatto conto se il carburante dei depositi fosse stato proporzionato al numero dei gruppi elettrogeni, volle sapere quanti di essi se ne trovassero a bordo. (Arcinota è la pignoleria degli inglesi. Iviaginate quindi quando essa è alimentata dalla speranza di poterci cogliere in flagrante. Non fosse altro che per giustificare in tal modo tutte le infrazioni al le norme internazionali da essi commesse nei nostri riguardi Appunto nei riguardi, per citare un esempio, delle nostre navi-ospedale. Ma proseguiamo oltre). Controllati dunque i diversi impianti, l'ufficiale inglese volle poi visitare a uno a uno tutti i locali di prora e gli alloggi sottufficiali e le zone dei comuni, aprendo armadi, scoperchiando stipetti, frugando in ogni peitugio. perfino sotto leiti i ne Qu indi scese nelle sti- i pei ne Qu indi scese nelle sti- ve passando in rassegna ogni vano, si fece calare dove trovasi la zavorra. Infine sempre continuando a chiedere schiarimenti circa i diversi oggetti e i diversi attrezzi sui quali, di volta in volta, andava posando gli ansiosi occhi, entrò in lavanderia, si soffermò nel laboratorio degli elettricisti, nella mensa, nelle cucine, nei locali di disinfczione, ispezionò la stazione radio, la centrale contro gl'incendi e per ultimo, forse non del tutto rassegnato alla crescente delusione, sostò ancora una volta presso il gruppo elettrogeno di emergenza. La rigorosa visita durò precisamente dalle 12,20 alle ore 13,20: un'ora esatta. Dopo di che il comando del Yervis, il quale, durante tutto questo tempo, aveva tenuto i cannoni brandeggiati in direzione del Virgilio chiese ancora per mezzo di un megafono quanti ammalati e quanti feriti il bastimento avesse avuto a bordo. Infine riunitisi sul ponte sia il sottotenente di vascello sia il tenente medico — il primo senza aver trovato su tutto il bordo una sola arma e una sola goccia di carburante soverchio, il secondo senza aver trovato un solo uomo valido tra il personale ricoverato — avanti di scendere sul loro motoscafo, dichiararono che nulla si poteva eccepire circa il - carico della nave a norma delle convenstoni jnte?-nazionali di Ginevra* Domande inutili Alle ore 13,30 il Virgilio riceveva quindi ordine per radiotelefono di riprendere la rotta che stava battendo al momento del fermo. A poche miglia di distanza, come si è detto, la nave ospedale Aquilela, anch'essa in navigazione da Tunisi a uno dei nostri porti con tutti i reparti pieni di ammalati e di feriti, stava intanto subendo lo stesso trattamento. Ispezionata, da cima a fondo da una commissione di controllo staccata da uno dei due caccia detta squadriglia inglese, fu però anch'essa lasciata in libertà perchè in perfetta regola. Anzi mentre alla nave-ospedale Virgilio, per quanto riguarda la regolarità del suo carico, fu fatta soltanto una dichiarazione verbale, all'Aquileia ne fu addirittura, rilasciata una scritta sul registro di bordo. Documento che vale un'intera pagina,di storia. Questo, dunque, il fatto. Particolare per particolare. E non una soltanto ma due furono le navi-ospedale trovate con tutte le loro carte in perfetto ordine da quel medico che ancora sta domandandosi come abbiano potuto i nostri soldati, con le poche risorse che avevano, resistere tanto agli attacchi dell'VIII Armata. Mentre basterebbe che egli finalmente si convincesse come al fante italiano basti una sola cartuccia per combattere e una sola galletta per vivere. Questa la prova della nostra onestà. Ma ora — non di fronte a noi che sempre abbiamo agito al di fuori di ogni sopruso e di ogni frode, che sempre ci siamo comportati con la massima correttezza, che sempre, fino allo scrupolo, abbiamo tenuto fede a ogni nostro impegno — ma di fronte al mondo il quale dovrà conoscere il documento rilasciatoci- dagli inglesi dopo la loro vistta di controllo alle nostre navi bianche, come potranno gli aviatori anglo-americani giustificare il vile attacco alla stessa nave, proprio allo stesso Virgilio, effettuato con bombe e spezzoni qualche giorno prima, precisamente durante il precedente viaggio del bastimento, nelle stesse acquet E come potranno giustificare l'altro attacco effettuato da una squadriglia di Spitflre al largo di Ras -Mustafà, sempre contro l'inerme Virgilio, mentre esso poco prima del fermo era intento al salvataggio di un pilota tedesco buttatosi in acqua col paracadute, dopo essere stato colpito f Per non parlare del siluramento della Po, dell' affondamento della Tevere, dell'attacco al Gradisca, al California, al Toscana, ai Principessa Giovanna, al Città, di Trapani. Afa ritengo siano domande del tutto inutili, le nostre. Troppe volte le abbiamo già invano poste. Perchè da sempre, come lo si è potuto chiaramente dimostrare con la recente ispezione al Virgilio e all'Aquileia, noi ci siamo sentiti con la coscienza a posto, Pier Angelo Soldini *

Persone citate: Mustafà, Pier Angelo Soldini, Principessa Giovanna