Bocca della Verità

Bocca della Verità Bocca della Verità Qui si parla di Roma, di alcuni aspetti popolari di Roma, o meglio di certe figure dal Belli a Trilussa, poeti, attori, che magari contraffacendoli, hanno dato vita d'arte, piena, sanguigna, maliziosa, all'indole, al costume, alla mo* ralità di una gente tra le più spiccate e originali che sì conoscano. E chi ne parla è uri romano, Silvio d'Amico, spirito quanto mai netto, preciso, mordente: e 11 libro — Bocca della verità. Morcelliana Ed. — pur non avendo una tesi, involontariamente addita in questi artisti, grandi e piccoli, una i comune, virile malinconia », alcunché di profondo e di forte e di doloroso, nascosto talvolta nella buffoneria. SI dice che il Bei'i fosse amenissimo, ricercato dalle brigate allegre; ma v'era poi in lui « un'intima debolezza, una penosa inquietudine, le quali lo rendevano ipocondriaco e misantropo Non era capace di uscire * dall'ombre di quell'ipocrisia contro la quale aveva scagliato tutta l'opera sua » e ne soffriva. Perchè, dice D'Amico, l'importante non è di ricostiuire dall'opera del Belli, come altri ha fatto, l'immagine più o meno vera di una plebe più o meno corrotta sotto il potere dei Papi, ma di conoscere chi sia il poeta. Ed il Belli appartiene « ti/picamente » all'età della Restaurazione, l'età delle aspre delusioni italiane ed europee, e suol fratelli — « maggiori, ma fratelli » — sono il Manzoni e il Leopardi. E se l'espressione dell'angoscia del tempo appare in lui cosi diversa da quella degli altri due grandi, «le ragioni furono molte — dice argutissimamente D'Amico — ma la prima dovette essere questa: che il Manzoni si trovava nel Tempio e il Leopardi n'era uscito fuori; ma il Belli non si trovò nè dentro nè fuori, si trovò In sagrestia. < Ma, oltre la vistosa, brulicante, cosi spesso Invereconda commedia ch'egli animò, oltre il t millantato cinismo » e la « miseranda tristezza » v'era in lui una specie di fantasia storica, un senso della vanità del tutto, che giunge all'orrore e al terrore: Ner Rimnlk «juell schertri io me sn' accorto D'una prnu rosa, e la gran cosa è questa: Clic .''omo vivo, come l'omo morto, eia una testa-de-morto in de la testa. Nei saggi raccolti dal D'Amico ve n è poi uno, gustoso, che va dalla «scuola roma¬

Persone citate: Bocca, D'amico, Manzoni, Silvio D'amico

Luoghi citati: Roma